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Mai Troppo Tardi per Pentirsi (Never Too Late to Repent, 1979)

Regia: Ulysses Au-Yeung Jun Sceneggiatura: Kevin Chu Produttore: Ma Hong-Yong Casa di produzione: Hung Yeung Yau Haan Gung Shut Distribuzione: Cheung Gong Co. LTD (HK) Fotografia: Chin Chang-Tung Montaggio: Kwok Ting-Hung Musiche: Huang Mao-Shan Costumi: Suen Chi-Yung Trucco: Hsiao Hsing-Mei --- Data di rilascio a Hong Kong: 1° ottobre 1980

Considerabile il Taylor Wong taiwanese, per il suo essere molto prolifico nella sedia da regista: vanta all'attivo un totale di 56 films di ogni genere, di cui due sceneggiati da lui nel 1973 e nel 1976 ed altri due prodotti da lui nel 1982 e nell'anno seguente. Come attore ancora di più, 118 films all'attivo. Sul finire degli anni '70 inaugura un filone che fece impazzire la pesante censura taiwanese dell'epoca, i cosiddetti "black movies", films violenti e colmi di neorealismo su cosa il Paese ha lasciato dopo la morte di Chiang Kai-Shek: davano così fastidio che nel 1983 il governo di Taiwan interruppe la produzione del genere ed ordinò la distruzione di ogni copia appartenente al filone.

Ma Sha, cresciuto senza genitori e già all'età di 13 anni lavorava come vedetta in un bordello, dopo avere tolto di mezzo un uomo viene incarcerato e riesce a fuggire. Catturato di nuovo, viene trasferito al riformatorio di Orchid Island: da allora comincia a pentirsi di ciò che ha fatto in passato... nonostante le difficoltà a reintegrarsi nella società, scrive la sua biografia e ha intenzione di farsela stampare; ma la strada è ancora lunga, soprattutto colma di trabocchetti.

Storia amara di una persona che si macchia di un crimine imperdonabile, a causa dell'abbandono dei suoi genitori. Da proiettile vagante quale era, è riuscito a placare la collera come proiettile pronto a conficcarsi nei confronti di chi attacca i deboli. Definitivamente un mezzo documentario riuscito nella sua profondità nell'analizzare le enormi difficoltà di chi era stato nel mondo della criminalità, dove nell'altra sponda è un poliziesco ascrivibile al genere "quinqui"; dove al posto della droga che distruggeva le strade della Spagna, qui è la violenza a mettere a repentaglio le strade di Taiwan. Fotografia ben riuscita con l'aiuto della moviola nella scena madre del film (dove avviene il misfatto) e piena di colori desaturati alla Decae per indicare l'iter del nostro protagonista verso una vita normale; montaggio troppo veloce e disconnesso in alcuni punti, ma non intacca l'atmosfera; musica ridotta all'essenziale, ma con una canzone che spiega esaustivamente il perché bisogna essere fedeli alla legge e rispettare le vite altrui. Unica grande pecca è la mancanza di audio in alcune parti del film, che ci fa' perdere alcuni dialoghi che potevano essere di aiuto nel sapere a cosa stesse andando incontro Sha...

Dimostrazione che anche Taiwan riusciva a girare i suoi documentari politico/sociali alla Damiani, rivolgendo uno sguardo più ravvicinato agli effetti nefasti della criminalità... un consiglio a voi spettatori: mai mettere piede in tale spirale, restate puliti sia dentro che fuori. Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!


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