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Assassini in Calzamaglia Nera (Ore ni Sawaru to Abunaize, 1966)

Regia: Yasuharu Hasebe

Soggetto: Michio Tsuzuki

Sceneggiatura: Ryuzo Nakanishi

Casa di produzione: Nikkatsu

Distribuzione: Nikkatsu

Fotografia: Kazue Nagatsuka

Montaggio: Akira Suzuki

Musiche: Naozumi Yamamoto

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Data di rilascio in Giappone: 12 febbraio 1966

Data di rilascio in Italia: aprile 2005 (Udine Far East Film Festival)


E si ritorna a parlare di Hasebe, qui al suo esordio come regista. A prima vista uno dei capisaldi della pop-art nipponica, girati sulla scia di quelli targati Seijun: curiosamente il protagonista Akira Kobayashi si ritrova a vagabondare per raccogliere ulteriori prove, nello stesso modo di Tetsuya Watari nel "Tokyo Drifter" di Seijun... non è un caso se il film di quest'ultimo uscì nelle sale a un mese di distanza (10 aprile).


Un fotografo militare, nel ritornare verso casa, si innamora di una hostess (Chieko Matsubara): la porta in un night club e viene rapita da una gang, non senza prima che lui assista all'esecuzione del loro capo Lopez, effettuata da un gruppo di donne in calzamaglia. Deciso ad investigare per conto suo, venendo a sua volta rapito dagli scagnozzi di Lopez e dalle ragazze, scoprirà che entrambi sono alla ricerca di un tesoro...


Spionistico visto dalla lente di un caleidoscopio. Ammirevole la citazione al "Goldfinger" di due anni prima, interminabili le scene d'azione dal guardaroba che urgentemente merita una riscoperta ai nostri tempi. La trama inizia già a decollare nei primi minuti, accompagnata da delle magnifiche transizioni colme di colori vivacissimi su set cangianti. Se elenco cosa ho notato nella fotografia, nel montaggio e nelle musiche, finirei la recensione domattina: riassumo il tutto con un guazzabuglio kafkiano dove dominano colori che raggiungono i livelli della Nouvelle Vague e personaggi fumettistici. Akira sempre affidabile nel suo essere il bell'eroe spigliato di turno, qui più in forma che mai assieme a Chieko, capace di rubare i riflettori senza nemmeno faticare più di tanto: nel "Dragone di Macao" di un anno prima, dimostrò che poteva essere una bond girl; carismatica, ingenué e capace di farsi rispettare.



Ho già detto che Hasebe continua a stupirmi, nonostante si sia dato ai pinku eiga dopo il declino della Nikkatsu?

Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!



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