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La Trilogia della Gatta Giocatrice d'Azzardo (1965-66) | Quando Una Donna si Infiltra in Una Yakuza per Vendicare la Morte di Suo Padre

Cari spettatori di Dejima, benvenuti in quest'altro appuntamento speciale con voi, dove il sesso opposto infrange uno dei tanti stereotipi del genere yakuza eiga: il protagonista uomo.

Chi era Haroyasu Noguchi? All'anagrafe Shigeichi Noguchi, lascia la facoltà di letteratura dell'Università di Keio e si iscrive alla Nikkatsu nel 1935. Trova immediatamente lavoro come assistente alla regia al fianco di Kurata Fumihito. Al termine del decennio, esordisce come regista in "The Front Line of the Pavement" (1939), usando lo pseudonimo di Noguchi Hiroshi. Durante la WW2, la casa fu assorbita dalla Daiei e Haroyasu fu costretto a ripiegare sulla Shochiku per lavorare ancora come assistente. Terminata la guerra, nel 1954 torna al quartier generale ed esordisce nuovamente con "Trigger Happy". In breve tempo si ritrova ad essere uno dei cineasti che tiene in piedi la casa, tanto da dirigere nel 1967 l'unico kaiju eiga di essa: "Gappa: il Mostro che Minaccia il Mondo". Nello stesso anno passa improvvisamente a miglior vita per via di un infarto al miocardio, mentre stava lavorando al yakuza eiga di "The Kanto Region is Also Expanding", diretto postumo da Kazunari Takeda. Aveva compiuto 54 anni.

La Gatta Giocatrice d'Azzardo (Toba no Mesu Neko, 1965) Yuriko (Yumiko Nogawa) è una presenza costante nella bisca clandestina di Arikawa, mascherata dalla sua azienda di trasporti. Affascinata dal lancio di dadi e dal suo lanciatore Seiji (Hideaki Nitani), decide di indagare sulla morte di suo padre, avvenuta un anno prima. Si infiltrerà in una yakuza e l'investigatore Endo (Tatsuya Fuji) andrà sulle sue tracce... Bizzarra analisi clinica sul comportamento selvaggio delle yakuza nelle bische, tra sotterfugi e cifre notevolmente alte, viste da una protagonista che rompe il ghiaccio del tipico personaggio femminile ingenué che assiste inerme allo spargimento di sangue tra di loro: è una femme fatale capace di spargerlo anche lei. Più un noir che un gambling movie/yakuza eiga, Yumiko si tatua alcune parti del corpo che non sfuggiranno agli occhi di altri giocatori, con una fotografia di stampo documentaristico sui trucchi per scoprire se un dado è pieno/vuoto e sulle regole di tali bische. Hideaki perfetto nell'esserci da illustratore di tale mondo sommerso, con un montaggio discreto e dalle musiche da incorniciare il film nell'orbita noir. Eccellente anche la polizia con Tatsuya, con il fiato sulla nuca nei confronti di queste mine vaganti.

La Donna Giocatrice d'Azzardo (Toba no Mesu Neko: Suhada no Tsubo Furi, 1965) Yuriko (Yumiko Nogawa), a seguito della morte del suo fidanzato Seiji (Hideaki Nitani), vagabonda da città a città e diviene dipendente dal gioco d'azzardo. Un giorno, riesce a salvare un uomo perseguitato da una yakuza, che è la copia esatta del suo ragazzo deceduto... Aggiustato il "noir da accetta" del primo film, Noguchi si supera con la fotografia, soprattutto sulla pelle della protagonista Yumiko. Gradevole la sua caratterizzazione, ormai matura e consapevole di vivere in un mondo dove i dadi in avorio possono costare la vita a qualcuno. Migliorano le coreografie e anche la colonna sonora, capace di accompagnare il duo Yumiko-Hideaki in questa traversata che tracimerà sangue come nel primo capitolo...

La Vendetta della Donna Giocatrice d'Azzardo (Toba no Mesu Neko: Sutemi no Shobu, 1966) Yuriko (Yumiko Nogawa) si trasferisce in un'altra città: nel mentre riesce a bloccare, accidentalmente, il borseggio di un contratto conteso tra due clan rivali. Viene così convocata dal boss Gunji (Daizaburo Hirata) e finirà nel mirino del braccio destro del boss rivale Koichi (Eiji Go), ossia dal provocatorio Kokichi (Jo Shishido)... Degna conclusione di una trilogia funesta, qui meno pesante dei soliti canoni da noir all'americana: inquadrature panoramiche e la presenza carismatica di Shishido, affidabile pistolero e instancabile genio dell'astuzia... ma incredibilmente contenuto, per il suo ruolo. Yumiko maturatissima e qui raggiunge lo status di femme fatale, circondata da numerosi lupi e lei li tiene a bada senza alcuna paura. Coreografie scorrevolissime in una sceneggiatura che non propone nulla di nuovo, ma che riesce di nuovo nell'intento di essere un'istantanea del mondo delle bische clandestine.

In conclusione... La trilogia, grazie al personaggio di Yuriko, ebbe il merito di lanciare la longeva saga della "peonia rossa" a cura della Toei. Anche Hibotan (Sumiko Fuji) è alla ricerca dell'assassino di suo padre... e finirà per essere una spiccata giocatrice d'azzardo. E diede le fondamenta anche per future "yakuza ladies" come Meiko Kaji (di cui ne avevo già parlato nel secondo capitolo della celeberrima "farfalla vagabonda di Ginza").






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