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La Lunga Oscurità (Shinobugawa, 1972)

Regia: Kei Kumai Soggetto: Tetsuo Miura Sceneggiatura: Keiji Hasebe, Kei Kumai Produttore: Masayuki Sato, Hideyuki Shiino Casa di produzione: Haiyuza, Toho

Fotografia: Kiyomi Kuroda Montaggio: Hiroshi Inoue, Mitsuyo Tanji Musiche: Teizo Matsumura Trucco: Shizue Inoue --- Data di rilascio in Giappone: 25 maggio 1972 Data di rilascio in Italia: 1976 (Giffoni Film Festival) Leggenda quasi sconosciuta al di fuori del Giappone, che fortunatamente ebbe il suo momento di notorietà in Italia nel 1989 al Festival di Venezia: riuscì a vincere un Leone d'Argento per il suo "Morte di un Maestro del Tè". Ma riassumendo il tutto in modo più ordinato, dopo avere studiato letteratura all'Università Shinshu, si mette a lavorare come assistente alla regia: esordisce come regista nel 1964 con "The Long Death". L'anno seguente divenne noto a livello nazionale per il thriller di "A Chain of Islands", vincendo il premio di "miglior nuovo regista" dall'omonima Gilda. Nel 1974 decolla a livello mondiale per il dramma di "Sandakan No.8", dove in Cina fu uno dei primi films stranieri distribuiti dopo la conclusione della Rivoluzione Culturale: solo a Pechino incassò la cifra di 3,5 milioni di yuan (2,08 milioni di dollari); Akira Kurosawa lo inserì tra i suoi 100 films preferiti. Lascia definitivamente il mondo del cinema nel 2002 con il jidaigeki di "Il Mare e l'Amore", tratto dalla sceneggiatura postuma dello stesso Kurosawa. Passa a miglior vita nel 2007, all'età di 76 anni.


Uno studente di nome Tetsuro (Go Kato), incontra per puro caso al bar una cameriera di nome Shino (Komaki Kurihara) ed è subito amore. Entrambi si raccontano le loro storie a vicenda, lui trafitto dalle morti insolite della sua famiglia, lei nata in un bordello... una volta che Tetsuro scopre che Shino è destinata come futura sposa a un rivenditore di auto, lui coglie l'occasione per portarsela appresso.

Due ore per nulla pesanti. Anzi, mi hanno alleggerito parecchio con il tema, trattato con estrema delicatezza da ambedue le parti e senza sfociare nella banalità. Elegantemente fotografato sia nelle locations che nelle sequenze più calde, colmo di citazioni esemplari ad altri maestri del tema come Lelouch ed Oshima: anche nel montaggio vi sono chicche come i testi che rimandano ai films muti, dove il nostro protagonista narra il tutto in prima persona e prende spunto da uno di essi; si segnalano numerosi flashbacks e delle notevoli transizioni con tanto di voci fuori campo. Unisce il tutto la gradevole musica di Teizo, anch'essa capace di riscaldare il nostro animo: come l'interpretazione del duo Kato-Kurihara, dove la loro tristezza ha lasciato posto alla felicità più luminosa in circolazione. Consigliatissima la visione a coppie appena formate ed a sposi novelli, poiché quando il destino entra in azione vi è ben poco da fare.


Spero che un giorno gli addetti alla Tucker Film osservino la mia recensione... potrebbero ricavarci un bel Blu-Ray, oppure una splendida uscita nelle sale in Italia del film. Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!




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