Confessioni di un Internettiano - Capitolo I
- TetsuyaHondo02
- 27 ott 2024
- Tempo di lettura: 5 min
Proponiamo il seguente estratto di un'ora di durata, recuperato da un'intervista effettuata nei confronti di un ragazzo su TruthTube, che di sua volontà volle rimanere nell'anonimato per evitare ripercussioni di qualunque tipo. --- Buonasera. Grazie a lei per avermi dedicato un po' del suo tempo, a condizione di anonimato. Non si preoccupi, che con me la sua identità non verrà mai rivelata. Vorrei iniziare con una domanda perlopiù adatta per il giornale in cui lavoro: come si sente a navigare su Internet? Buonasera. La ringrazio per avere rispettato la mia condizione. Rispondo che la mia nave non è più a vele aperte come un tempo. Le vele sono state forate da molteplici rapaci, che hanno fatto del flame il loro pane quotidiano; navigare in un ampio spazio come Internet è oramai soffocante, dalle continue censure e dalle "tempeste di sterco" che noi definiamo shitstorm, per via di alcune tattiche sfruttate da personaggi emersi da questo oceano... Condivido in parte la sua affermazione. Personalmente su Internet mi sento parecchio al sicuro, soprattutto grazie ai servizi offerti da Agioogle. Basta prestare attenzione ai soggetti con i quali si viene in contatto, e nulla di pericoloso accadrà. Non sono per nulla d'accordo. Anche la più innocua delle richieste d'amicizia può nascondere un inquietante segreto ad orologeria... nel senso che quando il reale motivo viene a galla, sarà poi difficile allontanare tale amicizia di facciata. Come per qualsiasi amico, bisogna sceglierselo e comprendere se lui sia adatto ad essere tale. Agioogle non farà quasi nulla nella maggior parte dei casi, in caso di molestie. Preferisce l'indifferenza. Non capisco il suo pessimismo nei confronti degli attuali mezzi di comunicazione. Ci hanno permesso di parlare e scrivere da ogni parte del mondo, accorciando milioni di chilometri. A proposito di accorciamenti, cosa ne pensa del fatto che oggi sia possibile parlare con tutti a casa propria e senza muoversi dal divano? Lo trovo un istinto nobile, ma riuscito a metà. Oggi ci riteniamo fortunati a parlare con un amico, distante chilometri da casa. E' una invenzione che sicuramente avrà portato dei benefici, ma inevitabilmente anche dei lati oscuri... il non uscire più di casa diverrà ben presto una gabbia dal quale l'umano ne diverrà assuefatto, al pari di uno stupefacente. I divani non saranno altro che un prolungamento del nostro corpo, dal quale sarà impossibile separarsi. Il pessimismo è un sentimento naturale che proviamo con qualsiasi cosa, perché dovremmo reprimerlo? Sono d'accordo con il pessimismo. Mi ha incuriosito con il "prolungamento del corpo": cosa intende, per parlarne in maniera più approfondita? E' una maniera elegante per dire che alcuni strumenti sono divenuti talmente essenziali nella nostra vita, dal quale non possiamo più separarci. L'ossessione per un qualcosa che lentamente sta prendendo il posto di noi umani, ossia i sempre più avanzati smartphones. Ovviamente non ho nulla contro chi li usa quotidianamente, ma per come vengano usati più per altri motivi decisamente più inquietanti, che per il suo uso ovvio sin dalla loro nascita. Credo di doverle fare una doverosa puntualizzazione. Anche io uso quotidianamente il mio smartphone per parlare e scrivere ai miei colleghi di lavoro, ma non bisogna per forza tornare indietro di decenni per comunicare come oggi. Secondo lei, cosa è "inquietante" nei nostri smartphones? La presenza sempre più pesante di applicazioni che non fanno altro che "drogare" l'individuo che le usa, nel senso che viene assuefatto talmente tanto da una realtà costruita a tavolino... che nella nostra non esiste. Certi individui sono alla ricerca dei loro sogni, ma gli attuali social hanno sostituito i sogni con l'assuefazione da "likes" facili. Lei crede che nella nostra attuale società che viviamo sia facile essere sé stessi, con i contenuti tossici presenti all'interno di tali social? Anche io ne approfitto per puntualizzare, dato che fortunatamente il detto dell'evitare di fare un fascio su tutta l'erba si può ancora applicare metafisicamente... e non vorrei arrivare a dire che tutti i social siano colmi di tossicità. Non chiedo di tornare ad usare Windows 95 per purificarci da questo clima sempre più rarefatto... Certo che è stato davvero deciso, in questa sua dichiarazione. Ammetto che oggi è difficile trovare il proprio io, in questa società contemporanea. Non appena ti vesti, parli e ti costruisci cose che a te piacciono, vieni tacciato come "narcisista". E' un po' esagerato dire che la maggior parte dei social sia colma di contenuti tossici, quando ve ne sono altri ancora integri e piacevoli da vedere. A proposito, cosa ne pensa di essi? Noto che lei è rimasto colpito da ciò che ho esclamato, a cuore spalancato, su ciò che penso in merito ai social... per quanto riguarda i contenuti ancora "sani", direi che sono a rischio di estinzione, dato che il suono delle monete è sempre più amplificato da altri "influenzatori" seriali che hanno fatto del mostrare ogni secondo della loro vita come una vetrinetta da usare come esempio in mondovisione. Quel genere di contenuti rimarrà ben saldo ancora per un determinato periodo di tempo, ma il problema è che non sappiamo per quanto ancora durerà... ci saranno creatori di contenuti che resisteranno ed altri che emigreranno altrove per salvarsi dalla tossicità di cui ne avevo parlato poco prima: pettegolezzi spiccioli, mediocrità, maleducazione, clickbait, pubblicità spazzatura e tanto altro. Come un fronte bellico, ma in formato virtuale. Al posto dei soldati, usano bots e trolls per demoralizzare qualunque utente gli sbarri la strada. E ci sono alcuni casi dove nonostante le numerose segnalazioni, nessun membro della moderazione si è fatto avanti per risolvere il tutto... non crede che siamo sempre più vicini ad una guerra civile, in rete? Corregga il "siamo sempre più vicini" con il "siamo già" in guerra civile. Lo siamo già sin dalla nascita di Internet, purtroppo. Le uniche oasi, per esperienza personale, dove i bots e i trolls non attaccano sono i forum ed altre community ben sorvegliate dalla loro moderazione. Perché i moderatori che si scelgono, sanno prendersi la loro responsabilità di bannare chi è pericoloso sia per loro che per altre comunità internettiane. Soprattutto perché sono veterani di Internet e sono stati a stretto contatto con i trolls/bots, avendo già scoperto loro stessi che di solito vengono aizzati dai grandi della piattaforma per zittire chi non la pensa come loro, abusando più volte del proprio potere per costringere altri suoi omonimi a pensarla come lui... Quindi lei frequenta continuamente tali spazi virtuali. Un'altra domanda un po' personale: lei ha mai lavorato come moderatore, in tali "oasi"? Sì. Perché non volevo che utenti innocenti venissero bullizzati da degli omuncoli che si credono onnipotenti per via del loro esercito di trolls. Ed è per questo che ho voluto fare l'intervista, rimanendo nell'anonimato... quelli possono rovinarmi la vita con ogni mezzo a loro disposizione, telefonicamente che fisicamente. E purtroppo non esiste una vita secondaria, ho quella che mi serve per continuare a dare una mano a chi è stato vittima di bullismo da tali influencers. I trolls sfruttano l'anonimato per rimanere impuniti, ma vi sono altri utenti come il sottoscritto che lo usano per evitare conseguenze serie da loro e dai loro mandanti. Ci pensi bene: di giorno un comune cittadino, di notte un partigiano che salva delle vite prossime allo sfascio... Non ha mai pensato a un futuro, se nel caso volesse lasciare tale mestiere? Il suo intento è nobile, ma non può durare per sempre... Futuro? Quasi impossibile. Non ci ho mai pensato, dato che il "futuro" odierno è quello di lavorare gratuitamente per le grandi multinazionali che rastrellano i commercianti locali di qualsiasi nazione. Ma non è il momento di fare economia in un'intervista del genere... pensiamo solo al presente e ci continueranno a dire di pensare al presente, dato che il futuro ce lo sottrarranno altri individui che non hanno mai lavorato in vita loro. Continuerò a lavorare nell'anonimato per salvare altre persone da un futuro nefasto, e da altre che staranno guardando la nostra intervista. Mi rivolgo in particolare a chi ci guarda e a chi trascriverà ciò che noi diciamo: non siete soli in questa guerra civile. --- E' una storia di pura fantasia. I fatti e i personaggi illustrati sono da ritenersi puramente casuali. Ma, ahimè, il contesto è davvero intriso di fatti realmente avvenuti...
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