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Unica Regola: Vincere (Sleeping Dogs, 1977)

Regia: Roger Donaldson Soggetto: Christian K. Stead (aka Karl Stead) Sceneggiatura: Ian Mune, Arthur Baysting Produttore: Roger Donaldson Casa di produzione: Aardvark Films, Broadbank Investments, New Zealand Films Commission, New Zealand Queen Elizabeth II Arts Council Distribuzione: Aardvark Films Fotografia: Michael Seresin Montaggio: Ian John Musiche: Mathew Brown, David Calder, Murray Grindlay Trucco: Sarah Anderson Costumi: Lesley McLennan, Rosan McLeod --- Data di rilascio: 6 ottobre 1977 Originario dell'Australia, nel 1965 emigra in Nuova Zelanda per lavorare come fotografo e pubblicista: già da allora comincia a girare documentari ed esordisce alla televisione nel 1971, producendo e dirigendo il cortometraggio "Burt Munro: Offerings to the God of Speed". Approda nel mondo del cinema con il primissimo film prodotto interamente in Nuova Zelanda e che fece da trampolino di lancio per la carriera di Sam Neill, anche lui all'esordio come attore, di cui ne parlerò a breve. In seguito dirigerà altri tre films per la Kiwisploitation, prima di avventurarsi negli USA a metà degli anni '80; si farà notare a livello mondiale per il thriller di "No Way Out" (1987) e per il catastrofico "Dante's Peak" (1997). Ritorna brevemente a casa nel 2005 per scrivere, produrre e dirigere il biografico "The World's Fastest Indian" e di nuovo nel 2017 per girare un documentario sulla vita di Bruce McLaren. Ha anche un figlio maratoneta di nome Chris, che rappresentò la Nuova Zelanda alle Olimpiadi estive del 1996 e del 2000: tutt'oggi è uno degli allenatori dell'omonima nazionale di cricket.

In una Nuova Zelanda prossima alla guerra civile, a causa di una crisi energetica per via di un embargo petrolifero, Smith (Sam Neill) decide di andare a vivere su un'isola appartenente ad una tribù Maori... a seguito della rottura avuta con la sua ex-moglie Gloria (Nevan Rowe) per via della sua relazione con Bullen (Ian Mune). In una città vicina si consuma una strage e la polizia arresta Smith sull'isola, trovando degli esplosivi messi a sua insaputa. Una volta portato al commissariato, riconosce il suo ex-compagno di scuola Jesperson (Clyde Scott) e gli rivela che lui è una figura chiave delle ribellioni anti-governative: durante il trasferimento in una prigione, Smith riesce a fuggire e trova lavoro in un campeggio. Presto si palesa una unità dell'esercito neozelandese ed il suo capo Willoughby (Warren Oates) sospetta che lui sia parte dei guerriglieri... in più Bullen, ora uno dei leaders della resistenza, giunge al campeggio e intende effettuare un agguato armato nei confronti dell'unità...

Quando vuoi startene lontano dall'uragano, ma l'uragano ti trascina lo stesso nella sua furia rocambolesca. Una volta dentro l'uragano, sarà del tutto impossibile respirare... e Sam ne è la perfetta rappresentazione: non vuole partecipare alla resistenza, ma sarà costretto a farlo. Difficilmente potremmo empatizzare con il protagonista, ma la sua intensa interpretazione lascerà il segno, così come la spalla malvoluta da Sam... o sopravvivi, oppure lasci la pelle. Fotografia capace di regalarci panorami da cartolina come l'isola dove prende residenza Sam ed alcune sequenze girate con la cinepresa a mano, per dare a noi l'idea di essere presenti lì con loro; alcune sessioni in auto sono degne di un road movie ed i colori usati sono da neo-noir, come la notte bluastra nella cella in cui viene rinchiuso Sam ed il campeggio nelle tenebre. Montaggio tempestivo nelle scene d'azione, ma nella media nel resto del film; musica che agisce come calmante per colmare le dosi di adrenalina che proveremo con il duo Sam-Ian.


Nel complesso, rimane un ottimo prodotto. Ben eseguito, non perde mai del tutto il suo ritmo nel voler denunciare una possibile deriva autoritaria del Paese... Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!




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