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Focus (1996)

Regia: Satoshi Isaka Sceneggiatura: Kazuo Shin Produttore: Nobutsugu Tsubomi Casa di produzione: Ace Pictures, Seiyu Productions Fotografia: Tetsuo Sano Montaggio: Satoshi Isaka Musiche: Hiroshi Mizuide --- Data di rilascio: 30 settembre 1996 (TIFF) E si ritorna a parlare di Satoshi, qui al suo esordio come regista. Come avevo già scritto nella mia recensione su "G@me" (2003), è uno dei registi che riuscì a sorvolare sul panorama ormai desolante dell'industria cinematografica nipponica negli anni '90, colma di films commerciali vuoti di qualunque significato. Se proprio dovessi fare una lista di registi che riuscirono ad essere dei fari nell'immenso buio della celluloide di allora, oltre a Satoshi vi inserirei anche Sogo Ishii, Takeshi Kitano, Kaizo Hayashi e Nobuhiko Obayashi. Speriamo che la lista continui ad ampliarsi giorno dopo giorno, poiché ci sono altre chicche che meriterebbero di essere dissotterrate dal dimenticatoio.

Una troupe televisiva composta da tre persone decide di intervistare il radioamatore Kanemura (Asano Tadanobu), che durante le riprese riesce a captare la conversazione telefonica di una persona che parla di una pistola lasciata in un armadietto, pronta per essere usata da qualcuno. Immediatamente la troupe si focalizza sullo scoop e recupera la pistola, senza avvertire la polizia; ma quando un gruppo di ragazzini interferisce con le riprese, Kanemura spara a sangue freddo su uno di loro e fugge in auto...

Intenso found footage thriller che attacca senza pietà la spettacolarizzazione mediatica della cronaca nera, sradicando dalle basi lo storytelling tentato dalla troupe nei confronti di Asano; un mondo fondato sul sensazionalismo privo di vergogna di cui ne è vittima quest'ultimo, trascinato dal gruppo in una tragica fine per il loro voler cercare ascolti ad ogni costo... Asano da bocca spalancata per la sua interpretazione. Nel primo tempo era l'incarnazione del tipico nerd incapace di intrattenere un discorso altrui, ma felicissimo radioamatore; nel secondo si tramuta in una furia implacabile nei confronti della troupe, mostrando alla telecamera il suo lato oscuro che nessuno vedrà davvero alla TV. Fotografia che immortala i colori desaturati di una metropoli colma di persone indifferenti, quasi zombificate alla visione di certi crimini che si consumano dinnanzi ai loro occhi. C'è bisogno di descrivere il montaggio e le musiche, adattissime per descrivere il mondo inquietante del film?


Definitivamente uno dei films più riusciti del genere found footage, dove il cameraman (lo spettatore) vive la scioccante epopea di una persona finita verso un tragico fato a causa dei suoi irresponsabili colleghi. A basso costo, ma ad alto contenuto di colpi di scena. Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!




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