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Punto di Non Ritorno (No Way Back, 1990) | Poliziesco d'Azione dall'Atmosfera Funesta

Regia: King Lee Sceneggiatura: Johnny Lee Produttore: Billy Chan, Gam Cheung-Kuen Casa di produzione: Hatract Films LTD Distribuzione: Golden Princess Amusement Co. LTD Coreografie: King Lee, Ng Min-Kan, Ka Lee, Wong Kim-Bun Fotografia: Ng Man-Ting Montaggio: Cheung Bei-Tak Musiche: Richard Yuen, Lowell Lo Trucco: Amy Au-Yeung Suk-Lan Costumi: Ma Kam-Shim --- Data di rilascio: 25 maggio 1990 Incasso: 2,584,294 dollari (296.078 euro) Trattasi del secondo lavoro su grande schermo di King, che ho già avuto l'onore di trattare nel remake hongkonghese di Top Gun, dove qui compare anche come agente di polizia e ne cura le coreografie. E se eravate in cerca di Danny Lee, per via del suo volto nel poster, sfortunatamente appare per due volte in tutta la pellicola ed è poco più di una comparsa.

Kong (Max Mok) e Keung (Dick Wei) sono due agenti di polizia che lavorano per il loro corrotto superiore David (Lung Fong), soprattutto Keung lavora sotto copertura per smantellare un colossale traffico di droga messo in piedi dallo stesso superiore assieme al gangster Hung (Shum Wai), invece di mettere a tacere la gang rivale guidata da Cheung (Lam Wai). Una volta tolto di mezzo Keung, Kong decide di investigare per conto proprio sulla sua morte, infiltrandosi nella banda di Cheung: salito di livello nella triade, conquista il rispetto di Cheung, ma non può tornare indietro...

Triad movie misto a poliziesco alla nitroglicerina che non risparmia fotogrammi per raccontare irruentemente il pessimismo al quale andranno incontro tutti i personaggi, dove non possono sottrarsi. Max illustra pienamente il suo stato di disperazione per vendicare la morte del suo amico, tolto di mezzo da un diabolico superiore interessato a servire i suoi interessi personali, invece di servire e ripulire la città dalle triadi che dovrebbe combattere. Lung perfetto nel suo ruolo da antagonista, Lam versatile come al solito nei personaggi roventi, dove assieme a Max danno il meglio nel salvarsi dalle imboscate esplosive da ambedue le parti. Montaggio esemplare come gli irrefrenabili spettacoli pirotecnici che non toccano mai un singolo punto morto, colonna sonora da antologia del genere (composta dal Yuen fresco dell'esperienza di "In The Line of Duty 4" dell'anno precedente e dal pluripremiato Lowell, anch'esso vincitore del premio di "migliore colonna sonora" nel leggendario "Pedicab Driver" a firma Sammo Hung, sempre di un anno prima) al massimo nella sua esecuzione, così come la fotografia che regala panorami della Thailandia e della megalopoli di Hong Kong.


Salvatevi la casa di produzione, perché agli inizi degli anni '90 ha prodotto altri piccoli filmetti non male: è tempo di visitarli a dovere! Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!




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