African Story (1971)
- TetsuyaHondo02
- 24 ago 2024
- Tempo di lettura: 2 min

Regia: Marino Girolami (aka Fred Wilson)
Soggetto: Ralph Anders
Sceneggiatura: Ralph Anders, Mike Conda, Eugene Walter
Produttore: Stanley Norman
Produttore Associato: Ralph Anders
Casa di produzione: Atlantic Film Productions, Sirio Film
Paese di produzione: Italia
Fotografia: Mario Fioretti
Montaggio: Franca Silvi
Musiche: Francesco De Masi
Scenografia: Rudolf Andreas
Trucco: Susannah Davies, Renzo Francioni
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Data di rilascio: 21 ottobre 1971
Una delle pellicole più oscure di Girolami, tutt'oggi inedita in DVD. In tre decadi fu letteralmente prolifico nell'ormai defunto cinema di genere italico, tanto da aiutare nel decollo di alcune future stelle come Maurizio Merli nel poliziottesco di maggiore successo commerciale in assoluto ("Roma Violenta", 1975). Si segnala anche che fu un abile pugile e lasciò la carriera già all'età di 20 anni: laureato in fisioterapia, diede i natali ad altre due leggende riconosciutissime... il Castellari e l'attore Ennio. Fratello maggiore di Romolo Guerrieri, nel corso di entrambe le loro carriere si diedero una mano... lui come assistente alla regia in quelli di Marino.

Il cantante Rex Maynard (Michael Kirner), dopo avere inciso una sua canzone, decide di partire per le vacanze assieme alla figlia del produttore Arnold Tiller (Stephen Boyd)... nonostante la sua ferma disapprovazione. Deciso il tutto in segreto, in Sudafrica vengono sorpresi da un gruppo di sequestratori che agiscono per ordini di Tiller, ma la situazione precipita quando loro cominciano a stancarsi per il suo trattamento...

Piacevole disavventura al retrogusto di giallo, che nel primo tempo si perde nel romantico e nel fare pubblicità alle locations sudafricane, ma nel secondo ingrana la marcia e si inizia a vedere qualcosa di serio come le acrobazie di Michael e quelle in auto. In sintesi è una vendetta finita male per via dell'iperprotettività di Stephen, ma al sapore aspro sia per l'esecuzione che per la sceneggiatura. Da cartolina la fotografia, montaggio nella norma e musiche che rendono digeribile il tutto, perfette per incorniciare il film nel genere dell'avventura.
Nel complesso, un prodotto tutto sommato passabile e memorabile più per il Sudafrica di inizio anni '70, che per le disavventure di Michael... Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!
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