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In Strada (On za Rodo, 1982)

Regia: Akiyoshi Kimata Sceneggiatura: Akiyoshi Kimata, Machiko Nasu, Hidenori Fujinaka Produttore: Yoshihisa Nakagawa Casa di produzione: Movie Brothers, Joy Pack Film Fotografia: Shunya Akagawa Montaggio: Akira Suzuki Musiche: Daiko Nagato --- Data di rilascio: 17 aprile 1982 Molti di voi lo conosceranno per il ninkyo eiga di "A Legend of Turmoil" (1992), ma già negli anni '70 riuscì a ritagliarsi un nome nei pinku eiga con la Million Film, iniziando a lavorare nella casa di produzione di suo padre Akitaka Kimata (Pro Taka Productions). Dopo essersi diplomato a Kyoto ed avere lavorato come marinaio, camionista e barista, nel 1966 si trasferisce a Tokyo con l'ambizione di divenire un pittore... ma quando vide per caso quell'ultimo respiro di Godard, si unì alla casa di suo padre e debutta come regista nel 1972 con "Joji no Hoshu": lui e suo padre videro un boom di tali produzioni per tutto il decennio. Nel 1982 decide di lasciare quel disgustoso mondo e gira il film che a breve tratterò, riuscendo a gravitare in numerosi generi fino ai giorni nostri: fu anche l'esordio di Hiroyuki Watanabe, che di lì a poco divenne una stella dei tokusatsu.

A seguito di un inseguimento ad alta velocità in moto, l'agente Tetsuro Tomishima (Hiroyuki Watanabe) ferisce accidentalmente la modella Reiko Higa (Kumi Fujishima), rendendola claudicante. Tetsuro è devoto a chiedergli scusa, ma i suoi supervisori rifiutano la posizione dell'agente, affermando che sarebbe una mancanza di responsabilità della polizia: così decide di inseguire la modella, in ritiro verso la sua città natale a Okinawa. La polizia farà lo stesso con lui...

Interessante commistione tra road movie e romanticismo, racchiuso in una cornice di poliziesco dove la polizia risulta non capire i sinceri desideri di Hiroyuki. Kumi effettua una caratterizzazione notevole a 360 gradi del suo personaggio, da depressa e furiosa a comprensiva e serena, grazie soprattutto alla sceneggiatura che le ha permesso di potersi esprimere emotivamente... anche nei confronti di Hiroyuki, che le prende verbalmente che fisicamente. Fotografia arricchita dai paesaggi sia diurni che notturni di Kagoshima, dalla cinepresa in costante movimento come il personaggio di Tetsuro, continuamente con dei primi piani sul suo volto grondante di sudore; montaggio a prova di noia che farà la sua figura nelle strepitose scene d'azione alla Seibu Keisatsu; accompagnato da delle musiche che riassumeranno la tematica ambigua del film, facendoci viaggiare mentalmente... unica pecca è l'assenza di sottotitoli in inglese, quindi ho provato a captare qualcosa con l'intuito.

Riassumendo: siete in cerca di un poliziesco che analizza non solo il modus operandi della polizia stessa e dell'agente che lavora in tale ambito, ma senza essere banale e ripetitivo? Questo potrebbe essere la risposta a uno dei vostri pensieri clinici... Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!






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