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Superman Vuole Uccidere Jessie (Kdo Chce Zabit Jessii?, 1966)

Regia: Vaclav Vorlicek Soggetto e Sceneggiatura: Milos Macourek, Vaclav Vorlicek Casa di produzione: Ceskoslovensky Statni Film, Filmové Studio Barrandov Paese di produzione: Cecoslovacchia Distribuzione (in Italia): Debora Film Fotografia: Jan Nemecek Montaggio: Jan Chaloupek, Jaromir Janacek Musiche: Svatopluk Havelka Trucco: Rudolf Hammer Costumi: Karel Postrehovsky --- Data di rilascio (in Italia): 15 luglio 1966, Trieste Sci-Fi Film Festival Data di rilascio (in Cecoslovacchia): 26 agosto 1966

E si ritorna a parlare di Vaclav, che già nello spionistico di W4C ha saputo conquistarmi con le sue gags da antologia. A questo giro, affermo senza timore di smentita che ci troviamo di fronte al diretto antenato del Roger Rabbit statunitense, con le didascalie e gli effetti speciali curati dal Carl Barks cecoslovacco: Kaja Saudek, che ci ha lasciati nel 2015. Il personaggio di "Jessie", interpretato da Olga Schuberova, non è altro che una sua creazione.

La professoressa Ruzena Berankova (Dana Medricka) inventa un siero capace di combattere i sogni sgradevoli, sperimentandolo su una mucca durante una dimostrazione: dal suo sogno scompare il tafano che gli arrecava fastidio. Nel mentre, l'ingegnere Jindrich Beranek (Jiri Sovak), è in crisi creativa a lavoro... sulla sua scrivania trova dei fumetti dove l'eroina Jessie sfugge ai suoi nemici, usando dei guanti antigravitazionali. Trovata l'idea, durante la notte sogna lei ed i suoi inseguitori, riuscendo a sbarazzarsi di loro grazie ai guanti. Sua moglie usa il siero su di lui e tramuta i sogni di Beranek in realtà: seguiranno una serie di disavventure tra Jessie ed i suoi avversari.

Esilarante disavventura con molteplici frecciatine di satira contro il governo cecoslovacco di allora, dove i nostri protagonisti tramutano Praga in un parco giochi minato nel quale l'autoritarismo sia della polizia che dell'istituto in cui lavora Dana vanno in crisi di nervi. Se l'opera non vi conquisterà nella sua fantascienza, è nel surrealismo che fa' il suo punto di forza: Olga impersona come un guanto di velluto il personaggio di Jessie, rubando i riflettori senza faticare e astutamente velata nel suo puntare a Jiri, facendo sì che Dana si autodistrugga con la sua stessa creazione. Fotografia che è considerabile un'elegia alla pop art e al fumetto in generale, che nonostante sia in bianco e nero è possibile immaginare quali colori sgargianti abbiano usato nel guardaroba: scenografia onirica che dovrebbe essere esposta in un museo per il suo avanguardismo alla Seijun. Montaggio al fulmicotone, musiche perfette per questa rocambolesca disavventura.

Fortunatamente sono in circolazione ulteriori Superman in cerca della loro Jessie (da salvare, però!), soprattutto qui nel nostrano Stivale... Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!




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