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Crudele Storia di Un'Arma (Kenju Zankoku Monogatari, 1964)

Regia: Takumi Furukawa Soggetto: Haruhiko Oyabu Sceneggiatura: Hisataka Kai Produttore: Hideo Sasai Casa di produzione: Nikkatsu Paese di produzione: Giappone Distribuzione: Nikkatsu Fotografia: Saburo Isayama Montaggio: Masanori Tsujii Musiche: Masayoshi Ikeda --- Data di rilascio: 1° febbraio 1964 Abile cineasta del cinema di genere nipponico, si è laureato nel 1941 al collegio artistico dell'Università Nihon ed entra alla Nikkatsu come sceneggiatore, per poi lavorare come assistente alla regia. A causa della guerra, andò a lavorare per la Daiei per poi tornare nel 1954 agli studi della N, che ha appena cominciato a produrre di nuovo films: immediatamente esordisce alla regia l'anno seguente con "The Body-Guard". Nel 1956 dirige il film che rese famoso lui e l'esordiente Yujiro Ishihara a livello nazionale, "Season of the Sun" (da non confondere con quello di Nakahira del 1957!); un seishun eiga tratto dall'omonimo romanzo di suo fratello maggiore Shintaro. Si segnala che al termine della sua carriera andò a girare due spionistici a Hong Kong, per poi ritirarsi definitivamente dai riflettori nel 1973 con la serie televisiva di "Urutoraman Esu". Passa a miglior vita nel 2018 all'età molto avanzata di 101 anni, per via di un collasso cardiaco.

Togawa (Jo Shishido) viene fatto evadere dal carcere in cui scontava la pena per essersi vendicato del camionista che ha fatto rimanere in sedia a rotelle sua sorella Rie (Chieko Matsubara), con l'obiettivo di assaltare un portavalori contenente 120 milioni di yen: gli imprenditori a capo di tutto questo prometteranno a Togawa che sua sorella tornerà in piedi con un'operazione chirurgica. Ma quando la rapina è compiuta, la situazione tra gli assalitori non procede come dovrebbe...

Amarissimo film di rapina che non risparmia nessuno nella sua travolgente onda nichilista, nemmeno a banda aggregata. Condannati sin dall'inizio a un nefasto esito ed a numerosi colpi di scena, Takumi ci assicura il tutto con numerose acrobazie pirotecniche e stalli alla messicana: e dalla fotografia l'esito è davvero riuscito con primi piani, inclusi parecchi chiaroscuri. Gradevole il montaggio che sfrutta il flashback per raccontare l'esecuzione del piano, musiche perfette per un noir alla Melville. Jo in ottima forma come al solito, qui nel ruolo di un veterano che è già a conoscenza di come una banda si possa disgregare per la tentazione del bottino...

E aggiungo che in qualsiasi film il vestiario di Shishido è da antologia: occhiali da sole in stile "Balorama" ancora prima che venissero concepiti dalla Ray-Ban, sigaretta in bocca e cappotto Raglan... Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!




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