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Choji Snack Bar (Izakaya Choji, 1983)

Regia: Yasuo Furuhata Soggetto: Hitomi Yamaguchi Sceneggiatura: Yasuko Ono Casa di produzione: Tanaka Productions Distribuzione: Toho Coreografie: Kanzo Uni Fotografia: Daisaku Kimura Montaggio: Akira Suzuki Musiche: Takayuki Inoue, Tokiko Kato Data di rilascio: 12 novembre 1983 Se c'è un regista che più di tutti ha collaborato con Takakura, Yasuo è la risposta: vanta all'attivo un totale di 20 films con lui, dal 1966 al 2012. Appassionato del cinema francese e studioso dell'omonima lingua da autodidatta, nel 1957 entra alla Toei e quasi subito gli fu chiesto di girare un jidaigeki; rifiutò e andò a lavorare come assistente alla regia. Esordisce nel 1966 con "Young Delinquent Girl", considerabile uno degli antenati dei sukeban eiga. Nel 1974 lascia la casa per via di una rottura avuta con i suoi vertici e divenne un libero professionista: ci ritorna nel 1978 assieme a Takakura con "Winter's Flower". Due decenni dopo, nel 1999 vinse il premio di migliore regista e sceneggiatore al Japan Academy Award per il suo "Poppoya". Continuò a girare films fino al "Reminiscence" del 2016, dove cominciò a sviluppare il morbo di Parkinson: passa a miglior vita nel 2019 all'età di 84 anni, a causa di una polmonite.

Eiji, noto ai residenti di Hakodate come Choji, decide di lasciare i cantieri navali per poi aprire un piccolo Izakaya (bar) assieme a sua moglie. In città riappare una sua vecchia fiamma, non contenta del suo attuale matrimonio: una volta raggiunto Eiji, scompare poco dopo. La polizia e gli abitanti indagano sulla sua sparizione...

Il fazzoletto giallo di Yamada, ma senza l'auto e la speranza che lo contraddistinguevano. Qui ci troviamo davanti a una sua versione dal finale nefasto, dove il film ci riempie di domande sin dall'inizio: chi è costei? Perché si sono lasciati? Per avere le risposte basterà avere molta pazienza, in quanto le due ore di durata aiuteranno non solo a rilassarci per il paesaggio dell'isola di Hokkaido, anche nel fattore nostalgia della città di Hakodate... ma nella trama causerà una lunga serie di sbadigli. Invece di risolvere il tutto con la sua ex-fidanzata, è un continuo susseguirsi di disavventure che ci prepareranno al sanguinolento finale. Fotografia che sfrutta molto il flashback su come Takakura sia arrivato a lavorare in un Izakaya e sulle precedenti avventure con la sua fiamma, che si avvalora dei colori vivaci dell'isola sia di giorno che di notte, rendendo il tutto accogliente. Montaggio carico di longevi piani sequenza ed editato a dovere. Colonna sonora che prova anche lei a venirci incontro su questo mezzo disastro, con alcuni notevoli pezzi da cartolina... inclusa la canzone nei titoli di coda, cantata dallo stesso Takakura.


Consigliato esclusivamente agli appassionati di Takakura. E' un film che aveva un potenziale enorme, purtroppo sprecato per via del vagabondare della sceneggiatura tra i pensieri del protagonista e il suo mestiere attuale. Rimane guardabile per chi vorrebbe visitare Hokkaido... e scoprire i segreti del suo essere così selvaggia, ma così amabile. Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!



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