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Storia Segreta del Dopoguerra: Dopo la Guerra di Tokyo (Tokyo Senso Sengo Hiwa, 1970)

Regia: Nagisa Oshima Soggetto: Nagisa Oshima, Tsutomu Tamura Sceneggiatura: Masato Hara (aka Masataka Hara), Mamoru Sasaki Produttore: Taguchi Yamaguchi Casa di produzione: Art Theatre Guild, Sozosha Distribuzione: Shibata Organization, Art Theatre Guild Fotografia: Toichiro Narushima Montaggio: Keiichi Uraoka Musiche: Toru Takemitsu --- Data di rilascio in Giappone: 27 giugno 1970 Data di rilascio in Italia: 16 settembre 1971 (al Pesaro Film Festival) Finalmente ho l'onore di parlare del capostipite della noberu bagu nipponica: tappa obbligatoria per qualsiasi novellino del mestiere che vorrebbe avventurarsi tra la celluloide made in Japan. Assunto dalla Shochiku, appena dopo essersi laureato all'Università di Kyoto in scienze politiche nel 1954, esordisce al termine del decennio con "Il Quartiere dell'Amore e della Speranza". Immediatamente dopo si fa' conoscere a livello nazionale con un trio di pietre miliari dell'allora neonato movimento cinematografico giapponese, entrambe uscite nel 1960. L'ultima tra queste venne ritirata dopo nemmeno una settimana nelle sale per il rischio di "ritorsioni" dalle fazioni politiche dell'epoca, ciò costrinse Oshima a fondare una propria casa cinematografica: la Sozosha, dal quale vi girerà altri 14 films fino al 1972. Lascia il mondo del cinema nel 1999 con il jidaigeki di "Gohatto" per dedicarsi al lavoro di traduttore negli anni 2000. Per una buona parte degli anni '80 e '90 fu il presidente della Gilda dei Direttori del Giappone e finì nei guai con la legge per via dei suoi pinku eiga. Passa a miglior vita il 15 gennaio del 2013 a causa di una polmonite: aveva 80 anni.


Un cineasta, a seguito di una diatriba avuta con uno studente per via della sua cinepresa, decide di togliersi la vita dal tetto di un edificio. La ragazza del cineasta, assieme allo studente, cercheranno di rimettere insieme il motivo della sua morte... girando negli stessi luoghi in cui lui fece delle riprese e addirittura dubitare che costui sia mai esistito.

In questo nefasto giallo dove l'investigatore è un aspirante cineasta che ripercorre gli stessi passi del suo omonimo defunto, non vi è alcuna scena girata per puro caso. Montaggio ricchissimo di longevi piani sequenza, movimenti scossi della cinepresa alla Fukasaku per dare un tocco di realismo al tutto e scorrevole, nonostante la lentezza dei fatti che avvengono. Fotografia che trasuda anche di cinéma vérité nella parentesi dedicata alle manifestazioni studentesche dell'epoca, inclusa una scena in cui Emiko Iwasaki si mette letteralmente a nudo davanti al film del cineasta proiettato sulla parete; una persona reale che vorrebbe fare parte della finzione filmica. Anche da come lo si deduce tramite i dialoghi polemici del circolo studentesco (dove Nagisa si autocita, assieme ad altri maestri della noberu bagu) frequentato da Kazuo Goto: facilmente irascibile e diretto. Diversa l'interpretazione di Emiko, silenziosa ma perspicace. Tra di loro sembra che si faccia spazio una storia d'amore, ma in realtà è un altro modo per investigare sulla morte del regista. Completa il tutto la memorabile musica di Toru Takemitsu, che ci invoglia a stare dietro al ritmo lento del film.


Opera che mette a confronto due realtà: quella filmica e quella reale, ed entrambe faticano a combaciare per via di un dettaglio... la fantasia: che prende piede, fisicamente, nei films; ed astratta nella vita quotidiana. Perla da restaurare con urgenza. Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!





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