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Elisa (1995)

Regia: Jean Becker Sceneggiatura: Jean Becker, Fabrice Carazo Produttore: Henri Brichetti, Christian Fechner Produttore Esecutivo: José Luis Garci, Didier Pain, Hervé Truffaut Casa di produzione: Les Films Christian Fechner, Solo Productions, TF1 Films Production Paese di produzione: Francia Distribuzione: Gaumont Buena Vista International Fotografia: Etienne Becker Montaggio: Jacques Witta Musiche: Michel Colombier, Zbigniew Preisner Scenografia: Thérèse Ripaud Trucco: Judith Gayo, Frédérique Marcus, Muriel Paupere, Jean-Christophe Roger --- Data di rilascio: 1° febbraio 1995

Figlio dell'apripista della Nouvelle Vague, Jacques Becker, prematuramente scomparso all'età di 53 anni per una emocromatosi; inizialmente si diletta come suo aiuto-regista, per poi esordire alla regia con il poliziesco di "Quello che Spara per Primo" nel 1961 al fianco di un Belmondo all'apice della sua carriera. Dopo avere diretto sempre assieme a lui la commedia "Un Avventuriero a Tahiti" (1965), si ritira per ben 20 anni dalla sedia da regista e ci ritorna solamente nel 1983 con Isabelle Adjani nel thriller psicologico di "L'Estate Assassina", che gli valse a lei un César per la sua interpretazione. Tutt'oggi vivo (91 anni), continua a lavorare dietro le quinte e anche sulla celeberrima sedia: si segnala la sua ultima uscita del 2022, intitolata "Les Volets Verts".

Marie (Vanessa Paradis), a seguito del suicidio di sua madre Elisa (Florence Thomassin), vive in un orfanotrofio e si guadagna da vivere nella metropoli parigina sia con il taccheggio che con l'aiuto dei suoi due amici Solange (Clotilde Courau) e Ahmed (Sekkou Sall). Decide di lasciare alle spalle la sua dura vita e parte per andare alla ricerca di suo padre Jacques (Gérard Depardieu)...

Tarda pellicola del genere cinéma vérité, dove l'astuzia carismatica della protagonista Paradis ci porta in una Parigi senza filtri: di giorno animata da mille sfumature delle persone che la popolano da quartieri in preda al degrado ed altri presi d'assalto da chi soffre di shopping compulsivo, di notte selvaggia. Incorniciata da un cast che sfrutta di frequente il suo linguaggio colorito per girovagare nella metropoli, per nulla chiassoso e interessante nella loro caratterizzazione (riuscita a metà), nella fotografia decolla per alcune sequenze in prima persona e nella desaturazione dei colori; soprattutto nella notte. Nel montaggio si segnalano longevi piani sequenza e nella musica anche la comparsa di Gainsbourg...

Tralasciando alcune sequenze spinte come il mostrarsi a nudo di Paradis (autocitazione ad Adjani) e un'altra scena simile con un uomo di mezza età, rimane un onesto prodotto d'artigianato di quello che fu il cinema francese della vecchia scuola. Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!



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