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Il Tiratore Scelto (Skytten, 1977)

Regia: Franz Ernst, Tom Hedegaard

Sceneggiatura: Anders Bodelsen, Franz Ernst

Produttore: Steen Herdel

Fotografia: Mikael Salomon

Montaggio: Ole Steen Nielsen

Musiche: Ole Schmidt

Costumi: Gitte Kolvig

Trucco: Lene Ravn Henriksen, Birthe Lyngsoe

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Data di rilascio: 26 dicembre 1977


Pellicola diretta da due registi che hanno lastricato d'argento il cinema danese: il primo, al momento della scrittura dell'articolo, è tutt'oggi vivo ed ha ben 85 anni... il secondo ci ha lasciato troppo presto all'età di 56 anni, sul set dell'ultimo film della famosissima saga di "Olsen Banden", per via di una emorragia cerebrale. Riassumiamo ermeticamente il tutto: Ernst inizia la sua carriera nel cinema come tecnico del suono al Flamingo Studio, per poi divenire nel 1961 assistente e montatore alla Laterna Film. Nel 1963, lui e la collega Lise Roos fondarono il Surprise Theatre; Ernst esordisce come regista l'anno dopo nel film casalingo di "Morke", ma bisognerà attendere il 1970 per la sua definitiva notorietà con "Ang.: Lone". Diversa la storia per Hedegaard, che entrò nel 1960 alla Nordisk Film ed in breve tempo divenne assistente alla regia per i films di Erik Balling. Esordisce come regista e sceneggiatore nel 1970 con "Let's Play Hide and Seek?" e dirige interamente la famosissima serie televisiva di "The Village" negli anni '90. Già nel 1991 gli viene insignito il premio onorario al Robert Award per i suoi contributi al cinema danese.

Un ex-tiratore scelto decide di manifestare contro l'apertura di una centrale nucleare, usando il suo fucile di precisione per farsi notare dalla stampa e dalla polizia: sparerà un obiettivo al giorno fino all'annullamento del programma. Registra degli audio e li manda a un giornalista, che quasi subito si mette a indagare su di lui... fino a divenire uno dei suoi obiettivi.

Sconsigliato ai deboli di cuore, consigliatissimo agli stomaci forti. Hitman movie con protagonista un mezzo antieroe Jens Okking, in sovrappeso ma abile nel suo mestiere: umano, ma corrotto dall'interno per via della collera nei confronti del giornalista. Il tutto accompagnato da una sceneggiatura fissa sul pedale dell'acceleratore, che se non seguita come si deve il filo del discorso si perde negli avvenimenti. Montato tempestivamente, fotografia che usa frequentemente la telecamera a mano e dei primi piani sul protagonista; musica ridotta all'essenziale ed usata solo nei momenti di grande tensione. Buona l'interpretazione di Pia Maria Wohlert, che nonostante sia incinta non ha idea da che parte stare e nel finale ci dimostra di voler stare lontana dal proprio marito...


Tra l'altro fu girato nel 2013 il remake della pellicola, dove questa volta alzano il tiro e utilizzano come tema lo sfruttamento della Groenlandia in ambito petrolifero...

Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!




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