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117 risultati trovati con una ricerca vuota

  • Nosferatu(1979)-Il Vampiro nel nuovo cinema Tedesco(ovvero la depressione dell'immortalità)

    Benvenuti o ben ritrovati qui sul Sottobosco del Cinema, nell'angolo delle pellicole perdute o introvabili, anche se in questo relativo appuntamento, non si tratterà di una pellicola perduta ne tantomeno sconosciuta, bensì di un film ad oggi ancora molto apprezzato e amato, il Nosferatu di Werner Herzog con protagonista-e antagonista, Klaus Kinski. Questa è la terza parte di una serie di puntate dedicate ai vari Nosferatu, per tanto, prima di procedere nella lettura di questa, consiglio di andare a leggere le puntate precedenti dedicate all'originale Nosferatu di Murnau per una più facile e fluida lettura(che potete comodamente trovare andando nella sezione Sottobosco del Cinema qui su Dejima). Nosferatu Phantom der Natch (che sarebbe grossomodo traducibile come "Lo Spettro della Notte", ma intitolato in italiano come " Nosferatu il Principe della Notte ") è un film molto malinconico e a tratti potremmo quasi dire depresso, la trama segue chiaramente l'originale di Abramo Stoker, così come il Nosferatu originale di Murnau del 1922, laddove però Murnau fu costretto a cambiare nomi ai personaggi, il regista di questo "remake" può permettersi di chiamare i personaggi come nel romanzo, dato che i diritti nel frattempo erano scaduti e quindi il vampiro protagonista-e antagonista, diventa di nuovo Dracula, pur mantenendo l'aspetto e le caratteristiche del conte Orlok(in originale graf Orlok), Thomas ritorna di nuovo Jonathan Harker e così via. Già, ma come si è arrivati a questo, diciamo remake del capolavoro di Murnau? Ora lo scopriremo.. Il giovane Wener Herzog Werner Herzog(1942) ebbe l'idea di girare un effettivo remake di Nosferatu Eine Symphonie Des Grauens(1922), dato che il regista considerava il film di Murnau il miglior film mai prodotto in Germania, Herzog chiamò il suo collaboratore(e amico/nemico) Klaus Kinski(nome completo Klaus Günter Karl Nakszynski 1926-1991). Il giovane Kinski Come accennato prima, il problema dei diritti d'autore che molti anni prima portò alla quasi perdita di Nosferatu del 1922, non si poneva più, nel 1979, il romanzo ma in special modo il personaggio Dracula era entrato nel pubblico dominio. Herzog stesso ha dichiarato che volle girare un remake del film di Murnau così da collegare il vecchio ed il "nuovo cinema tedesco" di cui egli stesso fu uno dei primi e più importanti esponenti. Questo collegamento fra nuovo e vecchio. La Depressione dell'Immortalità Il tempo è un abisso profondo come lunghe infinite notti, i secoli vengono e vanno. Non avere la capacità di invecchiare è terribile. La morte non è il peggio: ci sono cose molto più orribili della morte. Riesce a immaginarlo? Durare attraverso i secoli, sperimentando ogni giorno le stesse futili cose . A dispetto di quanto si possa pensare, questo film è sì un fedele remake dell'originale, ma aggiunge anche qualcosa di suo, un tema anche molto attuale e che moltissimi avranno sperimentato almeno una volta, se vogliamo dirla tutta, la depressione. Ora, se dovessimo chiedere a molta gente se volesse diventare un vampiro, direbbe sicuramente di sì, senza pensare al lato oscuro di questo essere soprannaturale, quella immortalità che tanto brama l'uomo da secoli e secoli. Il Dracula di Kinski non è quell'essere aristocratico e sensuale che è l'originale di Stoker e neppure quel mostro distruttivo che è l'Orlok di Scheck-seppur conservi il medesimo aspetto. No, è decisamente molto più "umano", nel corso di tutto il film, si intradeve il dolore e la tristezza che il personaggio prova, come se volesse morire ma effettivamente non può, giudicando dalle sue frasi e dalla stupenda quando malinconica interpretazione di Kinski, noi- gli spettatori, possiamo effettivamente vedere la depressione di un esistenza immortale, sì, ma maledetta. Se poi, aggiungiamo che il Dracula di Kinski sia completamente solo, senza le sensuali e bellissime mogli vampire che appaiono nel romanzo e in molti adattamenti, ma che erano assenti dal film di Murnau, cosa rimane all'immortale vampiro? Nulla se non un esistenza di solitudine e malinconia, eterna, inoltre non sembra possedere i poteri che sono tipici dei vampiri e più nello specifico di Dracula, dato che durante tutto il film non si vedono mai presunti poteri effettivi, l'unico vero potere-ma più che altro effetto, è quello che aveva anche il conte Orlok del film originale, ovvero portare la peste al suo passaggio. Insomma, questa versione del personaggio è forse la più tragica e malinconica fra le molte versioni di Dracula, ma quindi si può effettivamente definire un "antagonista"? Paradossalmente si e no, seppur è vero che da una parte si intuisca che lui vorrebbe solo morire e trovare la pace definitivamente, non si suicida(o in alternativa non può per qualche istinto di sopravvivenza, seppur non ci sia un vero motivo nel film stesso), ricordiamoci che comunque questo Dracula è in ogni caso un essere malvagio e assetato di sangue, ovunque vada, porta la peste con se, effettivamente, nemmeno se volesse, potrebbe vivere in modo "normale". Nonostante alla fine del film, così come nel film di Murnau, Dracula/Orlok trovi la morte, qui si lascia intendere che non sia veramente morto, infatti la scena finale mostra Jonathan(che era stato morso varie volte da Dracula e che sta lentamente prendendo le sue sembianze, con tanto di denti davanti appuntiti) che cavalca solitario e in lontananza, probabilmente alla volta del castello di Dracula, tuttavia il dubbio rimane, se effettivamente sia ancora lui oppure lo spirito del Nosferatu abbia preso possesso del suo corpo. Jonathan cavalca nel finale del film Bene, anche per oggi, il tempo a nostra disposizione è terminato, io ringrazio tutti di avermi accompagnato in questo cupo viaggio ancora una volta. Nella prossima parte dedicatata ai Nosferatu(che dovrebbe uscire fra non molto, pausa estiva inclusa) ci occuperemo del Nosferatu del 2024, il remake(ma poi mica tanto) più recente. Alla prossima amici e amiche! "Il Sottobosco Vive, lunga Vita al Sottobosco"

  • The Sandman(1991)-Quando lo Stop Motion diventa Capolavoro

    Benvenuti o nel caso siate di ritorno, ben ritrovati, cari amici lettori e amiche lettrici, sul Sottobosco del Cinema, dopo una settimana di pausa(nel caso non lo sappiate, a settimane alterne pubblicherò, comunque) siamo tornati qui sul Sottobosco del Cinema in una delle rare volte in cui non parliamo di pellicole perdute, ma bensì di film-o corti, sconosciuti ma che merita molto, il caso di oggi in modo particolare, posso affermare che questo è il mio corto in assoluto preferito degli ultimi decenni. Come accennato, grazie al cielo, il cortometraggio di oggi non è perduto(e qui di conseguenza ecco il motivo per cui non è inserito nella rubrica "L'Angolo del Perduto), ma è anzi, totalmente e interamente visibile su YT, parliamo del cortometraggio chiamato "The Sandman" diretto e animato da Paul Berry(1961-2001), animatore a passo uno che nella carriera ha film anche famosi come The Nightmare Before Christmas (e se questo non è umanimamente considerato a sua volta un capolavoro..), ma sto correndo troppo, vediamo di andare con calma, come sempre del resto. Il logo originale di "The Sandman" Il nome originale Sandman(in italiano "Uomo della Sabbia") si riferisce ad un personaggio folkoristico tedesco(Der Sandmann), secondo la leggenda, l'uomo della sabbia farebbe addormentare le persone, in special modo bambini, buttando loro sabbia negli occhi, spiegando come mai al risveglio spesso si abbia gli occhi simil impastati, appunto che sembra ci sia polvere o sabbia dentro, ma il cortometraggio di Berry, ha ben poco in comune con la leggenda, se il personaggio originale Der Sandmann può essere considerato un "essere" buono e innocente, il Sandman di Berry è tutto completamente l'opposto, il Sandman di Berry è una creatura diabolica e solo in parte simile ad uomo(e qui, come potete vedere o dalla copertina o dall'immagine sotto, il Sandman in questo corto mi ha sempre ricordato un pò il celebre Zanardi di Pazienza, per il naso a becco, c'entra nulla, ma era giusto per citarlo). L'Uomo della Sabbia e la sua vittima. Seppur questo cortometraggio duri si e no 10 minuti in totale, è degno di nota per alcuni motivi che interessano noi sul Sottobosco del Cinema in particolare, prima però, mi sembra doveroso analizzare la trama: Il volto dell'uomo della Sabbia appare al posto della luna Analisi di un incubo ad occhi aperti Per quanto l'interpretazione sia spesso personale e difficile da rendere, proviamo insieme ad analizzare The Sandman. Il cortometraggio presenta chiare ispirazioni di natura espressionista tedesca, a cominciare dalle inquadrature, strette e larghe che siano, ma anche e soprattuto dalla casa dove il bambino-senza nome- vive, buia e con corridoi lunghi e stretti, anche le scale, che richiamano in modo molto marcato le ambientazioni del famoso "Il Gabinetto del Dr. Caligari" o "Nosferatu", l'atmosfera è permeata da un costante senso di malinconia e angoscia, complice il fatto che nessuno dei personaggi(il bambino stesso, la madre e l'uomo della Sabbia) parlino, il tutto è lasciato ai suoni, porte che cigolano, il legno del pavimento che scricciola e alla musica, cupa e allo stesso tempo onirica, guardando questo corto, si ha l'impressione di essere quasi in un sogno-o per meglio dire, un incubo. L'antagonista, ovvero il Sandman-l'uomo della Sabbia è una figura onirica allo stesso modo, quasi una sorta di apparizione spettrale, appare e scompare a piacimento, si muove in modo molto pittoresco e presenta quasi dei tratti da fantasma sopratutto perché così come nelle varie leggende, i fantasmi fanno rumore in casa, lui fa lo stesso, allertando la vittima della sua angosicante presenza, possiede chiaramente dei poteri soprannaturali e-o almeno si ha l'impressione- che possa rendere la sua presenza ignota agli adulti, dato che la madre del bambino, nel corso di tutto il corto non si rende minimamente conto della presenza di questo ospite decisamente sgradito. Ultimo ma non meno importante, si viene a sapere che il mostro, l'uomo della Sabbia, ha una prole nel suo nido(che dovrebbe essere locato sulla luna stessa) e che gli occhi presi dai bambini servono come cibo per la sua mostruosa progenie. Tutte le vititme del Sandman, ormai senza occhi. Per chi volesse vedere il cortometraggio nella sua interezza(10 minuti totali): https://youtu.be/2Hz3QB31K_c (The Sandman su YouTube). Per quanto mi piacerebbe continuare per ore a trattare di corti a tema horror sia stop motion che non, il tempo a disposizione per oggi è giunto al termina, ma non preoccupatevi, presto arriveranno nuovi articoli e soprattutto le nuove puntate de L'Angolo del Perduto! Grazie a tutti per il vostro supporto, significa molto per noi. Non mi resta che augurarvi buona visione nel caso vediate il cortometraggio e salutarvi con un caloroso "arrivederci alla prossima!". "Il Sottobosco Vive, Lunga Vita al Sottobosco"

  • Il Fantasma dell'Opera(1925)- Storia di un capolavoro e come fu adattato(2 di 2)

    (Continua dalla puntata precedente..) Dunque, l'altra volta ci eravamo fermati alla storia e alle varie versioni di questo film, in breve, alla pre-produzione, ma è giunto il momento di una piccola analisi a fondo. Prima però vorrei prendere un momento per parlare del magnifico cast presente in questo film, tutti attori famosi e apprezzati all'epoca, probabilmente con Chaney primo fra tutti. Il cast principale de Il Fantasma dellOpera: In alto Lon Chaney(sinistra) Mary Philbin(al centro), Norman Kerry(destra). Sotto: Arthur E. Carewe Di Lon Chaney ne abbiamo già visto la vita e la storia nella prima parte, quindi passiamo alla bellissima Mary Philbin. Mary Loretta Philbin (1902-1993) che in questo film recita la parte di Cristina Daaè, fu un attrice molto famosa nella prima epoca del muto, ricordata oltre che per il ruolo di Cristina(o Christine) Daaè, si ricorda il suo ruolo nel film The Man Who Laughs(L'uomo che Ride) al fianco della stella Conrad Veidt. Mary Philbin ha recitato poi in moltissimi altri film, purtroppo, una gran parte di questi sono andati perduti, ultima nota, la sua carriera finì con l'avvento del sonoro, seppur(da come possiamo ascoltare nei frammenti audio de Il Fantasma dell'Opera) avesse anche una voce soava. Norman Kerry, nome d'arte di Norman Hussey Kaiser(1894-1956) nella parte dell'odiato Raoul Visconte di Chagny. Nella sua carriera ha recitato in moltissimi film, troppi da elencare, la sua carriera durò dal 1916 al 1941, recitò anche in alcuni film sonori, ma come spesso accadeva per le celebrità del cinema muto, non ebbe lo stesso successo di un tempo. Arthur Edmund Carewe, vero nome Hovsep Hovsepian(1884-1937) ne Il Fantasma dell'Opera interpreta il Persiano(o Ledoux in alcune versioni). Attore armeno attivo fin dal 1919 fino al 1936, anno in cui recitò nel suo ultimo film, sonoro. Il cast comprende anche la nipote di Carl Laemmle, chiamata Carla Laemmle(sul serio!) nel ruolo non creditato di Meg Giry. Dunque, ora che conosciamo il cast, possiamo passare alla trama, che grosso modo è praticamente identica al romanzo, con, come visto nella prima parte, qualche differenza.. Il Fantasma della Grande Opera <"Cristina Daaè è una giovane ragazza, cantante mediocre ma che misteriosamente grazie ad una figura che lei chiama "La Voce" o "L'angelo della Musica" riesce ad ottenere il successo e a superare tutte le altre cantanti della famosa Opera Garnier di Parigi. La Voce si rivela essere un uomo, con indosso una maschera che le dichiara il suo amore ed inizialmente Cristina accetta il tutto di buon grado, dimenticandosi, almeno momentanamente del suo amore, non ancora dichiarato, di una vita, il visconte Raoul di Chagny, ma l'amore è spesso ingiusto e triste e quindi non tutto andrà come prestivo. La Voce è in realtà il famigerato Fantasma dell'Opera, una leggendaria figura che si dice vaghi per il teatro Garnier, ma Cristina ben presto scoprirà che sotto la maschera si cela un pover'uomo orrendamente sfigurato, chiamato Eric e verrà rapita da quest'ultimo in un ultimo disperato tentativo di essere amato. Crisitina così contro la sua volontà infine, è costretta ad esibirsi per Eric e a sposarlo, sotto ricatto di far esplodere l'intero Palais Garnier in caso la giovane rifiuti, da li a breve però sarà salvata da Raoul e da un altrettanto misteriosa figura nota solo come Daroga o Il Persiano, infine una folla inferocita per le malefatte del Fantasma riesce a raggiungere il suo nascondiglio sotto il teatro dell'opera e in un brutale gesto di auto-giustizia lincerà il povero Eric lo getterà nella Senna"> Ci sono però alcuni appunti da fare in merito alla trama, di come abbiamo visto, della versione finale del film, innanzitutto, no non sono impazzito, se voi avete visto il film e non avete notato nessun personaggio chiamato Daroga(o Persiano) è perché il personaggio fu rinominato Ledoux(un simpatico riferimento all'autore del romanzo originale Gastone Leroux) durante la scrittura dei dialoghi per un motivo che non è ben chiaro nemmeno oggi, sappiate però che Ledoux, il personaggio interpretato da Edward Carewe, è effettivamente il Daroga la prossima volta che avrete il piacere di rivedervi questo capolavoro. Altro appunto da notare sull'effettiva trama è il cambiamento di un altro personaggio fondamentale-circa- del romanzo originale, ovvero la Carlotta, intepretata dall'attrice Virginia Belle Pearson (1886-1958), se nella versione originale è effettivamente la Carlotta, in revisioni successive venne rinominato "Carlotta's mother"(madre di Carlotta), anche qui non si capisce bene il motivo. C'èrà una volta il Fantasma, ma poi è stato perduto Sapevate che sarebbe giunto questo punto, ovvero l'elenco di tutte le scene eliminate: Nota: Non saranno presenti le scene che furono aggiunte nella seconda revisione o"Raoul Version"(vedi la prima parte per maggiori dettagli) Fra le molte, troppe scene eliminate e oggi perdute troviamo: Cristina al cimitero sulla tomba del padre, Eric poi sarebbe apparso per suonare il violino per consolarla, Raoul sarebbe stato presente, così come nel romanzo per scacciare il Fantasma. Scena in cui Raoul va a trovare la madre adottiva di Cristina, madame Valerius/mama Valerius(personaggio poi eliminato dal film finale e probabilmente intepretata dall'attrice Edith Yorke) per discutere di Cristina. Una scena di Cristina e mama Valerius insieme Breve sequenza il cui il Daroga parla con Cristina, quest'ultima appare spaventata. Raoul e Cristina che si scambiano frasi d'amore(di questa scena però esiste la traccia audio almeno) Probabilmente il peggior taglio che potessero fare, il vero finale: Eric salva il Daroga e Raoul da morte certa(dopo averla provocata però), Cristina dolcemente si avvicina al povero infelice Eric e lo bacia in fronte, a questo punto Eric, che ha compreso il fatto che in fondo Cristina lo ha perdonato nonostante tutto, decide di lasciarla andare in un finale triste ma perfetto, il Fantasma di fatto si redime e lascia Cristina vivere il suo amore per Raoul, benedicendoli e morendo proprio nel mentre la folla irrompe nel suo nascondiglio, ma al posto di essere ostili, la rabbia si placa di colpo alla vista del Fantasma, ormai morto di crepacuore. Il Fantasma libera Cristina dalla sua promessa in un ultimo atto di amore, poco prima di morire di crepacuore. "Per alcuni egli era un fantasma, per altri un diavolo e per una.. un angelo.. Ma egli sarà per sempre ricordato come il Fantasma dell'Opera! Sì come avete potuto anche notare dalla prima parte, non sono molto fecile che abbiano tagliato il vero finale, quello giusto per tutti, il Fantasma si pente, muore felice sapendo che la sua amata Cristina potrà finalmente vivere con il suo amore di sempre, nonostante tutto, io lo definerei un finale buono-circa- ma meglio di quello che abbiamo noi oggi nondimeno. Il Fantasma è tornato, ma nessuno l'ha visto Come vi avevo promesso, parliamo di alcune curiosità relative al film in ordine sparso: Era previsto un seguito di questo film, chiamato provvisoriamente "Return of the Phantom", questo, a pensarci bene, significa che Eric è sopravissuto nella Senna. Mary Philbin e tutto il resto del cast non vide il volto di Lon Chaney, solo quando nel film il Fantasma viene smascherato lo vide, la reazione che l'attrice ha, è reale, si spaventò davvero in un primo momento. Esiste una versione completamente sonora in cui anche Lon Chaney viene doppiato, uscita nel 2012 con il titolo di "Phantom of the Opera Angel of Music Edition" Il personaggio interpretato da Carla Laemmle, seppur venga indicata come semplicemente "dancer" è in realtà pensato per rispecchiare quello di Meg Giry, quindi sì anche la piccola Giry è presente nel film a conti fatti. Seppur ne venne realizzata una versione completamente in technicolor, oggi ci rimangono solo poche scene(quella del Faust e poche altre) a colori, ma negli anni a seguire ne vennero realizzate nuove colorazioni, negli ultimi anni anche in digitale. Molte scene pensate dall'originale regista Julian dovevano essere reinserite ma per qualche motivo a noi sconosciuto così non fu e di conseguenza sono oggi perdute, con solo alcune foto di scena rimaste fino a noi. Lon Chaney nell'interpretare il Fantasma una volta si ferì non gravemente, usando il filo per tenere il naso all'insù e renderlo più deforme, si tagliò inavvertitamente e sanguinò dal naso per un pò. La Universal potrebbe aver preso spunto dal film perduto Das Gespenst im Opernhaus, leggendo la recensione rimasta sino a noi(che trovate nella prima puntata di questa rubrica) ci sono tante similitudini, non solo perché il materiale di base è lo stesso, tuttavia non è certo al cento per cento che sia stato così. Il Fantasma dell'Opera è il primo vero film della serie de "I Mostri della Universal" seppur in realtà Eric non sia un mostro, ma un uomo deforme o sfigurato(a seconda delle versioni) Questo adattamento del Fantasma dell'Opera influenzò un grande attore spagnolo, Narciso Ibanez Menta(di cui abbiamo visto nella seconda puntata) da rendere possibile altri due adattamenti dedicati al celebre romanzo di Leroux, chiamati El Fantasma de la Opera. Ebbene, come vi avevo promesso, l'articolo interamente dedicato al Fantasma dell'Opera del 1925 è stato pubblicato infine, no anzi, ne sono stati pubblicati ben due a conti fatti, la parte prima e la seconda(cioè questa qui). Detto questo, io posso solo ringraziarvi come sempre del sostegno e di avermi accompagnato in questo viaggio dedicato ad uno dei film figliori mai usciti, alla prossima! " Il Sottobosco Vive, lunga Vita al Sottobosco"

  • Il Fantasma dell'Opera(1925)- Storia di un capolavoro e come fu adattato(1 di 2)

    Benvenuti o ovviamente, bentornati nel caso torniate alla ricerca della settima arte e specialmente di quelle pellicole che ormai sfuggono molto spesso ai radar, perfino dei più entusiasti cinefili, per la puntata di oggi di L'Angolo del Sottobosco, avevo inizialmente in mente di portare un altro argomento, ma ho realizzato che serve molto più tempo per stilarlo al meglio, quindi ho deciso di trattare quello che sarebbe dovuto essere il prossimo episodio, non che questo cambi nulla certo, ma è un piccolo retroscena nondimeno. Per la puntata di oggi, torneremo ad occuparci di un personaggio che qui sul Sottobosco abbiamo particolarmente a cuore ed è probabilmente il personaggio su cui ho scritto di più in assoluto fra tutti, ovverosia-come avrete capito leggendo il titolo dopotutto- il Fantasma dell'Opera, Eric ma nell'incarnazione del 1925, interpretato dalla vera leggenda del cinema Lon Chaney. Come aspettiamo allora? Andiamo tutti a teatro! Il Fantasma dell'Opera(in originale Le Fantome de L'Opera) questo romanzo di amore e morte, scritto dal romanziere Gastone Leroux ad inizio 1900(1909) e pubblicato per la prima volta in versione completa-volume- nel 1911, la storia dello sfigurato Eric e della bellissima cantante Cristina Daaè ha fatto sognare(e rattristare) moltissimi lettori nel corso di più di un secolo dalla pubblicazione. Come ho avuto modo di citare molto spesso, si tratta del romanzo preferito in assoluto di quello che sta scrivendo ora(cioè io, che mi occupo dell'Angolo del Perduto), è più che naturale che il cinema voglia adattare questa storia immortale su schermo e come abbiamo anche visto nella prima puntata di questa rubrica, non ci volle molto perché qualcuno adattasse il Fantasma dell'Opera, ovvero quel perduto Das Phantom der Oper/Das Gespenst im Opernhaus(per maggiori informazioni potete tornare alla prima puntata de l'Angolo del Perduto: Das Gespenst im Opernhaus: Fra Leggende e Verità), infatti, perduto, quindi nessuno lo ricorda più, o meglio, i più non lo ricordano, noi qui sul Sottobosco non potremmo mai dimenticarlo. Se non dovessimo quindi contare Das Gespenst im Opernhaus che è perduto, il primo adattamento che il grande pubblico conosce sarebbe Il Fantasma dell'Opera del 1925 con il grandissimo e (forse pareggiato solamente dall'altrettanto grandissimo Narciso Ibanez Menta) Lon Chaney, giustamente soprannominato l'uomo dai mille volti(e qui, mi piacerebbe un giorno, magari non troppo lontano, parlare in dettaglio della vita e della strabigliante ma purtroppo prematuramente finita carriera di Chaney). Già, ma come è nato il progetto e come si è arrivati al film strepitoso che noi abbiamo oggi? Lo scopriremo subitissimo. Laemmle assieme a Gastone Leroux a Parigi(circa 1920s) Il tutto inizia ad inizio-scusate il gioco di parole- anni 20, il fondatore dell'ormai famosissima Universal Carl Laemmle si trova in Francia, a Parigi per una vacanza e qui incontro il celebre scrittore Leroux, quest'ultimo regala una copia del suo romanzo Le Fantome de L'Opera a Laemmle, pare che l'abbia letto in una sola notte talmente è piaciuta. Naturalmente, Laemmle che è nel mondo del cinema(dopotutto fu il fondatore della Universal) decide subito di adattarlo su pellicola, oggi non sappiamo se effettivamente conoscesse il film Das Phantom der Oper, uscito solo pochi anni prima, ma sia come sia, Laemmle vuole produrre un film basato sul romanzo di Leroux e subito pensa ad un attore che all'epoca già era leggenda per il ruolo dello sfigurato Eric, ovvero Lon Chaney. Leonidas Frank Chaney(1883-1930), a volte citato come di origine italiana sotto il nome di Leone Ciani, era il figlio di due genitori sordomuti, fin da giovanissimo entra nel mondo dello spettacolo d'apprima a teatro e poi intorno agli anni 10, al cinema, prima come comparsata su sfondo o personaggio minore, con il tempo però si fece notare per il suo talento e mimica inarrivabile, anche grazie al fatto che avesse dovuto imparare la lingua dei segni per comunicare coi genitori, oltre che per l'uso esperto del make-up, era un attore trasformista, in un epoca in cui la CGI non era nemmeno lontanamente concepita, Lon Chaney riusciva ad alterare il suo fisico e aspetto in base al ruolo che avrebbe dovuto interpretare, questo suo ci fu anche talento e bravura, oltre che come vedremo ne Il Fantasma dell'Opera, si può ammirare in moltissimi dei suoi film, a mio personale avviso però la sua più spettacolare "trasformazione" la possiamo ammirare ne Il Gobbo di Notre Dame del 1923, film in cui Chaney interpreta il gobbo Quasimodo del titolo. in cui per simulare l'andatura zoppa e la gobba sulla schiena, si mise una pesante gobba finta e una specie di protesi alla gamba. In effetti, la cosa non stupisce più di tanto, Lon Chaney è sempre stato un attore così professionale che spesso e volentieri ignorava il dolore e il disagio che questi suoi travestimenti provocavano. Chaney e il suo kit personale Tornando al nostro adattamento de Il Fantasma dell'Opera, abbiamo detto che l'idea alla base ci stava, l'attore protagonista e antagonista della pellicola pure, ora mancava solo il set e chiaramente usare il celebre teatro dell'opera Garnier di Parigi non era fattibile, si decise così di creare un enorme set negli studi della Universal, fedelmente al vero teatro Garnier, fu perfino chiamato un vero artista che lavorò al teatr (Benjamin "Ben" Carrè) per le scenografie, di questo set così impressionante e di classe, saranno molti i registi che lo useranno negli anni successivi, incluso il "remake"-solo nel nome- Il Fantasma dell'Opera del 1943, con Rains. Il regista incaricato a dirigere il tutto fu Rupert Julian, già affermato ai tempi(come vedremo però, non fu l'unico a dirigere questo capolavoro). Ora che la pre-produzione era cominciata, rimaneva però un ultimo punto fondamentale da stilare, ovvero la sceneggiatura e qui dobbiamo aprire un discorso a parte. Il Fantasma delle Sceneggiature La sceneggiatura del film, fu scritta da uno sceneggiatore già conosciuto e collaboratore di Laemmle, ovvero e. Clawson e a quanto pare, almeno nelle prime fasi di stesura avrebbe dovuto essere molto più fedele al romanzo, quasi 1:1 , con anche alcune scene che avrebbero dovuto esplorare il passato di Eric,ad esempio alcune sequenze ambientate in Persia(così come Leroux ci accenna vagamente nel romanzo), di fatto, la sceneggiatura originale di Clawson prevedeva anche una spiegazione del perché il Fantasma è sfigurato, quando nel romanzo è nato in questo modo. A mio avviso-personale sia chiaro- queste scene avrebbero un pò rovinato il personaggio di Eric, appunto senza passato, ed è vero che in molti romanzi successivi si narra del suo passato, ma nel romanzo originale viene lasciato vago e contradditorio, basti pensare che Eric(o Erik) non è nemmeno il suo vero nome. Il motivo per il quale questa sceneggiatura venne scartata fu per l'enorme costo che avrebbe richiesto nonchè lavoro, quindi riscrivendo la sceneggiatura, si arrivò al film che noi oggi possiamo ammirare, beh quasi, ma ci arriveremo presto. Il volto sfigurato di Eric interpretato da Chaney(che spettacolo di make up) Chi odia, scagli la prima pietra E' storia nota fra tutti gli appassionati che questo film ebbe un lavorazione molto travagliata e infernale, con ritardi, ripensamenti e abbandoni, ma vi è un motivo dietro a tutto chiaramente, la prima del film in versione di prova si tenne nel 1924(a San Francisco), il film fu presentato come un thriller gotico e presentava il vero finale, cosa intendo con questo? Ora ve lo spiego tranquilli. Il finale originale de Il Fantasma dell'Opera prevedeva una redenzione per la tormentata figura di Eric, di fatto il film aveva quasi un finale felice, fra molte virgolette, come nel romanzo, il Fantasma si pente delle sue azioni e avendo capito che non avrebbe mai potuto rendere felice la sua amata Cristina, decide di lasciarla andare con Raoul de Chagny e il Persiano, in modo che possa essere felice, morendo di dolore(o crepa-cuore). Evidentemente all'epoca il pubblico doveva essere molto diverso da oggi, perché questa versione del film(che includeva anche numerossime scene aggiuntive e oggi, dai lo sapete, si, perdute) fu odiata da praticamente tutti, per la verità, non riesco veramente a capire il perché di questo, ma sia come sia, il film fu un disastro alla sua anteprima e la Universal corse ai ripari.. Eric suona il violino per Cristina-scena eliminata Il Visconte dell'Opera Così come niente fosse, il film venne rimontato,togliendo purtroppo molte scene che a giudicare dalle foto rimaste molto avevano a che fare con il romanzo, possiamo dire che questa seconda versione del film sia stata trasformata letteralmente in una stupida commedia romantica, togliendo molte delle caratteristiche gotiche e per una qualche ragione, togliendo il titolo al -de facto- protagonista, ovvero Eric il Fantasma. Ebbene, probabilmente risulterà strano o addirittura ridicolo a molti ed è stato uguale per me la prima volta che lessi di queste informazioni(perartro su diverse fonti), tenetive forte ve ne prego.. In questa versione il protagonista è niente di meno che Raoul de Chagny.. Un minuto di silenzio, cos potete riprendervi, lo so, lo so, è assurdo... - - - Ok ripresi? Bene, perché non è ancora finita, lo scempio spesso non ha fine così semplice, oltre che degradare il titolare del romanzo e film stesso, vennero aggiunte varie scene e personaggi che con il romanzo, la storia di amore, dolore e morte c'entravano come il cioccolato sulla pizza margherita, non è ben chiaro perché si decise di trasformare quello che era un perfetto thriller gotico in una ridicola, dimenticabile e noiosa commedia romantica, ma sta di fatto che così fu, però una buona notizia esiste, probabilmente per la prima volta in assoluto posso affermare di essere contento che queste scene siano andate perdute e ne rimangano solo immagini di scena e fotogrammi sparsi, davvero ridicolo... Il Fantasma ritrovato, o quasi Fortuna volle che anche la seconda versione(nominalmente chiamata da me "Raoul Version") abbia fallito in pieno e così il film venne rimaneggiato una terza, ma non ultima volta, basilarmente rimuovendo tutte quelle scene senza senso con Raoul per protagonista, che d'accordo anche nel romanzo è classificabile come protagonista, ma de facto è Eric il vero protagonista. E fin qui tutto sembrava andare bene, accadde però che il regista ufficiale del film e che viene accreditato ancora oggi, ovvero Julian, ad un certo punto, o perché si stancò o per divergenze varie, prese e lasciò le riprese, così venne chiamato un sostituto, ovvero Edward Sedgwick, ma anche lo stesso Lon Chaney girò alcune scene e in modo minore contribuì anche Ernest Laemmle(probabilmente un parente del Carl visto prima), questi altri registi non sono però effettivamente accreditita da nessuna parte. Questa terza versione è semplicemente quella che noi ancora oggi possiamo ammirare, certamente non perfetta, perché per qualche motivo che nemmeno in 100 anni potrò mai capire, non presenta tutte le scene integrali ed inoltre il finale è tagliato, mutilato, rovinato, si, non si sono degnati di aggiungere il vero e sottolineo vero finale, dove Eric si redime e diventa in fin dei conti un buono, no, il finale che abbiamo noi oggi non da nessuna pietà al povero infecile Eric, lasciandolo crudele e senza speranza, condannato ad essere linciato-e forse ucciso- dalla folla inferocita. Certo lungi da me criticare(e forse sbaglio, per via della mia preferenza) dire che questo film sia brutto o fatto male, semplicemente sarebbe potuto essere mille volte più fedele-di quanto è già- al romanzo e con un finale degno, l'antagonista che si redime infine. Il vero finale del film, Eric muore di dolore dopo aver lasciato andare Cristina con Raoul. La Voce dentro te! Come brevemente accennato prima, la terza volta non fu l'ultima che il film venne rimaneggiato, accadde infatti che solo pochi anni dopo, nel 1927 venne distribuito il primissimo film sonoro(anche se in realtà già prima esperimenti vari vennero condotti) della storia del cinema, Il Cantante di Jazz, così la Universal decise di ri-distribuire Il Fantasma dell'Opera in versione sonora, vi era solo un piccolo problema, in realtà grande a pensarci, Lon Chaney, praticamente il volto che ancora oggi associamo quando vediamo quella maschera bianca non poteva tornare perché sotto contratto con la MGM, quindi come rendere sonoro un film senza l'attore principale? Il doppiaggio dirà qualcuno, ma la realtà è che benchè sicuramente possibile, il personaggio del Fantasma/Eric rimane semplicemente muto nonostante tutti gli antri attori principali tornarono per auto-doppiarsi(e si nota che non erano abituati a recitare in film sonori/doppiare), scelta azzardata probabilmente non coinvolgere Lon Chaney e qualcuno potrebbe dire anche priva di senso, ma o quello o niente, perché di fatto Lon Chaney ebbe il tempo solo di recitare in un film sonoro, avendo una voce pure molto adatta, morì prima che potesse affermarsi il sonoro completamente. Questa versione sonora è oggi perduta e.. Aspetta un momento! Ma se prima c'è scritto che si nota che gli attori erano ancora inesperti nel sonoro! Beh, sì, risulta tutt'alpiù perduta, ma, grazie a Dio, alcuni frammenti originali si possono facilmente trovare, anche su YT. Cristina smaschera Eric nella scena più iconica in assoluto riferita al film. Ma questo era solo la prima parte di un post diviso appunto in due parti, nel prossimo "capitolo" analizzeremo il film nel dettaglio e vedremo molte cusiosità. Nel caso vi chiedeste perché ho deciso di dividerla quando di solito tendo a scrivere un unico articolo, è perché risulta veramente lungo il testo che ho in mente, quindi, per non appensatire troppo la lettura, eccola spezzata in due parte distinte e facili da leggere e ricordare. Fine! Ma continua!....

  • Il Costrutto Ebraico-La Trilogia de il Golem(1915-1920)

    Un caloroso benvenuto e un altrettanto caloroso bentornato/a a chi torna a trovarci qui sul Sottobosco del Cinema, nell'Angolo del Perduto(alla sua ottava puntata oltretutto). Nei giorni scorsi abbiamo "viaggiato" insieme dapprima nel mondo dei vampiri(leggi puntata 5 "Dracula e la Settima Arte" e puntata sesta "Nosferatu-Come un Regista adattò il romanzo Dracula") e successivamente abbiamo fatto un viaggio indietro nell'Italia degli inizi del 1900(leggi "Orrore all'Italiana-Il Mostro di Frankenstein e altri primi film horror italiani"), ebbene quest'oggi viaggeremo idealmente di nuovo indietro nel tempo, facendo tappa nella Germania di metà anni 10, perché oggi vedremo insieme la prima vera trilogia della storia del cinema, ovvero il costrutto del popolo ebraico, il golem..! Naturalmente prima sarebbe doverosa un introduzione, come sempre andando a vedere i protagonisti o meglio, in questo caso il protagonista della nostra storia.. Questo protagonista corrisponde ad un attore molto famoso-e attivo- ai tempi del primo cinema tedesco, Paul Wegener(1874-1948) è senza ombra di dubbio un attore famoso ancora oggi, almeno fra chi apprezza il cinema degli esordi specialmente in b/w e muto(tipo me, o tu che stai leggendo, altrimenti non saresti qui a leggere di film muti e in bianco e nero no?), nella sua carriera oltre che attore della neonata cinematografia fu anche attore teatrale e regista, è ricordato sicuramente però oltre che per il bellissimo Lo Studente di Praga(Der Student von Prag) uscito nel 1913 e (molto) vagamente ispirato ad un racconto di Edgar Poe(visto ? Ultimamente fa capolino spesso Edgar qui sul Sottobosco), sopratutto per tre film molto importanti per la storia del cinema, non tanto per i temi trattati o chissà quale motivo strano, ma bensì perché questi tre film costituiscono a tutti gli effetti la prima trilogia mai creata per il mondo della settima arte.. Primo piano di Paul Wegener Il primo film della trilogia, datato 1915 uscì in un periodo in cui era già iniziato il cosìdetto "espressionismo tedesco", movimento che da lì a poco ci regalerà capolavori come il Dr. Caligari(1920) e sopratutto Nosferatu(del 1922 e che abbiamo già ampliamente-ma non definitamente- trattato). Questo film, Der Golem(in italiano Il Golem) è formalmente ispirato alla leggenda omonima ebraica, ovvero quella di un costrutto, spesso fatto di argilla o materiali simili, cui un rabbino tramite una formula magica da vita e che obbedisce ad ogni comando dato, così come al costrutto è stata data la vita, può essere tolta con un altra parola. Sebbene il film sia grossomo ispirato alla leggenda, in realtà, stando alle parole dello stesso Wegener, prende anche alcune fonti di ispirazione da un romanzo ominimo(Der Golem) uscito nello stesso anno, dello scrittore tedesco Gustav Meyrink, piccola curiosità, dopo il successo del film, il romanzo di Meyrink venne ristampato in un edizione deluxe. Furono Paul Wegener insieme ad una nostra conoscenza, Henrik Galeen ad adattare la leggenda(ed il romanzo) per un film. Pubblicità americana dedicata al film(la quale fa anche da copertina all'articolo) La trama de Il Golem è la seguente: <"Durante gli scavi al quariere ebraico di Praga, un antiquario trova la statua di argilla di un uomo, l'antiquario capisce che si tratta del famoso golem, portato in vita per proteggere il popolo ebraico tramite un amuleto, così lo riporta in vita per renderlo suo servitore, ma il costrutto si innamora della figlia dell'antiquario e quando quest'ultima lo respinge, il golem capendo di un essere altro che un costrutto impazzisce e semina il panico, uccidendo alcune persone nel mentre, alla fine cadrà da un alta torre andando in frantumi"> Per quanto riguarda il cast troviamo: Paul Wegener: Nel ruolo del costrutto, il Golem del titolo Henrik Galeen: nel ruolo di Troedh(o Troedler), l'antiquario che trova e riporta in vita la statua Lyda Salmonova: nel ruolo della bella Jessica, la figlia di Troedler di cui il Golem si innamora. E' interessante notare come alcune fonti riportino anche l'attore Carl Ebert nel ruolo di Troedler, non è ben chiaro in questo caso se si tratti di un errore o ci sia un personaggio omonimo nel film. Il Golem di Wegener ebbe molto successo all'epoca, consacrando l'attore e regista al grande pubblico, il film venne distribuito anche al di fuori della Germania, arrivando in molti paesi fra cui gli Stati Uniti sotto il titolo di The Monster of Fate(di cui potete ammirare una pubblicità dell'epoca poco sopra). Eppure nonostante la larga distribuzione ed il successo qualcosa deve essere andato storto, dato che Il Golem è quasi totalmente perduto al giorno d'oggi, infatti, ci restano pochi insignificanti minuti, dovrebbero mostrare il golem che si scatena in un attacco di follia. E' bene notare che per tanti anni ormai, gira voce secondo cui una copia intera di questo film(e del prossimo che vedremo fra pochissimo) siano in realtà in mano a un collezionista privato o ad una fantomatica cineteca, come intuite da voi, sono solo voci e nulla di più, ma sarebbe interessante sapere da dove si siano originate in primo luogo. Evidentemente già qualche anno dopo Il Golem doveva essere già scomparso o quantomeno raro, perché lo stesso Wegener decide di tornare sui suoi passi, beh circa diremmo, dirigendo -e forse recitando- in un altra pellicola dedicata al mitico protettore del popolo ebraico. Still che spesso viene associato a "Il Golem e la Ballerina" Il Golem e la Bellerina(Der Golem und die Tänzerin) viene distribuito nel 1917 ma a differenza di quello che si potrebbe pensare, non si tratta di un vero e proprio sequel, bensì una chiara parodia del film orignale(probabilmente la prima vera parodia del cinema). E' difficile parlare di questo film se comparato all'altro, dato che a differenza de Il Golem, questo Il Golem e la Ballerina è totalmente perduto nella sua interezza con qualche-presunto- stills a muta testimonianza della prima parodia del cinema, è addirittura difficile stabilirne la trama e il cast, difatti molti siti creditano Wegener nel ruolo del Golem, mentre altri creditano l'attore Rochus Gliese nel ruolo del costrutto. A grossi passi la trama dovrebbe essere la seguente: < "Un attore(che dovrebbe essere lo stesso Wegener o Gliese ad interpretare se stesso, in base a chi volete scegliere) viene a sapere che il suo film ha avuto molto successo e impressionato molta gente, così ad un party decide di vestire i panni del Golem per impressionare una ballerina che sarà presente alla festa"> Come potete leggere, il film originale(cioè il primo Golem del 1915) qui assume un ruolo nella trama, rendendo la storia possibile e purtroppo forse non lo sapremo mai veramente del tutto, a differenza dell'originale film, non risulta che questo Il Golem e la Ballerina sia mai stato distribuito all'estero-fuori dalla Germania-, sicuramente ha avuto molto meno impatto del precedente, ma non sarà l'ultima volta che il cinema tedesco vedrà il costrutto ebraico.. Foto da Il Golem:Come Venne al Mondo Nel 1920, Paul Wegener decide di dover dire ancora un ultima parola sull'ormai ruolo che lo ha reso riconosciuto e amato dal pubblico tedesco e non solo, questa volta non con una parodia ma bensì quello che è effettivamente il primo prequel del cinema. Il Golem: Come Venne al Mondo(Der Golem, wie er in die Welt kam) narra un antefatto del film originale del 1915, ambientato molti secoli prima(nella città di Praga, nel medioevo), racconta della creazione della statua d'argilla e di come venne usato dal rabbino Judah Loew per proteggere il popolo ebraico dalle persecuzioni, ma il golem impazzisce nuovamente(o meglio, in base alla storia, la prima volta) e sarà una bambina, che con innocenza aveva avvicinato il costrutto a renderlo inerme, togliendoli-in modo giocoso- il pendaglio che da vita alla statua. Per quanto riguarda la trama, è di nuovo parzialmente ispirata al racconto di Meyrink, seppur è interessante notare come abbia al suo interno il personaggio del rabbino Judah Loew(Judah Loew ben Bezalel) cui la reale leggenda del golem lo vuole come effettivo utilizzatore del costrutto. Questo film risulta fortunatamente ancora disponibile ai nostri giorni ed totalmente visibile su YT nella sua interezza. Il cerchio si è chiuso, iniziando con un film, per poi realizzarne una parodia ed infine in ultimo un prequel dell'originale, ma rimane un ultimo aneddoto da citare.. Esiste infatti un ultimo film, che però è veramente sconosciuto e di cui non si conosce lo stato attuale, il film in questione, distribuito nel 1919 ed è diretto da una nostra vecchia conoscenza ovvero, Nils Olaf Chrisander( i lettori del Sottobosco sicuramente ricorderanno il suo nome come legato ad un film che qui abbiamo molto a cuore ), prende il titolo di Alraune und der Golem(ovvero Alraune ed il Golem), quindi unendo la famosa leggenda di Alraune(una specie di donna pianta e da cui venne già tratto un film, diretto da Michael Curtiz nel 1918 e oggi beh, perduto) con la figura del costrutto ebraico. Nel cast figurebbe Paul Wegener stesso ma non è chiaro se interpreti il ruolo che l'ha reso famoso o meno, dato che veramente non si trovano informazioni concrete. Ebbene, anche oggi il tempo a disposizione è finito, io posso solo ringraziarvi per avermi accompagnato in questo viaggio fra antiche leggende ebraiche e film perduti e darvi appuntamento al prossimo episodio de "L'Angolo del Perduto", restate sintonizzati che sono in arrivo succose novità e sorpresine! "Il Sottobosco Vive, lunga Vita al Sottobosco"

  • Orrore all'italiana- Il Mostro di Frankenstein e altri primi film horror italiani-

    Come sempre un caloroso benvenuto o ben ritrovati qui con me, sul Sottobosco del Cinema e nello specifico nel mondo de "L'Angolo del Perduto", che fra l'altro questo è il quinto(sesto se contiamo lo speciale) episodio dedicato al cinema perduto e dimenticato, grazie a tutti amici e amiche lettori e lettrici, sia per me, che per il mio collega, significa molto il supporto che voi ci date, non solo perché sia io che lui amiamo la settima arte con passione e devozione, ma anche perché questo progetto, il Sottobosco del Cinema appunto, ci accompagna da anni ormai, ma tranquilli, è ancora destinato a crescere e prosperare, anche come dicevo, grazie al supporto di voi lettori e lettrici. Dopo questa piccola-ma necessaria- introduzione iniziale, io direi che possiamo passare alla puntata vera e propria de L'Angolo del Perduto, questa volta tutto made in Italy.. C'erà una volta l'italia e il cinema con essa Parlare del cinema italiano delle origini, è un qualcosa di unico a mio personale avviso, non solo perché parliamo di qualcosa che bene o male è legato al nostro paese, ma anche perché ci sarebbe tanto da dire in merito, probabilmente per almeno 3-4 episodi di questo format*(se non di più chiaramente), ma siccome molti di questi primi corti e film italiani non sono di tematica gotica o dell'orrore e specialmente molti sono fortunatamente ancora visibili oggigiorno, noi come di consueto ci occuperemo di questi due generi nello specifico(ovvero gotico e orrore). (*Probabilmente ci occuperemo anche del film kolossal Cabiria eventualmente) Dicevamo, l'Italia nella prima cinematografia era molto presente, sopratutto nel genere strorico, infatti, nei primi anni del 1900, vevinano prodotti molti cortometraggi o mediometraggi a tema storico e basati su classici del genere, come i poemi omerici o comunque legati alla storia, del resto, è in Italia che nasce e si sviluppa il genere dei peplum(chiamato anche in inglese Sword and Sandal), ovvero quei film in cui c'è il classico eroe dei tempi antichi che deve combattere il male e proteggere i deboli, esempio pratico è Maciste, ma c'è ne sono molti altri. Dunque, tornando al nostro genere, cerchiamo di non perderci, tendenzialmente la nascita del cinema horror italiano viene fissata nel 1957, anno di uscita del film "I Vampiri"(di M. Bava), ma in realtà, come anche abbiamo già avuto modo di vedere sul Sottobosco originale, risale a molto tempo prima, almeno decenni, tracciandosi in realtà ad almeno gli inizi degli anni 1900(seppur sia vero che questi primi corti e film non siano nettamente di tematica horror, presentano molti elementi legati al genere). Il primo vero lungometraggio che potremmo allineare al genere risale al 1911 ed è un adattamento del celebre libro di Dante Alighieri, La Comedia, o meglio, il film si occupa solamente della parte relativa all'inferno e per l'epoca ricostruisce i girono in modo se mi passate il termine realistico, L'Inferno del 1911 contiene anche uno dei primi esempi di nudo femminile(e maschile ) nel cinema di un certo livello, infatti alcune donne a seno nudo appaiono(per ovvi motivi non metterò una foto, ma è facilmente reperibile online-incluso il film nella sua interezza). Questo L'Inferno come accennato poco sopra, non è strettamente un film di genere horror, ma sicuramente è gotico, essendo un adammento della prima parte de la Comedia, oltretutto appaiono vari demoni e scene nettamente forti per l'epoca, come Satana che divora i peccatori(come in un famoso quadro) e addirittura un uomo decapitato(grazie ad un ingenioso effetto, similmente a quello che il grande Melies usava qualche anno prima nei suoi corti). Questo film non va confuso con un film omonimo uscito nello stesso anno, decisamente più ambizioso(ne verrà anche fatto una versione più lunga includendo purgatorio e paradiso) ma senza il tocco sensuale, infatti non sono presenti scene di nudo. Dante e Virgilio in una scena de L'inferno(1911) Nel 1911 viene anche prodotto e distribuito il film di Arturo Ambrosini "La Maschera Tragica", vagamente ispirato ad un opera di Edgar Poe(di cui abbiamo esplorato gli adattamenti giusto due episodi fa), ovvero "La Maschera della Morte Rossa", in America venne usato il titolo omonimo originale per la distribuzione(The Masque of the Red Death). La Maschera Tragica dovrebbe essere un film perduto, dato che in rete non si trova nulla, se non menzioni-oltretutto solo in inglese-, ma non saprei dirlo con certezza assoluta. Nel corso degli anni 10 non vengono prodotti film a tematica italiani, o almeno che ci siano giunti, potrebbero essere andati perduti e dimenticati del resto. E' da segnalare un altro adattamento di un opera di Poe, uscito nel 1914 ovvero "Il Pozzo ed il Pendolo"(adattamento dell'omonima storia "The Pit and the Pendulum"). E' però con gli inizi degli anni 20 che verrà distribuito il primo vero film con il quale io fisso personalmente la nascita del cinema horro italiano, un famoso film che qui sul Sottobosco abbiamo particolarmente a cuore, mi riferisco al perduto "Il Mostro di Frankenstein" del 1920.. Manifesto francese con il titolo "Le Monstre"(Il Mostro) Il Mostro di Frankenstein del 1920, diretto da Eugenio Testa non è il primo adattamento del famoso romanzo di Maria Shelley(il Moderno Prometeo), già qualche anno prima ne uscirono due basati su questo iconico romanzo, tutti e due americani(rispettivamente Frankenstein del 1910, il primo vero adattamento e Life Without Soul del 1915). Ma ad ogni modo questo film del 1920 è il primo film horro italiano in assoluto, o almeno, che si possa totalmente legale al genere, data la presenza della Creatura(il Mostro di Frankenstein, di cui ricodiamo, non è il nome vero), è interessante notare tuttavia che nel film, stando alle informazioni reperibili, compaia anche il personaggio di Sansone, interpretato dall'allora famoso strong-man Luciano Albertini(in uno dei primi esempi di doppio ruolo, dato che interpreta anche il creatore della Creatura, ovvero il barone o dottore Frankenstein), quindi questo significa che Il Mostro di Frankenstein è sì un horror ma mischiato con il genere peplum, data la presente di Sansone, personaggio eroico molto in voga nel genere. Personalmente mi piacerebbe vedere quanto della Shelley è presente nel film.. Fra i membri del cast, troviamo attori conosciuti dell'epoca ma che oggi poco vengono ricordati: Luciano Albertini: Barone Frankenstein/Sansone Linda Albertini: Elizabeth Umberto Guarracino: Il mostro Come accennato prima, Luciano Albertini fu uno strong-man(o culturista) molto prestante fisicamente, fu la sua casa di produzione la Albertini film a produrre questo film, mentre per quanto riguarda Linda Albertini è difficile tracciare una storia concreta, dato che questo non è il suo vero nome, ma è sicuro fosse la moglie di Luciano, la troviamo spesso in suoi film ed è conosciuta per il ruolo di Sansonette(una versione femminile di Sansone in pratica). Discorso diverso per Guarracino, attore molto attivo nel cinema italiano(e tedesco) degli inizia del 1900, recitò anche nel famoso colossal Cabiria e in alcuni film su Maciste. Foto di Linda Albertini L'unica immagine rimasta fino a noi Come avrete intuito dal poster sopra, Il Mostro di Frankenstein ebbe un discreto successo, sia in patria che all'estero, venne distribuito sicuramente in Egitto e in Francia(il poster sopra è in francese appunto) e mi sembra giusto citare che per una volta tanto, sappiamo il motivo per cui il film è andato(tristemente, malauguratamente) perduto, il motivo è presto detto, fu la censura a farne uno scempio, tale da ridurre il film dell'originale durata sconosciuta a soli 30-39 minuti. Del 1920 è anche un altro film che potremmo citare, non propriamente horror o gotico, ma presenta elementi del genere, il film "La Bella e la Bestia", diretto da Umberto Fracchia, nonostamente il titolo non è un adattamento della classica famosa omonima, è solo vagamente ispirato ad un racconto omonimo, la pellicola segue le vicende di un mostro(che non è un uomo trasformato) e di una ragazza che non vuole sposarsi, il film è andato perduto(che novità, vero?). L'unica foto rimasta de "La Bella e la Bestia" Per tutti gli anni 20 non vennero prodotti altri film a tematica horror noti, questo anche per via della censura imposta dal Fascismo, dobbiamo viaggiare fino agli anni 30 per vedere un capolavoro che purtroppo oggi è dimenticato a torto, il cortometraggio "Il Caso Valdemar" del 1936, Scena de "Il Caso Valdemar" Questo cortometraggio mai ufficialmente distribuito(per la censura dell'epoca) e basato su un racconto di Edgar Poe(notate che il suo nome viene fuori spesso, sì?), il cortometraggio riadatta l'omonimo racconto "Le Verità del caso Valdemar"(The Facts in the Case of M. Valdemar) ed è forse il primo vero esempio di film body-horror ante-litteram, ma andiamo con ordine, mi sembra doveroso. Il Caso Valdemar fu diretto da Gianni Hoepli e Ubaldo Magnaghi presenta un cast composto interamente da attori oggigiorno-e forse allora- sconosciuti, di cui non si fa nemmeno spesso menzione, pur essendo noti. Scena de Il Caso Valdemar, in cui si nota il gioco di ombre. Una delle molte inquadrature oniriche presenti nel cortometraggio La trama condensa il racconto di Poe in pochi minuti ma unici, essendo un film "artigianale" e mai ufficialmente distribuito nei cinema dell'epoca, ci presenta un mondo in bianco/nero e completamente muto, nonostante il sonoro era già diffuso in quegli anni(ufficialmente dal 1927, in realtà molto prima), è evidente che la scelta di non aggiungere il sonoro ne musiche, è una scelta non casuale, per rendere il Caso Valdemar più onirico e allucinato possibile, le inquadrature giocano molto sull'ambiente(come la famosa statua) e sui volti degli attori, i quali danno sfoggio di mimica facciale esagerata e sopra le righe, proprio per rendere chiaro allo spettatore che il tutto è una vicenda strana, assurda, paurosa. Non esistono veri e propri personaggi con nomi propri, ma semplicemente vegono creditati in base al ruolo(es. dottore, comare, donna etc), l'unico personaggio nominato è il signor M. Valdemar. Un esempio dei volti "esagerati" degli attori Ma il Caso Valdemar è sicuramente conosciuto(ironicamente) ai nostri tempi per una delle prime scene gore(ci tengo a precisare, gore realistico) della storia del cinema, così come il racconto di Poe, il signor Valdemar muore miseramente ma reso su pellicola in modo decisamente impressionante per l'epoca(1936), con un intera sequenza del suo volto che marcisce, si liquefa, rivelando lo scheletro ed il teschio, questo è probabilmente il primo vero caso di body-horror e decenni prima di film come "Cannibal Holocaust" per citarne uno famoso. Tutto il processo è mostrato crudo e nudo su pellicola, con saltuari cambi sulle facce paralizzate dalla paura e all'orrore dei personaggi. Per ultimo ma non meno importante, sono felice di poter citare il fatto che questo corto non è perduto ed è totalmente visibile su YT(ma vi consiglio di andarlo vedere solo se non siete facilmente impressionabili). Dunque, per quanto mi piacerebbe continuare e ampliare discorsi lasciati senza punto, anche oggi il nostro tempo a disposizione è finito, ma non dovete preoccuparvi, di certo torneremo ad occuparci dei punti aperti in futuro, sempre qui su "L'Angolo del Perduto", io come sempre, vi dico un grande grazie per aver letto e viaggiato con me nel mondo del perduto.. Alla prossima! "Il Sottobosco Vive, lunga Vita al Sottobosco"

  • Nosferatu(1922)- Come un Regista adattò il romanzo Dracula

    Benvenuti o ben ritrovati, come sempre qui con me sul Sottobosco del Cinema, con un altro appuntamento de "L'Angolo del Perduto", seppur l'argomento di oggi, non sia perduto nel vero senso della parola... Come ho promesso, parleremo di un grande classico del cinema gotico dell'orrore e uno dei simboli dell'espressionismo tedesco, oggi parlremo del primo adattamento del romanzo di Abramo Stoker, Dracula. Prima di continuare però, io consiglio vivamente di andare a recuperare la precedente puntata dedicata al tema di Dracula al cinema(che potete trovare sotto il titolo di "Dracula e la Settima Arte") in modo da collegarsi con la puntana odierna. Dopo questa relativamente breve premessa, è tempo di entrare nel vivo dell'argomento, com'è nato il film Nosferatu del 1922. Max Schreck(sinistra) Wilhem Murnau(centro) e Albin Grau(destra) La genesi del capolavoro Nosferatu non è legata a doppio filo con il romanzo di Abramo Stoker, almeno non inizialmente, infatti, prima ancora dell'idea di girare un film sui vampiri, ci fuono altre idee...Ma sto correndo troppo, come di consueto, è bene presentare i protagonisti di questa nostra storia. Il cinema tedesco era già molto attivo agli inizi degli anni 20, basti pensare a capolavori come Il Golem(Der Golem del 1915 ed oggi perduto) o anche al mai dimenticato, almeno qui sul Sottobosco, Il Fantasma nel Teatro dell'Opera(Das Gespenst im Opernhaus del 1916), quindi non stupisce quando nel 1921, due signori decidono di fondare una nuova casa di produzione, questi due signori sono l'architetto(e nemmeno troppo segretamente) occultista Albin Grau(1884-1971) ed Enrico Dieckmann(????-????), i due fondano quindi una nuova casa di produzione, che prenderà il nome di Prana Film. L'intento è quello di produrre film su tematiche soprannaturali e gotiche, dato il fatto che Grau fosse effettivamente un seguace dell'occultismo, inizialmente secondo alcune fonti(ma non è universalmente accettato), il loro prima film sarebbe dovuto essere a tema spiritico, cioè con dei fantasmi, ma ben presto si cambiò idea... Stando allo stesso Albin Grau infatti, lo stesso ebbe l'idea di girare un film sui vampiri da una sua personale esperienza, nell'inverno del 1916, nel pieno della Grande Guerra, il giovane Albin incontrò un contadino serbo il quale avrebbe affermato che il padre sarebbe un revenant e uno dei non-morti. Dunque l'argomento del primo film della Prana c'èrà, un film sui vampiri, già ma quale storia produrre? Non è noto se all'epoca la Prana Film conoscesse il film, oggi perduto, Drakula Halala(di cui abbiamo parlato nella scorsa puntata) del 1921, ma sicuramente, è plausibile che lo conoscessero. Non è chiaro come da un film sui vampiri si sia arrivati ad un adattamento del romanzo Dracula-che all'epoca sicuramente era molto famoso e apprezzato- ma sia come sia, Grau e Dieckmann incaricano lo scrittore Henrik Galeen(1881-1949) di scrivere una sceneggiatura tratta da Dracula, scelta sicuramente molto saggia e azzeccata vista a posteriori, Galeen era già all'epoca(siamo intorno al 1921-22) conosciuto per aver co-scritto film come Lo Studente di Praga(Der Student von Prag del 1913) insieme al perduto Il Golem(Der Golem del 1915), in quest'ultimo prese anche parte come attore e co-regista. Galeen scrive adatta e scrive la sceneggiatura, ma siccome la Prana Film non aveva chiesto e pagato i diritti per adattare il romanzo alla vevova di Abramo Stoker, Florence, cambiò alcuni dettagli, come il periodo di ambientazione(se il romanzo è ambientato in epoca contemporanea, per quando fu scritto e pubblicato, vale a dire fine 1800, Nosferatu sarà ambientato negli anni 30 del 1800), il luogo dell'azione da Londra alla Germania e sopratutto i nomi dei personaggi, tutti "germatizzati". Poco tempo dopo, venne contattato il geniale regista Friedrich Wilhelm Plumpe, meglio consciuto come Murnau(1888-1931), che all'epoca era sicuramente già conosciuto per aver diretto alcuni film ma oggi andati perduti, è interessante notare come lo stesso Murnau abbia dato del suo al mito del vampirismo, infatti riscrivendo alcune pagine della sceneggiatura di suo pugno, fu lui ad introdurre alcune caratterische al vampiro e soprattutto a renderlo debole alla luce del sole, nel romanzo originale Dracula può camminare di giorno, pur a patto di essere più debole del solito. Per il ruolo del protagonista, o meglio antagonista principale venne scelto il semi-sconosciuto Max Schreck(1879 –1936) di cui attorno alla strabigliante interpretazione nasceranno molte leggende anche attuali. Il logo uffuciale della Prana Film "Nosferatu...Questo nome non suona come un urlo di morte a mezzanotte? Non pronunciatelo forte, o le immagini della vita svaniranno nelle ombre, e gli incubi aumenteranno e si nutriranno del vostro sangue" Manifesto originale realizzato da Albin Grau Così nel 1922, il 4 marzo, a Berlino viene finalmente proiettato in prima assoluta, il film Nosferatu Eine Symphonye Des Grauens(che significa grossomodo Nosferatu-Una Sinfonia D'orrore), il film, primo vero adattamento-seppur non autorizzato- del romanzo Dracula ottenne molto successo e fu molto apprezzato da critica e pubblico, ma qualcuno tramava(è proprio il caso di dirlo), infelice di questo successo, che sia torto o a ragione, lo lascerò a voi giudicare. Come abbiamo citato prima, la Prana Film non ebbe chiesto nessun permesso(e sopratuttto non ebbe sborsato un centesimo) a Florence Stoker, quindi quest'ultima fece causa al neonato studio di produzione tedesco, a quanto pare aver cambiato molti dettagli non fu sufficente per evitare una causa, nemmeno il finale totalmente diverso bastò. Il resto è purtroppo storia nota, la Prana Film fu giudicata colpevole di aver infranto il copyright e fu condannata a risarcire Florence e come se non bastasse a dover distruggere tutte le copie di Nosferatu fino ad ora distribuite. Florence Stoker avrebbe quasi reso totalmente perduto questo film se non fosse stato per la prodezza e la realizzazione di un uomo, che non volendo vedere il suo film andare perduto lo salvò, infatti Murnau stesso, chiaramente consapevole del destino che Nosferatu avrebbe incontrato, decise di salvare una copia personale del suo film e la nascose, anni dopo venne ritrovata e di conseguenza è grazie a F.W Murnau se possiamo vederci il film nella sua interezza(e nel corso degli anni venne rimasterrizato, ripulito e distribuito un infinità di volte, fino al recente -e ammetto eccellente- blu-ray di qualche anno fa). Tutto sembra lieto per come la vediamo oggi, già, ma all'epoca la Prana Film fu costretta a dichiarare bancarotta dopo aver risarcito Florence Stoker e chiuse definitavamente dopo solo un film prodotto, personalmente- sia chiaro- mi chiedo chissà quanti altri film magnifici avrebbe potuto produrre se non fosse stata costretta alla bancarotta.. Nosferatu e Dracula, i due volti del conte (Saranno chiaramente presenti spoiler, ma ormai, il film è di più di 100 anni fa e sono sicuro che pure i muri conoscano la storia dell'immortale Dracula) Max Schreck e il Dracula di Bela Lugosi Come abbiamo visto, nell'adattare il romanzo, lo scritto Galeen cambiò molti dettagli originali, ne aggiunse e ne rimosse. La principale differenza è chiaramente il protagonista(e antagonista) stesso, Dracula o come viene chiamato nel film Orlok(in originale Graf-Conte-Orlok) si presenta decisamente molto diverso dal vampiro ideato da Stoker, non solo per il nome ma anche per e sopratutto l'aspetto, se Dracula nel romanzo(e in molti adattamenti) appare come un uomo tutto sommato normale che potrebbe confondersi facilmente fra la folla, il conte Orlok è totalmente l'opposto, calvo, pallido, alto e magrissimo con unghie affilate ad artigli(la celebre scena della scala..) e orecchie appuntite, quando cammina sembra levitare ed inoltre ha il "potere"(o meglio, effetto) di portare la peste quando viaggia, con i suoi topi al seguito ed infatti Orlok non ha i canini appuntiti ma i denti davanti, facendolo assomigliare molto di più al topo che non al pipistrello. La famossima scena della scala Anche caratterialmente i due personaggi non sono uguali, se con Dracula possiamo intravedere una sorta di amore(a modo suo) verso la povera Mina Harker, il conte Orlok non prova nulla se non il desiderio di nutrirsi del sangue di Mina(o come viene chiamata nel film Hellen, o in italiano Elena). Per quanto riguarda poteri e debolezze, come accennato brevemente prima, il conte Orlok è pressochè legato alla sola notte, il Dracula originale di Stoker poteva anche camminare sotto il sole, il quale lo rendeva solo più debole, mentre Orlok(grazie all'aggiunta di Murnau) muore anche per il sole all'alba. Fra gli altri cambiamenti possiamo citare: -I comprimari sono diversi o non esistono Il personaggio di supporto Van Helsing, non compare, In Nosferatu è presente un dottore, che vagamente può essere ricondotto al celebre cacciatore di vampiri, sì, ma ha una fugace apparizione, i personaggi di Quincey Morris, Arthur Holmwood e John Seward sono presenti sotto nomi diversi ma hanno ruoli decisamente minori rispetto al romanzo originale. -Non sono presenti le mogli di Dracula/Orlok Se nel romanzo, il conte ha già tre bellissime mogli-vampire-, nel film di Murnau, Orlok è totalmente solo, anche se non sembra esserne triste(a differenza della versione di Kinski del 1979) -La peste che colpisce la città Quando Orlok approda in Germania(nell'immaginaria città di Wisburg) porta con se molti topi e di conseguenza la peste si diffonde in città, mietendo molte vite. -La morte di Mina/Elena Nel romanzo Mina riesce a vincere Dracula e a sopravvivere al diabolico vampiro, mentre nel film Nosferatu, Elena/Mina si sacrifica per salvare il marito Jonathan/Thomas, lasciandosi dissanguare mentre fuori spunta il sole. -La morte di Orlok Nel romanzo, Dracula viene ucciso dai protagonisti, mentre nel film, il conte Orlok trova la morte per colpa del sole, essendosi attartado nel bere il sangue di Elena. -Il personaggio di Renfield Seppur un personaggio pressochè uguale(chiamato qui Knock) esista, dopo metà film esso scompare di scena totalmente e senza spiegazione. Ci sarebbero poi una serie molto lunga di piccoli dettagli tipici dell'espressionismo tedesco e sopratutto tanti messaggi occultisti(opera di Albin Grau stesso), ma sono così tanti e velati che occorebbe un articolo tutto dedicato-che forse arriverà-. Prima di chiudere, avevo molto sinteticamente accennato alle leggende che giravano e ancora oggi girano sull'attore Max Schreck, ne riparleremo prossimamente, quando ci occuperemo nuovamente di Nosferatu.. "..e il miracolo si avverò: in quel preciso momento la Peste sparì, e come sconfitto dai vittoriosi raggi del sole, l'ombra del Vampiro svanì." Ebbene, come sempre, il tempo a nostra disposizione è finito, per la puntata odierna, vi ringrazio di avermi fatto compagnia e vi dico un caloroso alla prossima ! "Il Sottobosco Vive, Lunga Vita al Sottobosco"

  • Dracula e la Settima Arte-I primi "adattamenti" perduti

    Ah, benvenuti e/o benritrovati nel caso siate di ritorno, come sempre qui nell'angolo del perduto, io farò da guida e narratore nei nostri viaggi dedicati al cinema delle origini e molto spesso anche dedicati ai film che oggi sono andati tristemente perduti, ma come ho sempre modo di citare, mai dimenticati del tutto.. Quindi, mettetevi comodi, magari con qualche snack o bibita, stiamo per entrare in un reame da incubo, fatto di revenants e sangue... Nel mondo dei vampiri! Il mito del vampiro(come avevamo già avuto modo di accennare tempo fa, sul Sottobosco-leggi blog- originale) è antichissimo, fin dalla notte dei tempi, l'umanità ha paura del non morto, o revenant, tornato in vita per uccidere i viventi succhiando loro il sangue, continuando la sua non-vita dannata, ma se dovessimo proprio indicare quando il mito del vampiro(almeno nella sua forma moderna) sia esploso, dobbiamo conoscere uno scrittore molto apprezzato e famoso, ovvero Abramo Stoker(1847–1912). Foto- a colori posteriori- di Bram Stoker Sia pur vero che molti autori precendenti lavorarono sulla figura del vampiro, con romanzi e racconti già a partire da almeno un secolo prima della nascita di Abramo Stoker, giusto a titolo di esempio possiamo citare: Varney il Vampiro(Varney the Vampire; or, The Feast of Blood), Il Vampiro(The Vampyr) e il celebre Carmilla, avente per protagonista la vampira lesbica del titolo. Tutti questi racconti e romanzi precedenti però non ebbero una presa così potente sul grande pubblico come lo ebbe il romanzo Dracula. Edizione in lingua inglese di Dracula La storia, scritta in forma epistolare in diari e lettere dei vari personaggi racconta di un male indescrivibile e molto antico(se vogliamo identificare il Dracula del romanzo come il reale Vlad Tepes, Dracul, almeno), un male tangibile, senza pietà e destinato a perseverare nel mondo se non fermato prima, nel corso del romanzo tuttavia(a differenza di moltissimi adattamenti) il personaggio che potremmo definire sia protagonista che antagonista, ovvero il conte stesso, non viene mai approfondito molto, difatti Stoker, non spiega come egli sia diventato vampiro o il suo passato(tranne qualche piccolo dettaglio qui e lì). Il romanzo fu un totale successo, sia oggi, sia allora, pensiamo a Dracula, uno straniero che "invade" il Regno Unito, molti tendono a rivedere nel romanzo di Stoker la paura per il diverso, lo straniero, in poche parole, l'immigrazione. Non è forse logico che anche il cinema voglia trasportare questa storia senza tempo su pellicola? Dopotutto, già ai tempi di Stoker stesso ne furono adattati vari spettacoli teatrali.. Il Vampiro al cinema Sia pur chiara una cosa, di cortometraggi con personaggi vagamente vampirici erano già stati prodotti nei primi anni del 1900, ma questi ultimi solo vagamente erano vampiri, anzi, molto spesso non si trattava di veri non morti, ma di vamp(termine che indica la classica seduttrice letale, bellissima ma perisolosa, insomma, una femme fatale), come ad esempio il celebre corto di Vignola "The Vampyr"(del 1913, da non confondersi con una pellicola omonima, The Vampire), Il primo vero film indicato come avente per protagonisti(o meglio, antagonisti) creature vampiriche, sarebbe un film tedesco del 1916(e qui mi sembra famigliare mh), ovvero Una Notte di Orrore( Nächte des Grauens ), film oggi perduto(e anche qui mi sembra di averlo già sentito), il film in questione risulterebbe il primo film in cui compaiono i classici vampiri con canini lunghi e appuntiti. Ma tutti questi non hanno niente a che fare con Dracula, per il primo vero adattamento su schermo di Dracula dovremmo aspettare il film Nosferatu del 1922, di cui però non andremo ad analizzare in questa puntata, perché? Beh, mi sembra ovvio, Nosferatu merita un articolo tutto per se. Ebbene, qui ci concentraremo sugli altri pochi adattamenti e non che furono prodotti o così pare almeno, prima del capolavoro di Murnau, pronti? Pronti! Qui vorrei un attimo di attenzione, le fonti e le informazioni sono veramente molto confuse, ma io come sempre cercherò di guidarvi al meglio che posso permettermi, non preoccupatevi. Riproduzione del presunto poster originale Dunque, il primato per il primo vero adattamento di Dracula, andrebbe condotto a tre presunti film, tutti -a quanto si dice- prodotti nel 1920 e questi sono: Drakula((Дракула) Film realizzato nella Russia del 1920. Dracula(Drakula ) Film ungherese(da non confordersi con Drakula Halala, di cui vedremo a breve) Dracula Film realizzato in Romania, ovvero nella patria del vero conte(o almeno, se continuiamo a vedere il personaggio come Vlad Tepes) Il fatto è che, di questi film non sappiamo assolutamente niente, non esistono stills, non esiste un cast noto, non esiste nessuna vera informazione concreta ma solo fugacissime menzioni in merito. Quello più "famoso" dei tre è sicuramente il Drakula russo(poster sopra) e qualche anno fa addirittura si vociferava che fosse stato ritrovato, ma alla fine fu solo un falso, o meglio, un semplice omaggio. Il Drakula che omaggia il presunto film del 1920 Per quanto riguarda gli altri due,quello romeno e quello ungherese addirittura si fatica a trovare pure menzioni degne di nota, tanto che secondo i più non sarebbero veramente mai esistiti, dunque se non dovessimo contare questi tre (presunti) film, il primo lungometraggio in cui comparirebbe il personaggio sarebbe il Drakula Halala citato prima, anche se non un vero adattamento... Novelizzazione del film Dicevamo, la prima pellicola in cui compare il vampiro, Drakula Halala(che significa grosso modo "La Morte di Drakula) è un film austro-ungherese del 1921, diretto dal regista (oggi pressochè sconosciuto, alzate la mano se lo conoscete) Károly Lajthay ed è (tanto già lo sapete, o avrete indovinato) tristemente andato perduto. La Morte di Drakula, fu scritto oltre che dallo stesso regista Lajthay anche da un altro, diciamo famoso regista, Mihály Kertész, sicuramente il nome dirà molto poco o anzi, nulla ai più, vi dico allora che Mihály Kertész diventerà famoso in America come Michael Curtiz. Dicevamo del film, il quale non è assolutamente un adattamento del romanzo di Abramo Stoker, difatti, non c'entra assolutamente niente con il libro, a pensarci a fondo, potrebbe essere questo il motivo per il quale questo film non subì l'ingiusto fato di Nosferatu.. Del perché sia andato perduto, non ci rimangono molte teorie sensate, dato che come accennato sopra sicuramente non fu denunciato dalla vedova di Abramo Stoker, è possibile che semplicemente non avessero molta cura nel conservarlo o che andò distrutto o ancora che una copia possa esistere. La storia..: La diabolica cerimonia nuziale Questa sinossi qui sopra, tuttavia, è la versione che si può leggere sulla novelizzazione ufficiale del film, pubblicata poco tempo prima(o dopo) l'uscita del film. Parlando a ragione del cast, è noto: Paul Askonas nel ruolo di "Drakula" Margit Lux(o Lena Myll a seconda delle fonti) nel ruolo di Mary Dezső Kertész nel ruolo di George, il fidanzato di Mary Carl Goetz nel ruolo dell'Uomo Buffo(o Uomo Divertente) Paul Askonas è "Drakula" (molto probabilmente) Drakula si introduce nella camera della giovane Mary in uno still sopravvisuto Ultima cosa da notare, qualche anno fa è uscito un remake di questo film, basato chiaramente sul libro ufficiale del film. Il remake in questione è molto ben strutturato come allora, cioè muto ed in bianco e nero con estremo uso della mimicità facciale e corporea. Anche oggi, il tempo a disposizione si è concluso cari lettori e lettrici, io mi auguro vivamente che abbiate apprezzato questo nostro viaggio nel mondo del vampirismo e del cinema(perduto), come sempre non posso che ringraziare per aver ascoltato, o meglio, letto e dirvi un cordiale.. Alla prossima ! "Il Sottobosco Vive, lunga Vita al Sottobosco"

  • Edgar A. Poe e la Settima Arte

    Benvenuti o nel caso torniate a visitare "L'Angolo del Perduto", bentornati, è stato un periodo molto incasinato per me questo, ma sono molto felice di poter tornare a scrivere qui sul Sottobosco del Cinema, come ho già avuto modo di citare spesso, il Sottobosco per me è una sorta di seconda casa se così vogliamo dire, ma non perdiamoci in convenievoli(che per altro, per chi fosse interessato alla storia sia di questa rubrica che del Sottobosco più in generale, può recuperare i due speciali dedicati all'anniversario, nuff said!), buttiamoci direttamente nel nostro angolo preferito, quello dei film perduti! Anzi... Come sa chi legge da molto il Sottobosco del Cinema, amo dare un introduzione prima di passare al vero argomento. Foto di Edgar Poe Dell'uomo e dello scrittore Edgar Allan Poe si potrebbe dire molto e di più, come ad esempio il fatto che fu uno scrittore geniale per il suo tempo oppure che potrebbe essere considerato come uno dei padri del genere gotico nella letteratura(seppur non il primo a trattare questo genere, Poe ha dato molto in esso), con racconti e romanzi come: La Maschera della Morte Rossa, il Pozzo ed il Pendolo o alla bellissima Il Corvo(The Raven in originale), ma non fu solo fra i padrei del genere gotico, infatti Edgar Poe scrisse anche alcune opere di tematica gialla, quando ancora non era così diffusa, siamo anni e anni prima della "nascita" di personaggi come Sherlock Holmes o Hercule Poirot dopotutto. Edgar Poe(1809 –1849) è stato un uomo sfortunato, sia nella vita, che nella professione di scrittore, seppur di talento non ricevette mai il merito che avrebbe meritato in vita, seppur durante la sua vita fosse conosciuto, la vera gloria, come spesso accade, arrivò dopo la sua prematura quanto misteriosa morte, avvenuta all'età di soli 40 anni e in circostanze mai veramente chiarite, ancora oggi effettivamente non sappiamo come lo scrittore morì, ma esistono varie ipotesi e speculazioni in merito, ad esempio alcuni puntano il dito sull'alcolismo di cui Poe soffriva(è da citare il fatto che, tuttavia, al momento della morte, Edgar non era più un forte bevitore come lo era stato ai tempi in cui la cugina e moglie, Virginia Cleem Poe morì), mentre altri citano in causa una rapina finita male e altri ancora ad una sorta di complotto( Poe fu trovato in chiaro stato delirante e con vestiti che non erano i suoi). Quale sia la verità dietro alla prematura scomparsa di Poe, la sua leggenda ed eredità ancora vive tutt'oggi, sia in romanzi, che in, esatto, film.. La Settima Arte e le opere di Poe Il Pozzo ed il Pendolo, film del 1913. Come spesso accade, il cinema tende a prendere classici e non della letteratura per adattarli a schermo, plasmare mondi che prima si potevano solo immaginare(o comunque vedere statici in dipinti etc), basti pensare che anche nel così detto "pre-cinema" ovvero prima della vera presa della Settima Arte, furono già adattati vari racconti e fiabe, pensiamo ad esempio al lavoro del pioniere George Melies(di cui avevamo già trattato sul Sottobosco originale, ma che sicuramente riprenderemo prima o poi). Giusto a titolo di esempio, possiamo citare corti realizzati da Melies su: il Faust di Goethe(Marguerite et Faust del 1897) Barbablu( Barbebleu del 1901). Quindi è logico che anche le opere di Edgar Poe furono adattate su schermo e questo, già ad inizio 1900 e siccome la lista di opere direttamente basate su film o sulla vita di Poe stesso è molto lunga, noi ci concentreremo sulle prime e più sconosciute al giorno d'oggi. Pubblicità di Edgar Allen Poe Edgar Allen Poe, corto del 1909 Il primo film, no, sarebbe meglio dire cortometraggio, dedicato a Poe di cui ci sia giunta notizia risale al 1909, diretto da D.W. Griffith e con il titolo di Edgar Allen Poe(anche sui manifesti dell'epoca è riportato scritto Allen, forse un errore di battitura), il corto tuttavia non si concentra su un opera in particolare ma sulla vita dello scrittore stesso(interpretato dall'attore Herbert Yost), concentrandosi sulla realizzazione del capolavoro "Il Corvo" e la morte dell'amata moglie e cugina Virginia, Edgar Allen Poe è tutt'ora visibile per chi volesse vederlo ed è facilmente reperibile anche su YT. Edgar Allen Poe fu realizzato per celebrare il centenario della nascita del famoso scrittore(1809-1909) ed è notevole e molto "fortunato" il fatto che oggi sia ancora disponibile perché era insieme ad un altro film, come accadeva spesso ai tempi, detto "double-features" ovvero due film(o cortometraggi) proiettati insieme, anche qualora non c'entrassero niente fra di loro. Si possono poi trovare alcune menzioni di film successivi , si tratta di cortometraggi di cui non ho potuto reperire alcuna informazione precisa, se non mere menzioni, ma ritengo sia giusto citarli, come ad esempio un adattamento de "Il Pozzo e il Pendolo" realizzato in Italia nel 1910(eh sì, anche noi ci facevamo valere nel cinema!), oppure il primo(o almeno che noi conosciamo) adattamento del famoso "I Delitti della Rue Morgue"(in originaleThe Murders in the Rue Morgue), uscito nel 1914. Un film da menzionare assolutamente è quello diretto nel 1913 dalla francese Alice Guy(al secolo Alice Ida Antoinette Guy), una delle prime donne a divenire riconosciute registe, il film in questione, chiamato The Pit and the Pendulum(Il Pozzo e il Pendolo in italiano) e basato sull'omonima novella. Considerato perduto, un rullo(che dovrebbe corrispondere al primo atto) è stato riscoperto, ma il resto del film(o mediometraggio) è tutt'ora perduto. Alcune foto di scena da Il Pozzo e il Pendolo del 1913 Manifesto de "The Avenging Coscience" del 1914 Il primo vero lungometraggio oggi conosciuto basato su un opera di Poe viene prodotto e rilasciato nel 1914, "The Avenging Coscience"(in italiano più o meno "La Coscienza della Vendetta o la Coscienza Vendicatrice"), basato sul racconto The Tell Tale Heart(in italiano Il Cuore Rivelatore) e diretto anche questo dal famoso D.W. Griffith(sicuramente ancora oggi molto famoso, soprattuto per il controverso film "Intolerance"). Manifesto dedicato al film "Il Corvo" del 1915 Still da "Il Corvo" 1915 E' da segnalare un ultimo film dedicato al genio di Edgar Poe, dedicato nel vero senso della parola, così come Edgar Allen Poe del 1909, questo The Raven(in italiano, Il Corvo, appunto) nonostante il titolo, è un altra pellicola biografica sul famoso scrittore, seppur sia decisamente romanzata, da segnalare che comunque, nel film dovrebbe comparire effettivamente in alcune scene una rappresentazione della poesia da cui il film prende il titolo. In questo caso Edgar è interpretato dall'attore Henry Walthall. Ma questi erano solo alcuni dei tantissimi film dedicati al grande Edgar Poe e ai suoi incubi gotici o gialli da maestro, ma bastano per dimostrare come le opere di uno scrittore non troppo considerato in vita, siano entrate nell'immaginario collettivo e ancora oggi, così come ieri, continuino ad ispirare e far sognare(o avere incubi, dipende). E anche oggi, cari lettori e lettrici, siamo giunti al saluto finale per l'appuntamento con "L'angolo del Perduto", sia pur vero che molti dei cortometraggi e film di cui abbiamo discusso in questo episodio siano ancora tutto sommato visibili, ho voluto dedicare una puntata ad uno dei miei scrittori preferiti. Detto questo, io vi ringrazio per avermi fatto come di consueto compagnia qui nell'angolo dove il perduto è di casa e dove le nebbie del tempo possono far dimenticare capolavori o semplici film..Alla prossima !! "Il Sottobosco Vive, Lunga Vita al Sottobosco"

  • Scontro tra Professionisti (Clash of the Professionals, 1985-88?) | Interminabile Connubio tra Cazzotti e Proiettili

    Regia: Yang Ching-Chen Sceneggiatura: Nelson Wong Produttore: Jimmy Wang Yu Direttore di Produzione : Gai Ming Fotografia: Chang Shih-Chun Montaggio: Chen Bo-Yan Musiche: Huang Mao-Shan Trucco: Chan Yuk-Fung Costumi: Sheng Ts-Tsan Finalmente ho l'onore di parlare nuovamente di Jimmy, avendo già trattato di lui nel " A Man Called Tiger " di Lo Wei, qui tra le mani del Tony Lou taiwanese. Con all'attivo un totale di 14 films da regista e 6 da assistente alla regia, inizia la sua carriera con quest'ultimo mestiere nel musical poliziesco di " The Singing Thief " (1969) a firma Shaw , per poi tornare a Taiwan per esordire come regista nel wuxia di " The Dragon and Tiger Joint Hands " (si presume sia stato rilasciato nel 1973), tra l'altro prodotto da lui stesso. Sceneggia i suoi due films successivi, " The Champion " e " Cantonese " dello stesso anno, per poi continuare con il genere fino al termine degli anni '70: dopo quasi 5-10 anni di assenza, ritorna con l'opera in questione che tratterò a breve e si ritirerà definitivamente dal cinema con " The Drug Hunt " (1995). L'investigatore privato Kang (Jimmy Wang Yu), assieme al suo amico giornalista, viene chiamato a indagare su un apparente caso di adulterio e inizia a raccogliere indizi: farà così conoscenza di Donna ( Tong Na ), un'artista di un night club che viene arruolata come spacciatrice per il capo di un potente cartello della droga che opera tra Taiwan e il Giappone. Una volta che Kang gli salva la vita e la disintossica, egli si innamorerà di lei... ma il cartello vuole indietro Donna. Impossibile rimanere seduti, durante la visione del film. L'adrenalina regnerà indiscussa per ogni fotogramma, anche grazie alle locations non convenzionali: da una pista di pattinaggio sgomberata a tempo record in un resort sciistico al retrogusto di piombo, Jimmy riuscirà sempre a decimare chi lo ostacolerà nel suo iter per disintossicare Tong. Caratterizzazione inesistente dei personaggi, così come per la sceneggiatura, ma per films come questi non bisogna preoccuparsi: in questo cammino addolcirà il tutto la fotografia che si riempie di panorami sia al naturale che delle megalopoli del trittico Hong Kong-Taiwan-Giappone, dai colori accesi e sempre in movimento tra angoli olandesi e dai neon scintillanti dei grattacieli. Nella versione che ho potuto visionare, il montaggio salta in alcuni punti ed è troppo confusionario, ma viene salvato dalle musiche che non vogliono mollarci per alcun motivo dalla vendetta da compiere di Jimmy. Ci vorrebbero più investigatori come Jimmy per ripulire il marcio da Taiwan e dintorni. Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!

  • Gli Assassini Devono Morire (Killers Must Die, 1988) | Copia Taiwanese del "The Killer" di John Woo

    Regia: Tsang Jau-Shyun Produttore: Hon Kwok-Choi Casa di produzione: Mascot International Film Coreografie: Siu Yuk-Fei Fotografia: Chui Dung-Heung, Siao Kwan-Fook Montaggio: Chow Tak-Yeung Musiche: Siu Lung Trucco: Ching Yuk-Fung Oscura produzione taiwanese dove il regista Tsang è alla sua prima ed ultima esperienza omonima e la casa produttrice ha prodotto solo due films in tutta la sua breve esistenza: l'ultimo risale al 1992 e si intitola " Desperate Duo ". Interessante anche la trama che replica quella funesta dell'assassino di Woo, ancora prima che fosse uscito nelle sale a Hong Kong. I fratelli Hsiu Lou ( Robert Mak ) e Chi Fei ( Siu Yuk-Fei ), dopo avere trascorso la loro infanzia ad essere stati addestrati da un boss malavitoso per divenire dei sicari professionisti, tornano a Taiwan per vendicare la sua morte: tradito ed assassinato da due suoi colleghi dopo una compravendita d'armi. Subito la polizia sospetta che Hsiu sia tornato nel paese e mette subito sotto protezione la testimone Yin ( Toko Okawa )... ma lei si innamora di Hsiu e quest'ultimo, tramite ordini dall'organizzazione, ha il compito di assassinarla. Per complicare ulteriormente il tutto, il boss rivale Ku ( Tian Ming ) ordina al suo braccio destro Lung di togliere di mezzo il trio, assieme ad altri professionisti... Miscela esplosiva tra hitman movie e triad movie che non si fa' problemi a dirci che è stato girato a basso costo e dove la sceneggiatura è inesistente, l'importante è l'azione non-stop con lo spettacolare dinamismo del duo Robert-Siu nel decimare la banda rivale con la loro astuzia. Astuzia che farà i conti con la durezza dei professionisti schierati nei loro confronti, consumati dalla vendetta e sfrontati nelle mosse ad alto impatto... soprattutto dalla presenza femminile di Lin Gwai-Yuet , qui al suo esordio e dalla sua agilità alla Michiko nel tirare cazzotti memorabili. Degna di nota la fotografia che cattura alcuni scorci interessanti di Taiwan, oltre ai bellissimi titoli di testa grondanti di rosso dalle armi usate da ambedue le parti, spettacolari come la colonna sonora " copy-paste " che prende in prestito anche il leggendario tema di Ah-Long , nonostante sia uscito un anno dopo. Montaggio curato nelle scene di esecuzione, ma che invece viene tralasciato nei punti deboli... Nel complesso è un film ben fatto, che non stanca per nulla nel suo riproporre una formula usata e in gran parte scontata, diversificata da altri autori sconosciuti del doppio genere. Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!

  • Un Breve Sguardo su City Hunter (a cura di Dralfela)

    City Hunter: Private Eyes data di uscita giapponese: febbraio 2019 data di uscita italiana: settembre 2019 genere: azione, commedia, crime, poliziesco opera di Tsukasa Hojo diretto da Kenji Kodama A 30 anni dalla messa in onda del primo episodio di City Hunter , il nostro Ryo Saeba fa' un ritorno emozionante e nostalgico sul grande schermo. Ai Shindo, decide di chiedere aiuto al grande e misterioso City Hunter, tramite la bacheca della stazione di Shinjuku con il suo codice segreto "XYZ". Si scoprirà poco dopo che la ragazza è in serio pericolo ed essendo anche una bellissima donna, il nostro Ryo accetterà l'incarico. A complicare il tutto però, ci sarà una vecchia conoscenza di Kaori, l'assistente di Ryo che cercherà di mettersi di mezzo tra i due. Secondo voi ci riuscirà? La forza di questo film è sicuramente il legame profondo dei personaggi. Sappiamo già con certezza che lo stallone di Shinjuku, mentre ci proverà con tutte le donne che incontra, si beccherà le micidiali martellate di Kaori per raffreddare i suoi bollenti spiriti. Logicamente non possono mancare Umibozu (ossia Falcon), ex-nemico di Ryo e Miki. Entrambi ex-mercenari che oltre ad aiutare i nostri protagonisti, hanno anche un lavoro di copertura al " Cat's Eye ". Vi ricorda qualcosa, questo nome? Ebbene sì, come special guest avremo le bellissime ladre di " Occhi di Gatto ": Sheila, Katy e Tati (in originale Hitomi, Rui e Ai). Per chi non lo sapesse, anche quella è un'opera di Tsukasa. Altra cosa da notare è che la città di Shinjuku, in questo film ha molti dettagli moderni, inseriti in modo tale da farci intendere che nel mondo di City Hunter è arrivata la modernità presente nella nostra realtà (architettura avanguardista, smartphone, IA...). In conclusione, nonostante sia bene o male la forma classica di City Hunter con qualche piccola novità, non ha perso il suo smalto e funziona tutt'oggi. Voto: 8/10 --- City Hunter data di uscita giapponese: aprile 1987 data di uscita italiana: gennaio 1997 genere: azione, commedia, crime, poliziesco, sentimentale opera di Tsukasa Hojo Ryo Saeba ( Hunter nella versione italiana per le prime due stagioni) , giustiziere metropolitano combatte il crimine nell'ombra assieme al suo migliore amico, nonché collega Hideyuki Makimura (Jeff Mancinelli) a Shinjuku, in Giappone. Il duo durerà poche puntate, perché Hideyuki verrà tolto di mezzo proprio nel compleanno di sua sorella Kaori Makimura (Kreta Mancinelli). Kaori deciderà di sua spontanea volontà di aiutare Saeba nel suo lavoro. E così il sensei Hojo da' inizio a una delle serie più iconiche degli anni '80. Man mano che si procede con la storia, il legame tra i due si rafforza, nonostante Ryo sia un pervertito incallito e il martello di Kaori dovrà metterlo in riga continuamente, permettendo soprattutto a Kaori di divenire una donna forte e sicura di sé. Oltre a loro abbiamo la bella poliziotta Saeko (Selene) che ingannerà in tutti i modi Ryo, sfoderando i suoi assi nella manica per concludere alcuni dei suoi casi. Il muscoloso e forzuto Umibozu (Falcon) che avrà sempre quel rapporto amico/nemico con il protagonista e molti altri personaggi, con le loro personalità ben definite e mai banali. Ma poi, che tipo di clienti ha Saeba? Beh, per la "gioia" di Kaori, Ryo accetta quasi sempre solo incarichi dalle belle donne, dimostrando loro sia il lato " mokkori " (ovvero da pervertito) e sia il lato da sweeper professionista. Oltre alle ambientazioni disegnate e bene rifinite, quest'opera è comica, ma anche profonda. Anche la colonna sonora è fatta molto bene e logicamente in stile anni '80. Voto: 9/10 --- City Hunter: Angel Dust data di uscita giapponese: settembre 2023 data di uscita italiana: febbraio 2024 genere: azione, commedia, crime, poliziesco opera di Tsukasa Hojo City Hunter: Angel Dust è il seguito diretto di Private Eye , dove finalmente sono stati piantati i semi per il gran finale dell'opera. Rispetto all'opera precedente, che è letteralmente un ritorno ben accolto al mondo di City Hunter , questo è chiaramente il primo tassello per il finale. Finale che i fan attendono ormai da ben 38 anni! Ryo Saeba e Kaori Makimura accettano la richiesta di una certa Angie che è alla ricerca del suo gattino. Nessuno poteva immaginare che questa vicenda porterà il nostro sweeper a scontrarsi con il suo tormentato passato, dandoci finalmente qualche informazione in più a riguardo. Grazie ad Angie, la maschera da mattacchione di Saeba, incallito a nascondere sia i suoi segreti più profondi e sia i suoi veri sentimenti per Kaori, inizierà a crollare. Quest'opera, oltre ad avere le caratteristiche già decantate nelle precedenti recensioni, ha anche una componente fantascientifica. Infatti si parlerà di supersoldati, armi di distruzioni di massa, nanomacchine, etc... anche qui abbiamo delle apparizioni alquanto interessanti, ossia le ladre di " Occhi di Gatto ", come nel precedente film e un'altra banda famosissima che evito di spoilerare. Non mancheranno gli alleati storici del nostro Ryo e si tornerà anche a parlare di Hideyuki. Voto: 8/10 Si ringrazia Dralfela per la stesura dell'articolo in questione, del quale me ne sono occupato personalmente per l'adattamento al pubblico di Dejima.

  • Punto di Non Ritorno (No Way Back, 1990) | Poliziesco d'Azione dall'Atmosfera Funesta

    Regia: King Lee Sceneggiatura: Johnny Lee Produttore: Billy Chan, Gam Cheung-Kuen Casa di produzione: Hatract Films LTD Distribuzione: Golden Princess Amusement Co. LTD Coreografie: King Lee, Ng Min-Kan, Ka Lee, Wong Kim-Bun Fotografia: Ng Man-Ting Montaggio: Cheung Bei-Tak Musiche: Richard Yuen, Lowell Lo Trucco: Amy Au-Yeung Suk-Lan Costumi: Ma Kam-Shim --- Data di rilascio: 25 maggio 1990 Incasso: 2,584,294 dollari (296.078 euro) Trattasi del secondo lavoro su grande schermo di King, che ho già avuto l'onore di trattare nel remake hongkonghese di Top Gun , dove qui compare anche come agente di polizia e ne cura le coreografie. E se eravate in cerca di Danny Lee, per via del suo volto nel poster, sfortunatamente appare per due volte in tutta la pellicola ed è poco più di una comparsa. Kong (Max Mok) e Keung (Dick Wei) sono due agenti di polizia che lavorano per il loro corrotto superiore David ( Lung Fong ), soprattutto Keung lavora sotto copertura per smantellare un colossale traffico di droga messo in piedi dallo stesso superiore assieme al gangster Hung ( Shum Wai ), invece di mettere a tacere la gang rivale guidata da Cheung ( Lam Wai ). Una volta tolto di mezzo Keung, Kong decide di investigare per conto proprio sulla sua morte, infiltrandosi nella banda di Cheung: salito di livello nella triade, conquista il rispetto di Cheung, ma non può tornare indietro... Triad movie misto a poliziesco alla nitroglicerina che non risparmia fotogrammi per raccontare irruentemente il pessimismo al quale andranno incontro tutti i personaggi, dove non possono sottrarsi. Max illustra pienamente il suo stato di disperazione per vendicare la morte del suo amico, tolto di mezzo da un diabolico superiore interessato a servire i suoi interessi personali, invece di servire e ripulire la città dalle triadi che dovrebbe combattere. Lung perfetto nel suo ruolo da antagonista, Lam versatile come al solito nei personaggi roventi, dove assieme a Max danno il meglio nel salvarsi dalle imboscate esplosive da ambedue le parti. Montaggio esemplare come gli irrefrenabili spettacoli pirotecnici che non toccano mai un singolo punto morto, colonna sonora da antologia del genere (composta dal Yuen fresco dell'esperienza di " In The Line of Duty 4 " dell'anno precedente e dal pluripremiato Lowell, anch'esso vincitore del premio di "migliore colonna sonora" nel leggendario " Pedicab Driver " a firma Sammo Hung, sempre di un anno prima) al massimo nella sua esecuzione, così come la fotografia che regala panorami della Thailandia e della megalopoli di Hong Kong. Salvatevi la casa di produzione , perché agli inizi degli anni '90 ha prodotto altri piccoli filmetti non male: è tempo di visitarli a dovere! Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!

  • L'Ultimo Duello (The Last Duel, 1989) | Aspra e Cinica Critica alla Corruzione della Polizia di Hong Kong

    Regia: Tommy Fan Sceneggiatura: Chan Wing-Cheung, Ng Gam-Yuen, Ng Wai-Sek Produttore: Edmond Hung Casa di produzione: Ocean Shores Distribuzione: D&B Film Distribution Coreografie: Lau Chi-Ho Fotografia: Tony Fan Montaggio: Ma Chung-Yiu, Jack Musiche: Tan Lap-Man, So Tak-Wa, Wong Leung-Sing Trucco: Chan Yuk-Yee --- Data di rilascio: 18 maggio 1989 Tra i più sconosciuti heroic bloodshed del porto, diretto da uno sconosciuto che ha in seguito lasciato la sedia da regista dopo il seguente film, per poi riapparire all'improvviso nel 2014 con il fantasy romantico di " Chrysanthemum Terrace " assieme a Lau Hoi-Bor. Di lui non si conosce letteralmente nulla: ha esordito come regista nel 1979 con la serie televisiva di " Reincarnated ", per poi gettarsi a capofitto nel cinema d'azione portuale. Si segnala che per una volta sola ha co-sceneggiato un suo triad movie del 1987, denominato " The Big Brother ". Suen (Alex Man) è il tipico ragazzo simpatico che si guadagna da vivere vendendo per strada delle polpette di pesce, fino a quando non rimane coinvolto in un tragico incidente con la polizia, dove passa a miglior vita una donna incinta: immediatamente l'ispettore (Karel Wong) a capo dell'operazione, pur di coprire il suo fallimento, accusa Suen di omicidio e viene incarcerato. Dopo il rilascio, va' a vivere da suo fratello Tit (Dicky Cheung) e si innamora della vicina di casa Pok (Rosamund Kwan), che ha come fidanzato l'ispettore che tempo prima aveva rovinato la vita di Suen... Esplosivo heroic bloodshed che non ha pietà per nessuno nella sua travolgente onda funesta nei confronti della società e della polizia che dovrebbe tutelare l'ordine di quest'ultima. Alex subisce una caratterizzazione da brivido, soprattutto verso il finale, dove all'apparenza recupera la simpatia persa dopo l'incidente... ma che alla fine non ha dimenticato la mossa ripugnante di Karel, che avendo in mano un distintivo si crogiola nel suo delirio di onnipotenza, avendo in pugno la sensibile mano di Rosamund. Nulla di miracoloso in ambito fotografico, ma la colonna sonora merita con urgenza un rilascio in DVD per via della presenza dei Beyond e dei New Jeans , che assieme al discreto montaggio aiutano a rendere tutto questo una tappa obbligatoria per qualsiasi fan del genere. Motivo per il quale consiglio a voi di esplorare a fondo la filmografia della Ocean Shores , utile per scoprire perle dimenticate come quest'ultima... Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!

  • Asian Connection (1995) | Insipido Poliziesco con Colleghi Discordanti

    Regia: David Lam, Yuen Tak Sceneggiatura: Wong Ho-Wah Produttore: Danny Lee Produttore Esecutivo: Yuen Jun-Man Casa di produzione: Magnum Films Limited Distribuzione: San Bo Coreografie: Yuen Tak Fotografia: Wong Leun-Cheung, Ko Chiu-Lam Montaggio: Poon Hung Musiche: Jonathan Wong Bong Trucco: Chen Mei-Yun, Chris Lam --- Data di rilascio: 6 ottobre 1995 Incasso: 5,274,142 dollari (603.942 euro) A secoli di distanza, finalmente ritorniamo a parlare di Danny Lee e della sua casa cinematografica, qui in una delle sue ultime produzioni sul grande schermo: su questa tavola ormai sparecchiata, vi siede anche un veterano del poliziesco hongkonghese come Michael Chow e la sua controparte stuntman del cinema d'azione portuale che purtroppo ci ha lasciati nel 2003: al secolo Blacky Ko. A questo giro la regia porta la firma di David Lam, uno dei tanti veterani tuttofare che popolano il cinema portuale, che ha esordito come regista nel 1986 con la commedia di " Goodbye Mammie " e come attore nel celeberrimo " The Secret " (1979) di Ann Hui. Tutt'oggi attivo nel panorama su celluloide, nel 2022 ha diretto il thriller di " The Tipping Point " e si segnala che ha co-prodotto il recentissimo crime drama di " Crypto Storm ", uscito l'anno precedente. Per quanto riguarda Yuen , che ha all'attivo un totale di 54 films come attore e una corposa ma soprattutto prestigiosa carriera da coreografo (25 films da quest'ultimo e ben 37 come coreografo d'arti marziali) nei films d'azione più noti a livello mondiale del porto, ci troviamo dinnanzi alla sua prima ed ultima esperienza sulla macchina da presa. La OCTB di Hong Kong investiga su un traffico di droga che ha sede a Taiwan: prossimi alla cattura del narcotrafficante Hung (Ricky Yi), egli scopre che uno dei suoi fedeli Rocky (Nick Cheung) è un poliziotto sotto copertura e decide di eliminarlo dopo essersi preso 5 milioni di dollari da Mike (Michael Chow). Assieme al suo collega scontroso Lee (Danny Lee), seguiranno le tracce di Hung a Taiwan, non senza prima beccarsi le strigliate del capo della polizia locale Jiu (Chen Song-Yong). Una volta che Mike riesce con successo ad infiltrarsi nella banda, Lee e Jiu si prepareranno al regolamento di conti finale... Deludente poliziesco old-style che autocita il " Final Justice " (1988) a firma Magnum per il look motociclistico di Danny, dove non propone nulla di nuovo a livello tecnico e d'azione, dalle gettonatissime sparatorie in ambientazioni scontate (i bagni pubblici sono al culmine della lista!) alle interpretazioni tiepide del duo Michael-Danny, che ci fanno sorridere qualche volta per i loro battibecchi, ma rimossi quelli e l'affidabile Danny non sono memorabili. Brillano sopra tutti Song, indaffaratissimo ma astuto, come la sua compagna Jean Wang nell'aiutare il duo... accompagnati da un montaggio veloce che non perde mai il suo ritmo incalzante, come la musica soft rock capace di costruire una decente atmosfera su una fotografia che sfrutta parecchio la notte per gli intrighi mafiosi e per gli spettacoli pirotecnici, oltre ai neon che popolano Taipei. Non uno tra i migliori polizieschi portuali, ma si lascia guardare per la sua onesta manifattura: senza infamia e senza lode. Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!

  • King Kong(1933)-La "Spider Pit Sequence"-Come una sequenza perduta catturò il mondo-

    Avvertenza!! Il seguente contenuto potrebbe turbare alcune persone(sopratutto aracnofobiche), si consiglia la lettura ad un pubblico maturo e/o non facilmente impressionabile. Eccoci tornati alla rubrica "L'Angolo del Perduto", alla sua terza puntata effettiva! Un caloroso benveuto e un altrettanto caloroso bentornati a tutti quegli che tornato, assetati di conoscenza sul cinema ormai dimenticato, nascosto, perduto! Nel viaggio di oggi ci stacchiamo un attimino dalla tematica dei primi due appuntamenti, di cui l'argomento comune era il famoso romanzo di Leroux "Il Fantasma dell'Opera" (rispettivamente dedicati a "Das Gespenst im Opernhaus" e "El Fantasma de la Opera 1934/1960"), quest'oggi siamo diretti in un posto molto più crudo e inospitale del teatro Garnier di fine 1800, si parte alla volta dell'Isola del Teschio, seguitemi in questa nuova avventura de "L'Angolo del Perduto"! L'Ottava Meraviglia del Mondo, la nascita di Kong Come dico sempre, ogni storia ha uno o più protagonisti, nel nostro caso.. No, non si tratta di Kong, almeno non ancora, i nostri protagonisti sono il visionario Willis O'Brien(1886 – 1962) e Merian C. Cooper(1893 –1973). Ma chi sono questi signori e perchè sono così importanti per la nostra storia di oggi? Il regista Merian Cooper(a sinistra) e il maestro dello stop motion Willis O'Brien(destra) Willis O'Brien, anche soprannominato Obie fu l'artefice degli effetti speciali che noi possiamo ammirare ancora oggi nel film, vale a dire fu lui(insieme ad un equipe, sia chiaro) ad animare in primis Kong ma anche tutti i dinosauri e creature presenti sull'Isola del Teschio, possiamo dire che in parte fu grazie ad O'Brien stesso se King Kong è diventato realtà.. Il regista Merian Cooper ebbe l'idea di girare un film su un luogo perduto con creature preistoriche dopo un visita al museo americano di storia naturale, d'apprima l'idea fu quella di avere per protagonista un Drago di Komodo, animale da poco scoperto in quegli anni, ma Cooper stesso cambiò idea e decise di usare come creatura un gigantesco gorilla, animale da lui molto amato, l'idea c'erà ma mancavano i fondi, almeno in un primo momento. Cooper sapeva che l'unico modo per trasportare su schermo la sua visione era quella di usare la tecnica passo uno(o stop motion) e per questo per convincere i dirigenti a produrre il film fece rispettivamente vedere il cortometraggio(mai tristemente ultimato però) Creation del 1931 ma sopratutto il sempre capolavoro Il Mondo Perduto del 1925, tratto dall'omonimo romanzo di Sir Conan Doyle( che presto o tardi vedremo in dettaglio anche qui sul Sottobosco del Cinema, nuff said ), questi due film avevano in comune l'essere animati a passo uno da O'Brien, il Mondo Perduto del 1925 fu il "primo film" che fece "tornare in vita" le affascinanti creature preistoriche, seppur sia vero che prima di questo film, altri portarono in scena i dinosauri, e pure lo stesso O'Brien lavorò a film sui dinosauri ben molto prima, addirittura agli inizi del 1900, il Mondo Perduto fu il primo film che ricevette molta notorietà. Ed il cerchio si è chiuso, O'Brien e Cooper(assieme anche allo scrittore Edwar Wallace e sopratutto a Ernest Schoedsack coo-regista) riuscirono a convincere la RKO a produrre il film King Kong, che nel 1933 letteralmente meravigliò il pubblico ed il resto e storia nota, o quasi.. Gli Orrori che mai furono nell'Isola del Teschio Foto di scena che mosta le spaventose creature che mai furono E' chiaro che ogni film abbia qualcosa di eliminato o cambiato, con varie sequenze tagliate in fase di montaggio o dopo revisioni successive, ma nessuna è riuscita a diventare leggendaria come la "Spider Pit Sequence", questo perchè, dietro ad essa girano tante voci e leggende, ma noi come sempre qui sul Sottobosco, cercheremo di fare un pò di chiarezza, qualora sia fattibile, prima di tutto, analizziamo i fatti disponibili in modo sintetico, prima di andare a vederli in modo approfondito: Cos'è la "Spider Pit Sequence"? Come il nome indica, è una sequenza ambientata in un baratro pieno di ragni(giganti) e altre creature orrende. Perché è così famosa? La fama si deve al fatto che venne tagliata dopo la prima visione di prova e da allora non si è più avuto notizia di essa, tranne foto di scena e dicerie varie La "Spider Pit Sequence" è totalmente perduta? Purtroppo, non è rimasto nulla da visionare, come accennato, solo foto di scena o concept art ci rimangono oggi. Dunque, ora vediamo i fatti in modo più approfondito e sempre cercando di un perderci fra le nebbie del cinema perduto Kong e i marinai della "Venture" Per chi ha visto il film originale del 1933(ma anche il bellissimo remake di Jackson del 2005) ricorderà la famosa scena in cui il gorillone fa oscillare un tronco caduto di un albero sospeso su un baratro con i marinai sopra, ebbene, nel film che noi possiamo vedere oggigiorno, la scena si conclude con i poveri marinai(escludendo Jack Driscoll e il regista Carl Dehnam) che vengono buttati giù nel baratro verso la morte certa, o almeno così è oggi, ma in originale, gli sfortunatissimi marinai caduti non hanno una molto più "bella" morte da impatto, infatti sopravvivono quasi tutti, cadendo chi nel fango(che attutisce la caduta), sopravvivono sì, ma solo per essere divorati da creature ben peggiori dei dinosauri fino ad ora affrontati, perfino peggiori di Kong stesso, infatti, vengono tutti uccisi e divorati da spaventosi ragni e insetti giganti. Il tronco caduto sul fondo del baratro Un destino ben peggiore della semplice morte per caduta, direi. Ma vediamo in dettaglio le spaventose creature che infestano l'Isola del Teschio, includendo anche i nomi con i quali sono più noti questi animali terrificanti: Great Spider (anche chiamato " Huge Spider ") E' il più grande dei ragni che compaiono nella scena, da non confondere con.. Giant Spider (conosciuto anche come " Trapdoor Spider ") Questo è probabilmente il modello con più foto rimaste oggi, del perché abbia quegli occhi simil-umani non ne ho proprio idea. Octopus Insect (anche chiamato " Tentacle Bug " o " Insect with Octopus arms ") Di questo modello, non esistono veri e propri stills, la foto qui sotto viene dal film "The Black Scorpion" del 1959, ma ci arriveremo fra poco.. Two Legged Lizard (anche chiamato " Polysauro ") Uno strano rettile con due sole zampe(curiosità: di questa creatura è rimasta una piccola traccia nel film finale) Giant Lizard( chiamato anche " Giant Iguana ") Una semplice lucertola, relativamente normale di aspetto, seppur gigante. Altre creature varie Almeno nei concept e in alcune foto di scena si possono notare altre diverse creature, fra cui: ragni normali, un granchio gigante e serpenti. E' doveroso citare il fatto che molti di questi modelli, originalmente comparsi in King Kong furono poi utilizzati in vari film seguenti, sia come creature viventi, ma molto più spesso sotto forma di props, possiamo citare, giusto a titolo di esempio: Il già accennato Octopus Insect e il Giant Spider nel film "The Black Scorpion"(sotto forma di creature viventi/ lo stesso O'Brien realizzò il film fra l'altro) Il Giant Spider,Great Spider e la Two Legged Lizard nel film "You'll Find Out(sotto forma di props) Voci e leggende dall'Isola del Teschio Uno dei vari motivi per cui questa sequenza perduta è diventata così famosa si deve al presunto(ma anche qui, è solo presunto) motivo del perché fu eliminata dal film, infatti si dice(almeno fra i più) che questa scena fosse presente effettivamente nel film completo, ma che durante una proiezione di prova(secondo le fonti, nel 1932-33 a San Bernandino, California) per testare le possibili reazioni del pubblico al film, quando la sequenza del baratro comparve sullo schermo, molti spettatori(ricordiamoci che siamo nel 1933) scapparono fuori terrorizzati nel vedere quelle terrificanti creature divorare i marinai, quegli che rimasero ancora al loro posto, non prestarono molta attenzione al film dopo quella scena, ma parlarono di quello che avevano visto nel baratro, sempre secondo la versione più diffusa, di conseguenza, Merian Cooper tagliò quella scena, sostituendola con quella che purtroppo abbiamo noi oggi, dove i marinai muiono per la caduta. C'è da dire che questa è la versione dei fatti più famosa e accettata ma non l'unica, di seguito altre varie versioni del perché la scena non è arrivata a noi oggi: Cooper stesso disse che la scena fu tagliata perché interferiva con il ritmo del film (plausibile, anche perché, a che pro Cooper avrebbe dovuto mentire?) La scena non è mai veramente esistita, ma fu solo un test a se stante(vale a dire in principio non doveva essere parte del film) (Non esistono prove per affermare che non avrebbe dovuto far parte del film) Non venne mai girata, seppur effettivamente programmata e sullo script originale(e le varie revisioni dello stesso) (La spiegazione, seppur semplice ed efficente, non tiene conto dei vari modelli e foto di scena che abbiamo e nemmeno delle testimonianze di alcuni addetti ai lavori, di Cooper, O'Brien* e Steiner**, che in primis erano collegati alla produzione del film) *O'Brien stesso affermò che la sequenza con i ragni giganti fu uno dei suoi migliori lavori in assoluto ** Max Steiner compose la colonna sonora di King Kong Come potete vedere ci sono varie "teorie" del perché la "Spider Pit" è andata perduta, alcune più probabili, altre più fantasione. Varie foto di scena rimaste fino a noi. E qui teoricamente avremo finito con il nostro viaggio, ma c'è un ultima cosa che vorrei citare, una piccola chicca, una sorpresa finale diciamo, e sarebbe lo script originale di King Kong riguardante la scena del baratro!: EXT. RAVINE BOTTOM - DAY The log and the man fall to the ravine bottom. EXT. RAVINE BOTTOM - MED. SHOT - DAY They land in the mud. EXT. LOG - FULL SHOT - DAY Kong on the bank yammers down at the men who have fallen. Driscoll can be seen in the cave below. EXT. RAVINE BOTTOM - LONG SHOT - DAY The men at the bottom of the ravine are attacked by giant insects who come out of caves and fissures to eat them. EXT. RAVINE BOTTOM - CLOSE UP - DAY The surprised face of a sailor lying in the mud as he see this. EXT. RAVINE BOTTOM - CLOSE UP - DAY Face of another sailor staring up in horror from the mud. EXT. RAVINE BOTTOM - CLOSE UP - DAY Face of a third sailor in the mud, horrified as he sees -- EXT. RAVINE BOTTOM - MED. SHOT - DAY An insect with octopus arms takes a man. (Projection) EXT. RAVINE BOTTOM - SEMI CLOSE UP - DAY Its arms wind around the struggling man. EXT. RAVINE BOTTOM - SEMI CLOSE UP - DAY Two men on their backs staring up at a spider who attacks them. (Projection). EXT. RAVINE BOTTOM - CLOSE UP - DAY The face of a fourth sailor, fallen in mud, staring in horror as he sees -- EXT. RAVINE BOTTOM - FULL SHOT - DAY A giant lizard takes a man. EXT. CAVE - FULL SHOT - DAY Kong on the bank senses Driscoll's presence in the cave below. PAN down to the cave with Driscoll. He looks up, warily watching for Kong above. Continued to PAN DOWN revealing a huge spider climbing up on a vine from the ravine bottom to the cave. EXT. CAVE - MEDIUM SHOT - DAY Driscoll in his cave notices the vine shake. He looks down to see -- EXT. RAVINE - FULL SHOT - DAY The spider coming up the vine. (Previous angle) EXT. CAVE - MEDIUM SHOT - DAY Driscoll whips out his knife and starts cutting the vine. EXT. CAVE - FULL SHOT - DAY Driscoll cuts the line just in time to prevent the spider reaching him. The giant insect falls to the ravine bottom. PAN UP to Kong again. He reaches in the cave trying to get Driscoll. EXT. CAVE - MEDIUM SHOT - DAY Driscoll eludes the hand, stabbing at it. EXT. LOG - MED. SHOT - DAY Denham watching from his shrubbery on the far side. REVERSE ANGLE. EXT. LOG - FULL SHOT - DAY Kong tries to reach Driscoll who backs about the cave, stabbing with his knife. EXT. CAVE - MEDIUM SHOT - DAY Driscoll succeeds in stabbing Kong's hand. Ed eccoci arrivati alla fine del nostro terzo viaggio nel cinema perduto, io come sempre, vi do appuntamento alla prossima avventura, grazie di aver viaggiato con me! "Il Sottobosco Vive, Lunga Vita al Sottobosco"

  • La Guida di Dejima sul Rock 'n Roll Giapponese (Group Sounds)

    A seguito dell'arrivo dei The Ventures in Giappone nel maggio del 1962 con Bob Bogle e Don Wilson, ci fu un notevole apprezzamento del loro genere in tutto il paese: quando la band ritornò e fu al completo nel gennaio del 1965, divennero di casa! Quando fu rilasciato il singolo " Diamond Head " nello stesso anno, negli USA fu al 70° posto per ascolti, ma fu al primo posto tra Hong Kong e Giappone, divenendo il primo singolo da un milione di copie ad essere venduto nell'arcipelago. Ebbero un successo così clamoroso che diedero slancio al boom della chitarra elettrica nel paese (descritto in patria come " eleki boom "), tanto che il produttore locale di chitarre Guya faticava parecchio a soddisfare la domanda e chiese aiuto ad altre industrie come la Victor (conosciuta negli USA come " JVC "): solo nel 1965 furono costruite in Giappone un totale di 760.000 chitarre elettriche, un record tutt'oggi rimasto imbattuto. L'influenza definitiva del rock 'n roll fu data anche dall'arrivo dei Beatles al Nippon Budokan di Tokyo il 30 giugno del 1966 , accolti freddamente anche a causa dell' opposizione dei nazionalisti (furono mobilitati ben 35.000 uomini tra agenti di polizia e pompieri, rendendo di fatto blindata la città) che manifestarono durante il loro concerto e con un pubblico che fu spostato al primo e al secondo piano dell'arena, per evitare che qualsiasi cecchino dei nazionalisti fosse nascosto tra la folla (chi si alzava o fischiava rischiava di venire arrestato). Umiliati dalla loro esibizione, continuarono il loro tour in Asia e partirono il 3 luglio per le Filippine, ma l'influenza non sfuggì per nulla agli occhi di altre future band. La nascita dei "Group Sounds" Dopo il prologo di poco prima, il movimento trovò il nome per puro caso, durante la partecipazione di Jackey Yoshikawa and His Blue Comets in uno show televisivo di Yuzo Kayama. Kayama stesso scherzò sulla non proprio riuscita pronuncia inglese di "lock 'n lorr" da parte di Yoshikawa, invitandolo così a coniare un termine inglese capace di essere usato senza difficoltà dai giovani giapponesi del tempo: fu così che nacque l'espressione " Group Sounds " ( グループ・サウンズ, lett. " Gurupu Saunzu "), che apparve a macchia d'olio sui mass media. La fusione tra il kayokyoku e la musica occidentale era completa. I due simboli della " eleki boom ": Takeshi Terauchi e Yuzo Kayama Takeshi (1939-2021) fu colui che più di tutti fu influenzato dai The Ventures , ma dal ritmo più veloce e freneticamente pizzicato. Iniziò la sua carriera esibendosi in numerose basi americane con gruppi come gli Honshu Cowboys , per poi crearsi un suo gruppo ( Blue Jeans ) e anche una sua etichetta discografica ( Teraon ) nel 1967. Riformati i Blue Jeans nel 1969, continuarono sino alla dipartita di Takeshi nel 2021. Yuzo (1937-), stella sia del cinema che della musica, sempre grazie ai Ventures si creò un genere tutto suo della surf music , dove nel 1965 vinse il Disco d'Oro per " Kimi to Itsumademo " (Amore per Sempre) e all'epoca fu il disco più venduto nella storia della discografia giapponese! Ritiratosi di recente, nel 2017 ha suonato il tema delle Olimpiadi di Tokyo del 2020 (" Tokyo Gorin Ondo "), un moderno riarrangiamento dell'omonima canzone del 1964. La lista delle band ascrivibili ai "Group Sounds", selezionate da Dejima The Spiders Membri: Hiroshi "Monsieur" Kamayatsu, Jun Inoue, Masaaki Sakai, Shochi Tanabe, Takayuki Inoue, Mitsuru Kato e Katsuo Ohno Periodo di attività: 1961-1970 Molti ex-membri della band sono tutt'ora attivi nell'industria musicale, soprattutto il futuro compositore della colonna sonora di Detective Conan , Katsuo Ohno... ad eccezione di Hiroshi (passato a miglior vita nel 2017) e Takayuki (stesso verdetto nel 2018). Cercarono di raggiungere notorietà a livello internazionale, viaggiando in Europa e negli USA, tanto da apparire nello show televisivo britannico di " Ready, Steady, Go! ", ma senza successo. Collezionarono una serie di enormi successi su vinile, tra cui il loro singolo più venduto in assoluto (" Yuhiganaiteiru ", 1.200.000 di copie) e anche una longeva serie di films in patria. The Mops Membri: Mikiharu Suzuki, Hiromitsu Suzuki, Taro Miyuki, Masaru Hoshi e Kaoru Murakami. Periodo di attività: 1966-1974 Fondata da un gruppo di studenti liceali, all'inizio erano molto simili ai The Ventures nel rock strumentale, per poi evolversi nel ramo psichedelico grazie agli acquisti del loro manager: da San Francisco si portò a casa numerosi dischi di gruppi hippie americani come i Jefferson Airplane . Fu così che venne considerata la prima band rock psichedelica del Sol Levante, dove nel novembre del 1967 rilasciarono il singolo di " Asamade Matenai ", salito al 38° posto negli ascolti in Giappone. Nell'aprile del 1968 rilasciarono numerose cover di alcuni singoli statunitensi come " San Franciscan Nights " e " White Rabbit ", per poi spostarsi nel genere blues e hard rock agli inizi degli anni '70, dove collezionarono altri successi come " Gekko Kamen " (Maschera al Chiaro di Luna) e " Goiken Muyo " (Nessuna Scusa), apparsi nelle liste nel 1971. Dopo il disfacimento della band nel maggio del 1974, Hiromitsu divenne un attore sia cinematografico che televisivo e suo fratello Mikiharu si ritrovò nel management di alcuni artisti. Il gruppo tornò alla ribalta nel 2001, dopo il rilascio del disco di " Nuggets II " con il brano di " I'm Just a Mops "... The Tempters Membri: Kenichi Hagiwara, Yoshiharu Matsuzaki, Toshio Tanaka, Takaku Noburo e Hiroshi Oguchi. Periodo di attività: 1966-1971 Specializzati nelle cover dei brani targati Rolling Stones , all'epoca il secondo gruppo più popolare dopo i The Tigers . Sono gli autori di " Emerald: No Densetsu " (Leggenda dello Smeraldo), brano che rimase il primo per ascolti per oltre due settimane in Giappone e nella Top 10 per altre 13, vendendo un totale di 1 milione di copie. La band fu il trampolino di lancio per la carriera di attore di Hagiwara, che di lì a poco avrebbe sfondato nel piccolo e grande schermo; Oguchi avrebbe fondato la band Vodka Collins , del genere glam rock . The Tigers Membri: Kenji Sawada, Ittoku Kishibe, Shiro Kishibe, Kahashi Katsumi, Taro Morimoto, Minoru Hitomi e Nobuo Satake. Periodo di attività: 1967-1971, 1981-1983 Originariamente soprannominati " Sally & The Playboys ", per poi passare a " The Funnies " al loro esordio nel club " Nanba-Ichiban " di Osaka: superata brillantemente la loro audizione, gli fu garantito un contratto di 7.000 yen. Notati da Yuya Uchida, li portò alla Watanabe Productions ed esordirono nello show televisivo di " The Hit Parade ". Koichi Sugiyam a, che sarebbe stato il loro futuro compositore, gli fece cambiare nome nelle celeberrime "tigri". Il loro primo singolo " Boku no Mary " (Mia Maria) non vendette bene, ma grazie al " Mona Liza no Hohoemi " (Il Sorriso di Mona Lisa) consolidarono la loro carriera di idols. Per l'epoca fecero impazzire intere schiere di ragazze per il loro andare in un salone di bellezza per prendersi cura dei loro capelli, ed apparirono nella prima pagina della rivista " Rolling Stones " nel marzo del 1969. Perseguitati dalle riviste e dai media, si separarono pubblicamente in un ultimo concerto al Nippon Budokan nel gennaio del 1971: Sawada in seguito riuscì a riunire i resti dei Group Sounds nel primo supergruppo giapponese dei Pvg ... The Golden Cups Membri: Tokimune Hirao, Masayoshi Kabe, Eddie Ban, Kenneth Ito e Mamoru Manu. Periodo di attività: 1966-1971, 2003-oggi Agli inizi si facevano chiamare " Group & I ", per la loro forte influenza dal rock 'n roll trasmesso dalla Far East Network statunitense nella loro base di Honmoku a Yokohama: iniziarono a fare cover di singoli famosissimi negli USA come " Hey Joe " e " Got My Mojo Workin' " e diventarono ospiti fissi della discoteca Golden Cup nei pressi della base militare, così alla fine assunsero il nome che conosciamo tutt'oggi. Presto ebbero una posizione in uno show televisivo mattutino della NHK , " Young 720 " e un accordo con la Capitol ( Toshiba ). Nel 1968 pubblicarono il loro primo album e fu subito successo con il brano di " Nagai Kami no Shoujo " (Ragazza dai Capelli Lunghi), il loro più grande successo. La loro fruttuosa carriera si interruppe all'improvviso a causa di un incendio all'interno di un club ad Okinawa, durante la vigilia di Natale del 1971: tutti i loro strumenti andarono perduti assieme alle fiamme e si separarono immediatamente dopo i fatti. Nel 2003, la band si riunì per un concerto di nostalgia a Yokohama e rilasciarono il loro album, registrato in diretta. Jackey Yoshikawa and His Blue Comets Membri: Jackie Yoshikawa, Tadao Inoue, Kenji Takahashi, Tsunaki Mihara e Sumio Shiratori. Periodo di attività: 1957-2021 Originariamente nota con il nome di " The Blue Comets ", nel 1963 cambiarono nome con l'arrivo di Jackie ed esordirono con " Aoi Hitomi " (Occhi Blu): un immediato successo sia all'estero (100.000 copie) che in madrepatria (500.000 copie). Vincitori del Japan Record Award nel 1967 con il loro più grande successo in assoluto di " Blue Chateau ", che vanta più di un milione di copie vendute, rappresentò il picco del movimento dei Group Sounds e apparvero anche nel " The Ed Sullivan Show ". Furono la prima band a venire invitata al Kohaku Uta Gassen di capodanno. Nel gennaio del 1971 rilasciano il loro ultimo successo, " Ame no Hymn ", giunto al 65° posto negli ascolti locali: e già ad ottobre tre dei loro membri lasciano la band, tra cui Tadao, che sfortunatamente si tolse la vita nel 2000 a causa di un intervento fallito alla retina di un occhio. Nel maggio del 2020 passa a miglior vita il capo della band e da allora i riflettori su di loro si sono definitivamente spenti. Village Singers Membri: Hisashi Komatsu, Michio Shimizu, Tetsuo Koike, Yutaka Hayashi e Kazuomi Sasai. Periodo di attività: 1966-1971, 2002-oggi Originariamente noti come i " The Folk Trekkers ", il nome attuale fu scelto per via della meta bohémien di Greenwich Village a New York. Esordiscono nell'ottobre del 1966 con il folk rock di " Day Break ", non un grande successo... ma nell'agosto del 1967, con " Barairono Kumo " ebbero finalmente un'ampia risonanza: 600.000 copie vendute. Nel febbraio del 1968, il loro quinto singolo di " The Girl with Brown Hair " conquistò il settimo posto degli ascolti locali, fino ad arrivare al loro picco dell'agosto dello stesso anno con canzoni meteore come " Hoshi ga Furumade ". Nel giugno del 1971, la band fu sciolta e nel 2002 si ebbe il ritorno alla cronaca della cover di The Girl with Brown Hair da parte di Hitomi Shimatani come jingle pubblicitario, tanto da riportare alla riunione definitiva della band, attiva tutt'oggi. Ox Membri: Toshio Fukui, Yuji Iwata, Shiro Okada, Hideto Noguchi e Yusuke Taura. Periodo di attività: 1967-1971 Nata nel novembre del 1967 da due ex-membri dei The Kings , prima del loro esordio ufficiale erano soliti esibirsi nei jazz café di Osaka e per via del loro cascare a terra sul palco, tra cui il perdere i sensi per via dell'entusiasmo al di sopra delle righe, li fece decollare in termini di popolarità... soprattutto dal pubblico femminile. Nel maggio del 1968 esordiscono nel mondo discografico con " Girlfriend ", arrivato al sesto posto in termini di ascolti. Seguono altre meteore come " Dancing Seventeen " (28° posto) e " I'm on Fire " (18° posto), riuscendo ad avvicinarsi in termini di popolarità ad altri gruppi come i Tigers ed i Tempters . I loro concerti subirono numerose polemiche da parte del Ministero dell'Educazione e dai mass media per gli svenimenti della band, che in seguito si rivelarono pura finzione. Dopo il declino del genere, fecero un ultimo concerto al jazz café " ACB " di Ikebukuro e la band si sciolse a metà del 1971. Cosa resta del movimento, ai giorni nostri? Si stima che al picco del suo boom, il movimento contava circa 300 gruppi: il picco massimo delle loro produzioni discografiche arrivò nell'estate del 1968, con un totale di 100 dischi rilasciati per ogni band. Il boom è durato per un totale di 5 anni, dal 1967 al 1969, fino al suo esaurimento totale nel 1971. Tutt'oggi vi sono alcune band che vogliono ricordare quei tempi magici, tra cui i The Captains da Sendai (fondati nel 2001 e giunti sotto i riflettori nel 2005 con il loro primo singolo " Fall in Love with Me ") e la defunta band dei The Shallows , originaria di Tokyo. Dove potete trovare altre informazioni sui "Group Sounds" - la mia playlist di Spotify ( Japanese Rock 'n Roll Classics ) - il canale di un appassionato del genere ( GSiloveyou ) - la mia lista di Letterboxd sulle loro apparizioni cinematografiche ( Film Giapponesi sul Rock and Roll ) - un articolo della BBC su uno dei "jazz club" più iconici di Tokyo

  • La Trilogia della Gatta Giocatrice d'Azzardo (1965-66) | Quando Una Donna si Infiltra in Una Yakuza per Vendicare la Morte di Suo Padre

    Cari spettatori di Dejima, benvenuti in quest'altro appuntamento speciale con voi, dove il sesso opposto infrange uno dei tanti stereotipi del genere yakuza eiga : il protagonista uomo. Chi era Haroyasu Noguchi? All'anagrafe Shigeichi Noguchi, lascia la facoltà di letteratura dell'Università di Keio e si iscrive alla Nikkatsu nel 1935. Trova immediatamente lavoro come assistente alla regia al fianco di Kurata Fumihito. Al termine del decennio, esordisce come regista in " The Front Line of the Pavement " (1939), usando lo pseudonimo di Noguchi Hiroshi. Durante la WW2, la casa fu assorbita dalla Daiei e Haroyasu fu costretto a ripiegare sulla Shochiku per lavorare ancora come assistente. Terminata la guerra, nel 1954 torna al quartier generale ed esordisce nuovamente con " Trigger Happy ". In breve tempo si ritrova ad essere uno dei cineasti che tiene in piedi la casa, tanto da dirigere nel 1967 l'unico kaiju eiga di essa: " Gappa: il Mostro che Minaccia il Mondo ". Nello stesso anno passa improvvisamente a miglior vita per via di un infarto al miocardio, mentre stava lavorando al yakuza eiga di " The Kanto Region is Also Expanding ", diretto postumo da Kazunari Takeda. Aveva compiuto 54 anni. La Gatta Giocatrice d'Azzardo (Toba no Mesu Neko, 1965) Yuriko ( Yumiko Nogawa ) è una presenza costante nella bisca clandestina di Arikawa, mascherata dalla sua azienda di trasporti. Affascinata dal lancio di dadi e dal suo lanciatore Seiji ( Hideaki Nitani ), decide di indagare sulla morte di suo padre, avvenuta un anno prima. Si infiltrerà in una yakuza e l'investigatore Endo (Tatsuya Fuji) andrà sulle sue tracce... Bizzarra analisi clinica sul comportamento selvaggio delle yakuza nelle bische, tra sotterfugi e cifre notevolmente alte, viste da una protagonista che rompe il ghiaccio del tipico personaggio femminile ingenué che assiste inerme allo spargimento di sangue tra di loro: è una femme fatale capace di spargerlo anche lei. Più un noir che un gambling movie/yakuza eiga , Yumiko si tatua alcune parti del corpo che non sfuggiranno agli occhi di altri giocatori, con una fotografia di stampo documentaristico sui trucchi per scoprire se un dado è pieno/vuoto e sulle regole di tali bische. Hideaki perfetto nell'esserci da illustratore di tale mondo sommerso, con un montaggio discreto e dalle musiche da incorniciare il film nell'orbita noir. Eccellente anche la polizia con Tatsuya, con il fiato sulla nuca nei confronti di queste mine vaganti. La Donna Giocatrice d'Azzardo (Toba no Mesu Neko: Suhada no Tsubo Furi, 1965) Yuriko (Yumiko Nogawa), a seguito della morte del suo fidanzato Seiji (Hideaki Nitani), vagabonda da città a città e diviene dipendente dal gioco d'azzardo. Un giorno, riesce a salvare un uomo perseguitato da una yakuza, che è la copia esatta del suo ragazzo deceduto... Aggiustato il "noir da accetta" del primo film, Noguchi si supera con la fotografia, soprattutto sulla pelle della protagonista Yumiko. Gradevole la sua caratterizzazione, ormai matura e consapevole di vivere in un mondo dove i dadi in avorio possono costare la vita a qualcuno. Migliorano le coreografie e anche la colonna sonora, capace di accompagnare il duo Yumiko-Hideaki in questa traversata che tracimerà sangue come nel primo capitolo... La Vendetta della Donna Giocatrice d'Azzardo (Toba no Mesu Neko: Sutemi no Shobu, 1966) Yuriko (Yumiko Nogawa) si trasferisce in un'altra città: nel mentre riesce a bloccare, accidentalmente, il borseggio di un contratto conteso tra due clan rivali. Viene così convocata dal boss Gunji (Daizaburo Hirata) e finirà nel mirino del braccio destro del boss rivale Koichi (Eiji Go), ossia dal provocatorio Kokichi (Jo Shishido)... Degna conclusione di una trilogia funesta, qui meno pesante dei soliti canoni da noir all'americana: inquadrature panoramiche e la presenza carismatica di Shishido, affidabile pistolero e instancabile genio dell'astuzia... ma incredibilmente contenuto, per il suo ruolo. Yumiko maturatissima e qui raggiunge lo status di femme fatale , circondata da numerosi lupi e lei li tiene a bada senza alcuna paura. Coreografie scorrevolissime in una sceneggiatura che non propone nulla di nuovo, ma che riesce di nuovo nell'intento di essere un'istantanea del mondo delle bische clandestine. In conclusione... La trilogia, grazie al personaggio di Yuriko, ebbe il merito di lanciare la longeva saga della "peonia rossa" a cura della Toei . Anche Hibotan (Sumiko Fuji) è alla ricerca dell'assassino di suo padre... e finirà per essere una spiccata giocatrice d'azzardo. E diede le fondamenta anche per future "yakuza ladies" come Meiko Kaji (di cui ne avevo già parlato nel secondo capitolo della celeberrima " farfalla vagabonda di Ginza ").

  • L'Organizzazione Armata (Boryokudan Sai Buso, 1971) | La Piovra della Yakuza nella Polizia e nelle Industrie

    Regia: Jun'ya Sato Sceneggiatura: Akira Murao Casa di produzione: Toei Distribuzione: Toei Fotografia: Masahiko Iimura Montaggio: Osamu Tanaka Musiche: Masanobu Higurashi --- Data di rilascio: 10 novembre 1971 A distanza di mesi, finalmente si ritorna a parlare di Junya, autore del famosissimo "vecchio cappello di paglia" e del "Treno Proiettile" che suscitò scandalo in Giappone, ma un notevole successo all'estero. In patria conosciuto come " Mr. Blockbuster ", poteva già vantare tale titolo già agli inizi della sua carriera di cineasta. Wakatake (Koji Tsuruta) è uno yakuza incaricato di tenere d'occhio il sindacato di un gruppo di lavoratori portuali. Una volta conquistata la loro fiducia tramite le sue ricompense in denaro, il capo sindacalista Ryukichi (Tomisaburo Wakayama) rimane scettico e stenta a crederci... ma quando gli altri boss, come il sadico Kanzaki (Tetsuro Tanba) esclamano che i suoi ricavi non sono abbastanza per l'intera organizzazione, costui prenderà il controllo del sindacato... Uno degli antenati dei jitsuroku eiga più riusciti in circolazione. Esplosivo nel susseguirsi dei fatti, neri da mettere invidia anche alla pece e ad alte dosi di provocazioni nei confronti di noi spettatori, nella formula di Deodato. Il sindacato si ritrova solo contro tutti, in questa tragica denuncia su come la yakuza è infiltrata non solo nel complesso industriale giapponese, ma anche nella polizia che dovrebbe proteggere i lavoratori. Junya rende ancora più forte il tutto con le interpretazioni del duo Tsuruta-Tanba, due mine vaganti che ci trascinano verso l'inevitabile mexican standoff , incorniciato da una fotografia cupa e pessimistica come la colonna sonora. Montato discretamente, vanta anche la presenza di Fumio Watanabe, perfetto nel ruolo del corrotto capo di polizia. Da annoverare tra i classici funesti dei ninkyo eiga , ormai prossimo ad essere detronizzato da Fukasaku... dove non è riuscito ad arrivare ai livelli di Sato. Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!

  • Gilsodom (1986) | L'Amara Ricerca di una Madre per il Proprio Figlio Perduto

    Regia: Im Kwon-Taek Sceneggiatura: Song Gil-Han Produttore: Park Chong-Chan Casa di produzione: Hwacheon Trading Paese di produzione: Corea del Sud Fotografia: Jeong Il-Seong Montaggio: Park Sun-Duk Musiche: Kim Jung-Gil Trucco: Jeong Jun-Ho --- Data di rilascio: 5 aprile 1986 Finalmente si ritorna a parlare di Kwon-Taek, qui in una delle sue analisi cliniche della società sudcoreana dell'epoca: nel film potrete notare l'uso di alcune parti del materiale audiovisivo della KBS , tratto da una campagna ideata dall'emittente nel 1983 per favorire il ricongiungimento di alcuni familiari dispersi durante la guerra di Corea avvenuta tre decadi prima. Hwa-Yeong (Kim Ji-Mee), su consiglio del proprio marito, si reca in un luogo d'incontro per vedere se riesce a ritrovare suo figlio. Travolta dai ricordi, quando la nazione venne liberata dagli Alleati, si era diretta a Kilsodeum ed è divenuta orfana. Una volta raggiunta Yeouido, ritrova suo figlio Dong-Jin (Shin Seong-Il), ma la distanza tra lei e Dong è invalicabile... Straziante melodramma sull'amore estinto di una mamma nei confronti di un figlio disperso, seppellito da uno strato di cemento armato. Un viaggio all'interno di una ferita non ancora cicatrizzata di un conflitto che ha distrutto famiglie e da allora mai più ricostruite, in una nazione ancora lontana dalla pace. I paesaggi dell'entroterra sudcoreano cercano di abbracciare i nostri protagonisti, cercando di non appesantire ulteriormente il messaggio amaro di base, con una fotografia che si avvale di colori naturali e di scenografie ricostruite davvero bene. Montaggio popolato da longevi piani sequenza e di tagli a volte lasciati a desiderare, con una musica che ci aiuta a riflettere in profondità sul tutto... In definitiva, un altro film da non perdere per comprendere a fondo la società sudcoreana. Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!

  • L'Angolo del Perduto-Dietro le Quinte #1-Fra Passato, Presente e Futuro.

    Benvenuti o naturalmente ben ritrovati a tutti coloro che ritornatano, assetati di riscoprire quello che abbiamo perduto della settima arte(e non solo..), questo di oggi, non è un vero e proprio articolo dedicato come di consueto ad un film/media perduto, no no, questo è come il nome stesso suggerisce un "behind the scenes/dietro le quinte". E' da un pò di tempo che ci penso se aggiungere o meno una sotto-rubrica simile, ovvero parlando un pò del più e del meno sui progetti in corso, futuri e mai realizzati dedicati al Sottobosco del Cinema, oppure anche solo qualche retroscena che di solito sia io che il mio collega storico non elenchiamo, alla fine ha prevalso il "sì" e mi sono deciso ad aprire questa sotto-rubrica, naturalmente non so se e quando potrò pubblicarla ne se effettivamente avrà un vero futuro, tuttavia queste sono solo divagazioni, concentriamoci sul presente.. Com'è nato l'Angolo del Perduto? Mi è sembrato giusto e doveroso iniziare con la genesi di questo piccolo progetto interno al più grande Sottobosco del Cinema e da qualche tempo parte integrante dell'ancora più grande Dejima Island (che ormai da un pò ospita il Sottobosco del Cinema in maniera ufficiale). L'inizio di questa nostra storia ci porta al Sottobosco del Cinema originale, vale a dire il blog che sia io che il mio collega abbiamo aperto ormai quasi più di 5 anni fa. L'originale homepage del Sottobosco- L'idea di aprire un blog dedicato al cinema è sia mia che del mio collega storico, entrambi cinefili e appassionati della settima arte, le idee già bollivano in pentola da qualche tempo, ma si è dovuto aspettare un attimino prima che l'idea prese forma, decidemmo di dividerci i compiti in questo piccolo progetto che avemmo in mente, da una parte io avrei trattato di film vintage e molto spesso perduti(e in alcuni rari casi film ritrovati) mentre dall'altra il mio collega si sarebbe occupato di film asiatici e cult polizieschi. Il resto della storia è noto come voi lettori avete avuto modo di godere e apprezzare, uscirono svariati articoli, alcuni dei quali apprezzatissimi e addirittura fummo i primi in Italia a portare alcuni film in maniera dettagliata e professionale, dove prima non vi erano se non brevissime e fugaci menzioni. Sul Sottobosco originale io aprì anche la storica rubrica "Pillole Perdute" che in breve è il diretto predecessore de "L'Angolo del Perduto" . Il Mostro di Frankenstein(1920) primo articolo in asoluto uscito sul Sottobosco, cinque anni fa e primo di quello che poi sarebbe diventato "Pillole Perdute". Il resto è arrivato da se, il mio collega ha continuato a scrivere ottimi articoli dedicati a film del cinema asiatico, intervallati da film polizieschi all'italiana e non solo, mentre io, iniziai la rubrica "Speciali Il Fantasma dell'Opera" appunto dedicata agli adattamenti del mio romanzo preferito in assoluto. Molto spesso il mio collega mi ha dato una grossa mano nelle ricerche, specialmente in casi in cui bisognava sondare il web del passato, forum e siti ormai defunti e abbandonati da tutti, dimenticati e forse mai veramente famosi ma ricchi di preziose informazioni e talvolta anche vere e proprii stills(è il caso come ho avuto modo di spiegare giusto ieri con i due "El Fantasma de la Opera" ). Ed ecco la vera generi non solo della mia rubrica dedicata al perduto, ma in maniera sintetica anche la genesi del Sottobosco del Cinema. Il futuro de l'Angolo del Perduto Dunque, effettivamente ora come ora non ho una vera propria idea precisa su quello che questa rubrica diventerà, per il momento ho un programma da seguire, vale a dire parlare di tutti i film di cui avevo parlato anche sul Sottobosco originale e che giustamente meritano anche di avere un posto per loro qui su Dejima, quindi posso senza ombra di dubbio dirvi che potete aspettarvi articoli dedicati ai seguenti film e non solo: -Il Mostro di Frankenstein del 1920 -Drakula Halala del 1920-21 -London After Midnight(perché non può sicuramente mancare il santo graal dei film perduti) del 1926 -La trilogia del Golem -Il Fantasma dell'Opera del 1925 -I film perduti di Godzilla e King Kong/Kaijus vari Ma di certo non c'è solo questo, non ne parlerò in maniera approfondita ora come ora, perché questo "dietro le quinte" è dedicato solo all'Angolo del Perduto, ma così come avvenne sull'originale Sottobosco del Cinema, ho in mente di parlare anche di film non perduti e questa volta anche non solo di genere gotico/horror/sci-fi. Detto questo, il tempo a disposizione è ormai giunto al termine per questo primo retroscena, ma dando tempo al tempo, ne arriveranno anche altri.. Detto questo... Nuff said! "Il Sottobosco vive, lunga vita al Sottobosco"

  • El Fantasma de la Opera(1934 e 1960)-

    Un caloroso benvenuto e un altrettanto sentito benritrovato a chi torna a visitare il Sottobosco del Cinema, in particolare questo angolo del perduto. Vorrei prendermi un minuto di tempo per scusarmi del ritardo, questo articolo sarebbe dovuto uscire una settimana fa, ma per alcune problemi vari non ho avuto tempo di scriverlo, in ogni caso comunque, è slittato di una settimana(cioè nel momento in cui lo sto scrivendo). Detto questo, cominciamo subito il nostro viaggio nel passato e nel perduto, che abbiamo molto da vedere nell'appuntamento di oggi de "L'Angolo del Perduto" (sì, il nome della rubrica è ancora provvisorio). Per questo particolare articolo, molto caro a me, vorrei ringraziare il mio collega, che con me ha cercato per intere settimane sul web e non, in modo da trovare più informazioni possibili, nonostante tutta la fatica, alla fine siamo stati ripagati per bene, come vedremo presto.. Manifesto originale del 1934 La volta scorsa, nel primo "numero" di questa rubrica abbiamo potuto riscoprire il primo adattamento de il celebre romanzo di Gastone Leroux, Il Fantasma dell'Opera(per approfondire vedere "Das Gespenst im Opernhaus Fra leggende e verità" ), dunque, come promesso, in questo secondo numero de "L'Angolo del Perduto" parleremo di non uno, ma bensì due adattamenti perduti! Due sì, ma che sono molto collegati fra loro da un grande attore oggi purtroppo dimenticato in buona parte del mondo, quindi a tal proposito.. Il grande Narciso Ibanez Menta Esattamente come ogni storia che si rispetti, la nostra ha un protagonista, tale protagonista è un grande attore spagnolo, ai suoi tempo soprannominato "Il Lon Chaney spagnolo"(the spanish Lon Chaney) e già questo dovrebbe dire tutto sulla sua professionalità e abilità.. Stiamo parlando di Narciso Ibanez Menta(1912-2004) attore spagnolo ma emigrato in Argentina ancora bambino, già da giovanissimo si esibiva in vari spettacoli ed era molto conosciuto con il nome di "Narcisin" (letteramente potremmo dire "Piccolo Narciso"). Nella sua lunghissima carriera Narciso Ibanez ha variato fra teatro, cinema e anche televisione(ma riguando al piccolo schermo, ci arriveremo dopo), quindi attore molto versatile, la sua specialità erano però senz'altro i film dell'orrore e del mistero, dunque, esattamente come il buon Leone Chaney, Narcisin ideava da se il make-up per i suoi film. C'è da precisare che il giovane Narciso Ibanez Menta fu un grande fan di Lon Chaney stesso tanto da arrivare ad incontrarlo in persona, probabilmente Chaney insegnò qualche suo trucco e segreto del mestiere a Ibanez Menta, se così fosse, quest'ultimo ha saputo mantenere viva la memoria e la magia di Chaney per tutta la sua vita attoriale. Dopo questa piccola parentesi, conosciamo il nostro protagonista un pò meglio, direi che è ora di parlare del nostro argomento preferito "il cinema perduto"(anche se ironicamente, non parleremo di film nel senso della parola..) Il Fantasma di Buenos Aires Nel 1925 la Universal produsse e distribuì il famosissimo capolavoro che è " Il Fantasma dell'Opera " con Leone Chaney nel ruolo di Eric il Fantasma( prima o poi torneremo a parlare anche di questo adattamento ). Il film fu un "successo" e venne distribuito anche al di fuori del suo paese di produzione, ovvero l'America, non sappiamo esattamente in che periodo preciso, ma giudicando dalle date, possiamo dire che intorno agli anni 30, questo particolare film assunto a capolavoro gotico della settima arte finì anche in un cinema di Buenos Aires, dove un giovane attore ancora non molto esperto rimase letteramente stregato dalla storia e in particolare dall'attore protagonista. Questo giovane attore, Narcisin, decise di realizzare e recitare in un suo personale adattamento de "Il Fantasma dell'Opera". Così, nel 1934(o nel 1932 secondo fonti alternative) va in scena al Teatro Femina di Buenos Aires il primo adattamento teatrale in assoluto dedicato al celebre romanzo di Leroux, ed ecco la genesi de " El Fantasma de la Opera ". Nella parte di Eric troviamo ovviamente lo stesso Narciso Ibanez Menta, mentre nella parte di Cristina Daaè(o almeno nelle rappresentazioni che conosciamo) troviamo un attrice argentina di nome Delfina Jauffret ( nota: anche cercando a fondo, sul web di trova veramente molto poco, per non dire nulla su questa attrice ), secondo alcune fonti(fra cui un noto sito dedicato all'orrore in lingua spagnola) lo spettacolo fu anche registrato su pellicola, qualora questo fosse vero in ogni caso, il tutto risulta perduto ai giorni nostri. Ma non tutto è svanito nel tempo, infatti, esistono alcune immagini rimaste fino a noi per lo meno, ora vorrei un attimo di attenzione per ammirare il trucco usato da Narcisin per il suo Eric: (E qui devo ancora ringraziare il mio collega di sempre, per l'aiuto nei siti in lingua spagnola) Possiamo senza ombra di dubbio affermare che il trucco usato da Narciso Ibanez Menta deve sicuramente qualcosa alla versione di Leone Chaney, seppur a mio personale avviso abbia qualcosa di unico tutto suo, definitivamente ricorda molto di più l'Eric del romanzo, ma ripeto, è una mia personale opinione questa. Il Fantasma del piccolo schermo Sono passati ormai quasi una trentina di anni, ma ci troviamo sempre in Argentina, intorno agli anni 60 esattamente come in buona parte del mondo, la televisione è ormai di casa per moltissimi, su un particolare canale argentivo, Canal 7 va in onda da un paio di anni(almeno dal 1958) una serie antologica dedicata ai grandi capolavori del gotico, mistero e orrore, tale antologia ha il nome di " Obras Maestras del Terror "(ovvero Opere Maestre del Terrore ), per la precisione in questa serie televisiva vengono adattati alcuni dei più famosi e apprezzati romanzi o racconti del gotico, citiamo come sempre a titolo di esempio, il celebre Edgar Poe. Quando nel 1959-60, si aggiunge il famoso Canal 9 , la serie "Obras Maestras del Terror" continua a venir prodotta sul neonato canale, quindi si decide di adattare ancora una volta il meraviglioso romanzo di Gastone Leroux. Chiaramente, venne scelto Narciso Ibanez Menta, ora attore molto affermato in Argentina, come protagonista nel ruolo di Eric, il Fantasma(nota: Narcisin ha preso parte anche ad altre numerose puntate de Obras Maestras del Terror ), al suo fianco invece troviamo l'attrice Beatriz Dia Quiroga(1936-2016) nel ruolo della bella Cristina Daaè. El Fantasma de la Opera di Canal 9 pare sia stato un enorme successo all'epoca, tanto è vero che si dice(ma qui siamo nei "si dice") che la sera della prima puntata, un sabato, le strade della capitale argentina erano vuote. Per quanto riguarda la serie in se, non sappiamo molto, ma alcune fonti sia spagnole sia inglesi(che fra l'altro sono scarsissime) citano nove puntate in totale dedicate a Il Fantasma dell'Opera, nel corso dei mesi estivi del 1960, da giugno ad agosto, a dover di cronaca devo citare il fatto che si possono trovare dettagli più approfonditi, ma solamente su una fonte su 5, quindi personalmente non so quanto possa essere veritiero. Ad ogni modo, questo adattamento televisivo(per altro il primo dedicato al romanzo di Leroux) aveva anche al suo interno il personaggio de il Persiano/Daroga, quando nel 90% degli adattamenti questo particolare personaggio fondamentale nel romanzo viene rimosso o rivisitato. Narciso Ibanez Menta e Beatriz Dia Quiroga ne "El Fantasma de la Opera" Da quando tratto di cinema o media perduti, spesso tendo a citare che il motivo della scomparsa è vago o sconosciuto, ma qui sappiamo esattamente il motivo per il quale è andato perduto nel tempo, il motivo è che El Fantasma de la Opera di Canal 9 venne registrato con un nuovo processo all'epoca ed essendo molto costoso, le bobine vennere riutilizzate per altri scopi, di fatto condannando l'adattamento a finire nell'infinito elenco di film/tv perduta, c'è però da citare il fatto che molte altre puntate di Obras Maestras del Terror sono tutt'ora visibili integralmente(perfino su YT volendo), quindi una speranza che possa essere ritrovato esiste ancora ed è, a differenza di ogni singolo altro lost media che ho trattato(sia qui che sul Sottobosco originale) ha un alta probabilità di essere ritrovato(ma prendetelo con le pinze, vi prego, non voglio dare false speranze, mi sembra giusto dirlo). Narciso Ibanez Menta nel ruolo di Eric(Canal 9-1960) Altra immagine di Narciso Ibanez Menta nel ruolo di Eric Esiste ancora un curioso aneddoto su questa vicenda, che merita di essere narrato, prima di chiudere il cerchio... Narciso Ibanez Menta durante la produzione de El Fantasma de la Opera(Canal 9) proibì che fossero fatte foto mentre vestiva i panni del Fantasma, questo per evitare possibili spoiler e rovinare la sorpresa al pubblico sul vero volto di Eric sotto la maschera, seppur questo sia stato fantastico per l'epoca, ha fatto in modo che noi, ai giorni nostri abbiamo solo poche immagini disponibili, seppur c'è nè siano almeno alcune molto interessanti rispetto a molti altri lost movie che ho trattato, dove non ci stava nemmeno mezza foto di scena disponibile, ma i colpi di scena ancora non sono finiti! Molti anni dopo, siamo nell'Argentina della metà degli anni 90, su Canal 9 venne mandato in onda uno speciale dedicato ai protagonisti che hanno fatto la storia del canale, in questo speciale, vennero richiamati tutti gli attori ancora viventi, fra cui gli stessi Narciso Ibanez Menta e Beatriz Quiroga, in questa particolare occasione, venne fatta avere a Ibanez Menta una lettera con alcune foto, come lo stesso ebbe modo di dire: (un altro grazie speciale al mio collega con il ritrovamento e relativa traduzione dallo spagnolo) "...Aquellos, como dice El Fantasma, aquella cosa horrible que tenìa por cabeza de esa cara, que se borrò un mes después de haberse hecho en el ùltimo capitulo y nunca màs se volviò a ver y que lo habìa prohibido a los fotografos tomar ninguna fotografia de aquel rostro espantoso. No quedo nada, ni una revista, ni un diario, nada. Entre mis recuerdos, cuando mi gran amigo, Alejandro Romay, me invitò para esto que para mi serà inolvidable... esta noche, buscando entre mil cosas, encontré un sobre, en él una carta y dos fotografias de un anonimo admirador que habìa tomado con una camarita de la pantalla del televisiòn, la tremenda imagen de Eric...." Ecco invece la traduzione in italiano: "....Quella, come dice Il Fantasma, quella cosa orribile che tenevo per testa, quella faccia, che venne cancellata un mese dopo l'ultimo capitolo e che mai più fu vista, avevo proibito ai fotografi di scattare qualsiasi foto di quella faccia orribile. Non vi era più niente, nessuna rivista e nemmeno un diario, fra i miei ricordi, quando il mio grande amico Alejandro Romay mi invitò per questa sera, che per me sarà indimenticabile...Questa sera, cercando fra mille cose, ho trovato una busta, in essa una lettera e due fotografie di un ammiratore anonimo, che aveva scattato con una piccola macchina fotografica direttamente allo schermo della televisione, la tremenda immagine di Eric...." Dunque, se oggi abbiamo molte delle foto disponibili, lo dobbiamo a quell'anonimo spettatore, che nell'ormai lontano 1960 scattò delle immagini al suo televisore, alla tremenda immagine di Eric... Siamo arrivati alla fine del nostro viaggio nel passato e nel perduto, almeno per il momento, come sempre io mi prendo la libertà di ringraziarvi per avermi accoppagnato, è stato un piacere fare da "Cicerone"... "Il Sottobosco vive, lunga vita al Sottobosco.."

  • [Speciale San Valentino] Compagni, Quasi una Storia d'Amore (Comrades: Almost a Love Story, 1996)

    Regia: Peter Chan, Samson Chiu Sceneggiatura: Ivy Ho Produttore: Peter Chan Casa di produzione: Golden Harvest Distribuzione: Golden Harvest Fotografia: Jingle Ma Montaggio: Chan Ki-Hop, Eric Kwong Musiche: Chiu Tsang-Hei Trucco: Kwan Lai-Na, Jane Choi Costumi: Chan Sau-Ming --- Data di rilascio: 2 novembre 1996 Finalmente ho l'occasione di parlarvi del duo Samson-Peter nel film più premiato nella storia del cinema di Hong Kong: nove vittorie, tutt'oggi imbattute, agli HKFA. Lanciò anche la carriera, appena iniziata, della modella sino-canadese Kristy Yeung . Ho già trattato di Samson nella mia recensione di " News Attack " (1989), ora è il turno di Peter: all'età di 11 anni emigra con la famiglia in Thailandia ed esordisce come attore sin da giovanissimo nel gongfupian di " Killer in the Dark " (1973) e dopo avere studiato cinematografia a Los Angeles ritorna nel 1983 a Hong Kong con altri ruoli secondari, approda sulla sedia da regista nel film romantico di " Alan & Eric: Between Hello and Goodbye " (1991), premiato al botteghino con un incasso di 7 milioni di dollari. Co-fonda la notissima United Filmmakers Organization nel 1992, producendo la commedia di " Days of Feeling Dumb " e girando l'enorme successo di " He's a Woman, She's a Man " (1994), rilanciando la carriera di Leslie Cheung. Nel 2000 fonda la Applause Pictures , con l'obiettivo di creare films capaci di riunire il mondo pan-asiatico , approfittando della rapida espansione del cinema della Cina continentale. Al termine del decennio fonda la WE Pictures , con lo scopo di produrre, supportare e distribuire opere da cineasti cinesi: tutt'oggi molto attivo al cinema, nel 2020 ha diretto il dramma di " Leap ", dedicato alla squadra olimpica di pallavolo cinese e nel 2022 ha fondato la società di produzione Changin' Pictures , interamente dedicata allo streaming. L'immigrato Lai Siu-Kwan (Leon Lai) dalla Cina continentale, giunge nel 1986 a Hong Kong, assieme alla sua compagna Fong Siu-Ting (Kristy Yeung) per cercare lavoro e nonostante le difficoltà linguistiche in cantonese incontra la conterranea Lee Kiu (Maggie Cheung) in un McDonald's: gli consiglia di seguire un corso di inglese per avere più opportunità lavorative, approfittando della sua ingenuità per mettere da parte dell'ulteriore denaro. Nonostante le enormi diversità tra di loro, si innamorano. L'anno dopo, Lai si sposa con Fong e Lee si innamora del boss di una triade Au Yeung-Pao (Eric Tsang), riuscendo così a divenire una imprenditrice di successo. Gli anni passano ed entrambi si trasferiscono negli USA: lui per il lavoro da cuoco e lei per stare dietro al boss, ora latitante e in fuga dalla polizia di Hong Kong. Il trionfo dell'amore su una coppia impensabile. La magia del destino, capace di riunire il cammino di due persone anche a chilometri di distanza, raccontato nella maniera più dolce e chiara tra gli occhi innocenti di Leon e Maggie, persi nella purezza infinita dell'amore in una metropoli che ingabbia le persone con i suoi grattacieli che squarciano il cielo. Non è un caso che la vita di Teresa Teng sia passata attraverso la performance sincera di Maggie, che come Leon tiene duro e non cade nella trincea depressiva della grigia megalopoli portuale. Fotografia che si avvale di colori pastello accesi per raccontare il tutto, palesemente influenzati da quella di Doyle (tra l'altro presente nel film!), con numerose sequenze alla moviola atte a rappresentare la solitudine del duo nella frenesia della metropoli e colmi di lunghi piani sequenza negli atti d'amore di questi ultimi. Se per altri è considerato troppo lento nella sua esecuzione, per me il fattore "come andrà a finire?" è stato fondamentale in tutta la durata del film: anche per la musica, perfetta per il melodramma interno dei protagonisti. C'è bisogno di spendere una parola anche per il montaggio asciutto? A dispetto del titolo da commedia, il film si è rivelato molto più profondo di quanto pensassi: è un lungo viaggio per comprendere a pieno come il destino ti riunirà anche senza che tu lo voglia. Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!

  • L'Ultimo Sapore dell'Aria (1978) | Pesante Melodramma sulla Vita Strappata a Chi l'Ha Cominciata

    Regia: Ruggero Deodato Soggetto: Ruggero Deodato Sceneggiatura: Tito Carpi, Roberto Gandus Produttore: Giovanni Masini Casa di produzione: Tritone Cinematografica Paese di produzione: Italia Distribuzione: C.I.D.I.F. Fotografia: Claudio Cirillo Montaggio: Daniele Alabiso Musiche: Ubaldo Continiello Scenografia: Carmelo Patrono Trucco: Goffredo Calisse --- Data di rilascio: 24 febbraio 1978 Finalmente, a secoli di distanza, si ritorna a parlare di Deodato. Avendone già parlato molto tempo prima in una recensione sepolta in un altro blog gestito dal mio collega, ne approfitto per riassumere la sua carriera, se nel caso qualcuno non lo conoscesse: originario di Potenza, sua madre voleva che lui intraprendesse la carriera da pianista, ma fu cacciato dopo tre giorni dal suo maestro d'infanzia per il suo suonare ad orecchio. Una volta giunto a Roma, trovò lavoro come comparsa in due films di Domenico Paolella, ma decise di intraprendere la strada da regista: sin da subito Roberto Rossellini gli diede l'opportunità di fare da aiuto regista. Esordisce alla regia nel 1964, in compagnia di Antonio Margheriti, con il peplum di " Ursus: il Terrore dei Kirghisi ". Decolla nel 1968 tramite il genere avventuroso con " Gungala, la Pantera Nuda ", usando lo pseudonimo di Roger Rockfeller. Dal 1969 al 1975 si dedicò interamente alle pubblicità assieme a sua moglie Silvia Dionisio, non senza dirigere per la TV. Dopo il ritorno al cinema con il yachting thriller di " Ondata di Piacere ", si fece definitivamente conoscere con il poliziottesco di " Uomini si Nasce, Poliziotti si Muore " (1976) che ebbe talmente successo al botteghino che si pensò di girare un sequel: mai realizzato. Agli inizi degli anni '80 diviene noto a livello mondiale per la trilogia dei C, tanto che nel suo cult estremo del 1980 fu condannato a quattro mesi con la condizionale e fu soprannominato Monsieur C . Ritorna a lavorare per la televisione durante gli anni '90 e lascia definitivamente il mondo del cinema nel 2016, presentando al Lucca Film Festival il " Ballad in Blood ". Passa a miglior vita il 29 dicembre del 2022, all'età di 83 anni. Diego Micheli (Carlo Lupo) è il tipico ragazzo incompreso dalla propria famiglia e dalla scuola: decide così di fuggire da casa e trovare inizialmente lavoro come meccanico, ma poi si ritrova a lavorare in un centro sportivo che gli risveglierà in lui la passione del nuoto. L'allenatore Marco (Luigi Diberti) nota il suo talento e lo inviterà ad abitare in casa propria, conoscendo sua sorella minore Claudia (Vittoria Galeazzi) ed innamorandosi di lei. La sua carriera subirà una battuta d'arresto a causa di una TAC che gli rivelerà di avere un tumore al cervello, lasciandogli pochi mesi di vita... Straziante come pochi per il tema trattato, provocatorio in ambito sociale. Nonostante l'atmosfera da fiction e le interpretazioni non proprio consone dei personaggi, il malessere incurabile che consumerà Carlo non lo allontanerà dal sogno che ha intenzione di compiere, illustrando i valori che la nostra società ha dimenticato come il non arrendersi. Buona la fotografia che si serve della natura della campagna romana, immortalandola al massimo dei suoi colori caldi ed accoglienti, inclusi gli abiti indossati dal cast. Montato solidamente e ben accompagnato acusticamente dalla melancolia di Continiello, rimane un buon prodotto per chi ha bisogno di riempire i propri condotti lacrimali per comprendere a pieno come la vita è molto preziosa. Concludo con il dire che il film in questione ebbe uno scarso successo nella sua madrepatria, ma in Giappone fu il contrario. Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!

  • Calmi Cuori Appassionati (Reisei to Jonetsu no Aida, 2001) | Elegia Nipponica all'Italia in un Insipido Film Romantico

    Regia: Isamu Nakae Soggetto: Kaori Ekuni, Jinsei Tsuji Sceneggiatura: Fumie Mizuhashi Produttore: Toru Ota Casa di produzione: Fuji Television Network, Kadokawa Shoten Publishing Co., Toho Paese di produzione: Giappone, Italia Fotografia: Toyoshi Tsuda Montaggio: Hiroshi Matsuo Musiche: Enya, Ryo Yoshimata --- Data di rilascio: 10 novembre 2001 Incasso: 279,000,000 yen (1.759.148 euro) Diretto e scritto da sua moglie Fumie, Nakae iniziò a farsi conoscere alla Fuji Television nel 1988 come assistente alla regia nel drama di " I Wanna Hold Your Hand ", non senza prima conseguire una laurea in giurisprudenza. Tutt'oggi direttore esecutivo del dipartimento cinematografico e di fiction nella sezione della produzione televisiva dell'omonima emittente, vanta all'attivo un totale di 52 films all'attivo in ambito televisivo e ben quattro in ambito cinematografico. Ha esordito anche nel campo dei video musicali nel 2000, dirigendo soprattutto quelli della cantante Aiko ( Aiko Yanai ) tra il 2005 e il 2011. Si segnala anche che nel 1993 ha diretto in " Under One Roof " l'episodio con il più alto indice di ascolto nella storia delle serie televisive targate Fuji , ossia del 37,8%. La co-produzione italo-giapponese, al rilascio, fu al primo posto nel fine settimana di apertura, rimanendoci per un'altra settimana: divenne così l' ottavo film giapponese con più incassi del 2001. La cantante Enya si occupò personalmente della colonna sonora del film, rilasciando nello stesso anno un album interamente dedicato ad esso. Primavera 1994: l'aspirante restauratore Junsei Agata ( Yutaka Takenouchi ), nonostante gli appuntamenti con la studentessa di italiano Memi ( Ryoko Shinohara ), si sente vuoto. E' alla continua ricerca del suo vero amore Aoi (Kelly Chen), che ha conosciuto nel 1990 in un negozio di discografia. A 10 anni di distanza, scopre nel 1997 che Aoi vive a Milano con l'uomo d'affari americano Marvin Lai (Michael Wong), vedendola completamente diversa dall'ultima volta che si sono visti. Tornato a Firenze, scopre che è stato accusato di avere vandalizzato un dipinto di Cigoli nella sua officina e decide di tornare in Giappone a causa del trauma, ma non riuscirà a dimenticare Aoi... Film pesantemente melodrammatico che porta con sé due veterani del cinema di Hong Kong, Michael e Kelly, qui non nella loro forma migliore in quanto ad espressività: soprattutto lei quando prova dei sentimenti nei confronti del sensibile Yutaka, che nonostante tutto prova a darci dentro per dare credibilità al tutto. Enya e il violino ci salvano dai clichés del genere romantico, assieme ai maestosi panorami di Milano e Firenze, locations scelte non per caso per il tocco di eterna eleganza che da' al film quell'aria di stravaganza che arricchisce i lunghi piani sequenza montati a dovere. In ambito linguistico è l'oasi perfetta per qualsiasi poliglotta: molti componenti del cast si esprimono in italiano, oltre all'inglese e al giapponese. Chi l'ha detto che films come questi non possano insegnare la nobile arte dell'amare anche le lingue eurasiatiche? Nonostante le inutili impalcature nella storia d'amore, il messaggio di base rimane immutato: il vero amore di una persona nei confronti di un'altra è capace di erodere uno di facciata. Nel dubbio, preparo un viaggio a Firenze per innamorarmi di essa... Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!

  • Das Gespenst im Opernhaus(1916) fra leggende e verità

    Benvenuti(o ben ritrovati in caso veniate dall'originale Sottobosco), siamo tornati all'angolo pieno di misteri e incertezze, dove al pari del grande Holmes ci muoviamo con calma e ragionamenti, angolo dove le ipotesi sono all'ordine del giorno, ma dove anche alcune certezze ci sono, seppur veramente poche, penso di chiamare questa rubrica "L'Angolo del Perduto"(come citazione all'originale Sottobosco, che ancora oggi, sia io che il mio collega ricordiamo con affetto e nostalgia, dopotutto, ci siamo fatti le ossa lì, su quel blog originale). Ho pensato a lungo come aprire questa "nuova" rubrica, a che titolo portare come apripista effettivo, anche se alla fine a posteriori, la decisione è venuta da se, dopotutto questo film lo cerco personalmente da tanti anni, da quando il Sottobosco originale era solo un idea e un sogno, il mio collega sicuramente ricorderà le serate passate a discutere, a fare ipotesi, a cercare qualche indizio o pista, dopo tante incertezze, qualcosa l'abbiamo trovata fortunamente, ma questa presentazione è già tanto lunga rispetto al solito, quindi procediamo(con calma, ma procediamo). Allacciate le cinture, prendete qualcosa da bere e preparatevi ad un tuffo nel passato del cinema Il poster ritrovato del film. Il Fantasma dell'Opera Dunque, chi già ci leggeva sull'originale Sottobosco del Cinema, sicuramente ricorderà che ne parlai molto di questo particolare film perduto, prodotto in Germania a metà anni 10 del 1900 e chiaramente tratto dal romanzo "Il Fantasma dell'Opera"(Le Fantome de L'Operà) di Gastone Leroux, che a sua volta fu pubblicato per la prima volta, sotto forma di volume nel 1910(anche se i singoli capitoli vennero pubblicati già da almeno l'inizio del 1909). Il Fantasma dell'Opera è sicuramente un romanzo che definirei fantastico e che dovrebbe essere letto almeno una volta nella vita, la tragica storia d'amore fra lo sfigurato Eric e la bella e giovane Cristina Daaé è destinata a far commuovere e far provare ammirazione, è naturale che la Settima Arte ne abbia trovato un analogo interesse e così dopo soli 6 anni dalla pubblicazione del romanzo, il cinema prende questa storia senza tempo per plasmarla su schermo, precisamente nella nostra Europa e per essere ancora più precisi, in Germania. Ma prima di parlare effettivamente del film, è bene fare un premessa sui protagonisti di questa nostra storia dimenticata. Fra i protagonisti troviamo innazzitutto il regista e successivamente coreofrago e ballerino Ernst Matray (1891-1978), in questo caso Matray fu il regista ma anche attore nel film, in un ruolo che ancora oggi facciamo fatica a identificare con chiarezza, le fonti ci dicono il ruolo di Raoul o del Persiano/Daroga. Dall'altra parte, troviamo nei due ruoli principali(cioè Eric il Fantasma e Cristina Daaé) rispettivamente Nils Olaf Chrisander (1884-1947) e Aud Edege Nissen (1893-1974), tutti e due volti noti nel cinema europeo dell'epoca, Nils Chrisander(vero nome Waldemar Olaf Chrisander) diventerà anche un apprezzato regista, lavorando anche in America, mentre Edege-Nissen fu la figlia di un politico norvegese e come alcuni dei suoi fratelli e sorelle, iniziò presto a recitare. Queste tre figure di spicco nel cinema di inizio 900 saranno destinate ad incontrarsi e a rimanere per sempre legati fra loro dal primo adattamento del romanzo di Leroux, il Fantasma dell'Opera, così il cerchio si è chiuso. Ernst Matray(sinistra), Aud Nissen(centro) e Nils Olaf Chrisander(destra) Ora che conosciamo i nostri protagonisti, possiamo entrare nel vivo del nostro "mesterie" di Sherlock Holmes del perduto.. Pubblicità ritrovata dedicata al film Non mentirò, seppur sia tanti anni che mi occupo di film perduti, è sempre difficile iniziare a parlarne, vediamo di non fare confusione, che come ho avuto modo di citare e accennare spesso, la possibilità di perdersi è una delle realtà quando entriamo nel mondo del perduto. Das Phantom der Oper(l etteramente Il Fantasma dell'Opera ) , anche conosciuto come Das Gespenst im Opernhaus(che significa grossomodo " Il Fantasma nel Teatro dell'Opera ") è sicuramente un film misterioso di suo e fino a qualche anno fa leggendario, il tutto inizia in Germania, quando la casa di produzione tedesca Grembaum(anche chiamata Greenbuam),questa casa di produzione, fondata dall'uomo da cui prende il nome, Julius Grembaum, è già sicuramente conosciuta all'epoca per aver adattato varie storie di generi diversi come per esempio " Il Cane dei Baskerville "( Der Hund von Baskerville ), tratto dal famoso romanzo di Sir Conan Doyle. Dicevamo, la Grembaum decide di produrre un film basato sul romanzo di Gastone Leroux, ricordiamoci che siamo nel pieno della Grande Guerra e una compagnia tedesca decide di produrre un film basato su un romanzo francese. Piccola chicca per i cinefili più puristi, la sceneggiatura fu scritta dall'allora moglie di Matray, vale a dire Greta Schroder , la stessa che interpreterà poi il ruolo di Hellen/Elena in Nosferatu del 1922(ma questa è una storia per un altro giorno..) Non sappiamo se il film fosse autorizzato o meno dallo stesso Leroux, difficile se non impossibile dirlo con certezza assoluta, almeno ora come ora, ma il fatto che su nessuno dei manifesti e pubblicità che abbiamo ritrovato compaia il nome di Gastone Leroux non può che farci pensare che probabilmente(questo "probabilmente" va preso con le pinze) non fosse autorizzato. Il film viene prodotto sicuramente fra la metà e la fine del 1915 per poi essere distribuito in prima intorno a febbraio 1916 a Berlino con il titolo di Das Phantom der Oper e a quanto sembra fu un successo all'epoca, successivamente il titolo viene cambiato nel più oscuro e praticamente mai usato altrove "Il Fantasma nel Teatro dell'Opera"(ovvero quel "famoso" Das Gespenst im Opernhaus) per un motivo che ci è sconosciuto, probabilmente(di nuovo con le pinze) per alcune questioni legali(?), sia come sia, il film fu un successo e per almeno tutto il 1916 continua ad essere proiettato, arrivando anche a viaggiare fuori dalla Germania e chi lo sa, forse anche nella nostra patria, l'Italia. Quello che è sicuro è che il film viene distribuito nei Paesi Bassi, dato che alcuni annunci olandesi possono essere trovati cercando anche non troppo a fondo, un altro fatto che personalmente reputo strano è che nei manifesti stranieri, vale a dire non tedeschi, il credito a Gastone Leroux effettivamente viene dato. "Het Spook in de Opera"- annunci olandesi che citano il nome di Leroux Dopo questo viaggio però, del film si perdono completamente le tracce, come sparito fra le nebbie del tempo, certo, alcune saltuarie menzioni nel corso del tempo vengono date, ma del film o se per questo foto di scena nemmeno l'ombra(l'unica foto che molto probabilmente è effettivamente del film stesso la potete vedere sopra, il primo manifesto), non a caso ho scritto che il film era considerato leggenda. Alcuni anni fa, siamo intorno al 2021-22, qualcosa però si muove, seppur molto lentamente e senza eco, chi è su internet da tempo sicuramente conoscerà il famoso "Internet Archive" dove vengono appunto archiviati contenuti di vario tipo, fra questi contenuti vi sono anche libri, fumetti e riviste, ebbene fra queste riviste vi sono quelle dedicate al cinema tedesco degli inizi del 1900 e degli anni 10-20, questo vale a dire che cercando a fondo e con estrema cura e dedizia potrebbe essere possibile trovare informazioni utili su questo film e sicuramente molti altri che potrebbero o non potrebbero essere perduti. Quasi per miracolo, l'ombra che avvolgela il film si è dissolta e alcune certezze sono state rivelate, infatti sono stati trovati ben più che semplici menzioni, bensì manifesti, pubblicità(che potete ammirare sopra) e addirittura una recensione completa che descrive tutto il film dall'inizio alla fine, questa recensione di un anonimo critico cinematografico è stato l'ultimo tassello di questo bizzarro puzzle nell'attesa che il film vero e proprio sia possibilmente ritrovato. Per tornare alla domanda che ci siamo posti a inizio articolo, il film fu autorizzato ? Beh, la verità è che non lo sappiamo ancora, ma possiamo senza ombra di dubbio che questo primo adattamento de il Fantasma dell'Opera è uno dei più fedeli al romanzo in assoluto, se non per alcune differenze, poco sotto potete leggere la trama completa tradotta in italiano. La trama completa de il Fantasma dell'Opera del 1916(originalmente in tedesco, ringrazio il mio collega per l'aiuto nella traduzione italiana): -Recensione originale pubblicata su "Kinematographische Rundschraun" del 14/06/1916 -IL FANTASMA DELL'OPERA Dramma in 4 atti. Script di Ernst Matray. Diritti esclusivi di distribuzione, per L'Austria, Philipp & Pressburger Questo film possiede una certa originalità, grazie alla trama misteriosa, ma che trova una spiegazione razionale per tutto. Particolari sono le superbe inquadrature, in accordo con il soggetto misterioso, usando luce cupa, rendendo il tutto molto impressivo. <<-Il Faust è stato scelto per essere eseguito oggi nel grande teatro dell'opera, tuttavia, il nuovo direttore riceve una lettera, firmata solo "Il Fantasma", dove si avvisa che se la cantante Carlotta sarà indisposta, la giovane Christine Daae dovrebbe prendere il suo posto. Il direttore è molto preoccupato per la lettera, tutte le precedenti "profezie" del Fantasma si sono rivelate vere- e in effetti, presto ha anche una lettera di Carlotta per le mani, informandolo che non può esibirsi, il direttore corre subito da Christine, pregandola di prendere il posto della Carlotta, qualcosa che la giovane farebbe con piacere. La sua performance è subito un successo, in uno stato di semi-coscienza, Christine si reca nel suo camerino, il dottore chiamato spiega che è solo nervosa. Il Conte Raoul de Chagny, un acuto amico di Christine aspetta fuori dalla stanza che il dottore se ne vada, Raoul rimane confuso nel sentire una voce maschile provenire dal camerino, quando il dottore già era andato via, dopo che anche Christine è andata via, egli controlla la stanza, senza trovare nessuno. Nel party dopo lo spettacolo, Christine conosce il Daroga, un persiano, che è il più vecchio patrono del teatro, Raoul è presente al party e accompagna a casa Christine con l'auto. Quando egli chiede alla giovane chi era la voce nel camerino, Christine impallidisce e chiede gentilmente di non chiedere niente ora, piuttosto- promettendo che spiegherà tutto un altra volta, Raoul si dichiara soddisfatto di questo e spera di poter fare una visita alla giovane il seguente pomeriggio. Il giorno dopo, tuttavia, viene informato dalla madre di Christine che quest'ultima è già uscita. Quella sera Raoul rimane ancora più sconvolto dopo che un amico ha detto di aver visto Christine, più volte in compagnia di uno sconosciuto gentiluomo. Dopo essere uscito a prendere una boccata d'aria fresca, a seguito del consiglio dell'amico, Raoul vede egli stesso Christine in compagnia di un uomo, il Conte si mette a piangere, quando l'uomo sprona i cavalli, la carrozza scompare all'orizzonte. Il giorno seguente. Raoul riceve una lettera da parte di Christine, nella quale viene informato di incontrarsi nella reception del teatro, ma questa volta Christine si presenta e porta Raoul fuori dal "reame delle trappole e botole", sul posto più alto del teatro, il tetto. Qui la giovane inizia a spiegare tutto al Conte: Un giorno, mentre era nel suo camerino, ha sentito una voce melodiosa cantare, la voce ha detto "Io voglio insegnarti, se ti dedicherai completamente a me!", sembrava provenire dal muro, continuando a sentire la voce senza corpo ha fatto molti progressi nel canto, arrivando a rendere possibile il suo recente successo. Ma quando ha sentito la voce di nuovo, il grosso specchio s'è aperto, portandola in una stanza buia, dove un uomo mascherato si fermò vicino a lei. In stato di shock, svenne. Quando si è ripresa, ella si trovava nella più profonda camera di tutto il teatro dell'opera, l'uomo mascherato le disse che non le sarebbe stato fatto alcun male, ma le fu dato un avvertimento, non avrebbe mai dovuto chiedere all'uomo di togliersi la maschera, detto questo l'uomo mascherato andò via, in una camera a lato, di improvviso Christine sentì nuovamente quella voce famigliare cantare, entrando nella stanza, vide l'uomo mascherato seduto ad un organo, la voglia di vedere il volto del misterioso uomo la prese totalmente e così, strappò la maschera del misterioso cantante. In uno stato di profondo orrore, la giovane vide il Fantasma dell'Opera, il teschio-che in un ghigno le disse "Ora puoi vedere la mia orribile bruttezza!", egli pianse "E adesso tu scapperai da me come tutti! Ma io ti amo e non voglio lasciarti andare, promettimi che starai con me!", Christine decise di fingere simpatia per il "mostro", tuttavia poco dopo iniziò a provare una vera compassione per il Fantasma, quest'ultimo ha acconsentito al suo ritorno nel mondo della superficie, ma solo se Christine prometterà di ritornare da lui, la ragazza promette. Raoul dice questo: dopo la performance di domani, porterà Christine via da li, al sicuro. Ma lo Spettro, che stava ascoltando di nascosto, sente ogni cosa e infatti durante lo spettacolo del giorno dopo, d'un tratto le luci si spengono in tutto il teatro-quando le luci ritornano Christine è scomparsa nel nulla, una grande agitazione inonda il teatro, subito si scopre che gli addetti alle luci sono stati tutti addormentati con del cloroformio. Il Persiano approccia Raoul e gli dice "Questo è il lavoro del Fantasma!-ma posso condurti io da lei" e così i due si avventurano nei sotterranei del teatro, fino quando non trovano la dimora dello Spettro-tuttavia quest'ultimo aveva assistito all'arrivo dei due e con un meccanismo mette in trappola Raoul e il Persiano in una piccola stanza. Fino a quando Christine si rifiuterà di essere sua moglie, il Fantasma continuerà ad alzare la temperatura della stanza-fornace, causando una temperatura così alta da far diventare la parete rossa. Dopo una lunga ricerca, il Persiano trova un meccanismo a molla e spingendolo contro di lui riesce finalmente a creare un uscita, i due si sbrigano nel trovare Christine-ma un meccanismo difettoso fa surriscaldare il boiler, con seguente esplosione, dove muore il Fantasma. Finalmente, il Persiano spiega che il Fantasma era l'originale architetto del teatro dell'opera, stufo delle persone che lo maltrattavano per il suo aspetto, si nascose qui, consumato dall'odio del fato che lo ha fatto abbandonare dal mondo.->> Siamo arrivati alla fine del nostro primo viaggio nel cinema del perduto, il cerchio si è finalmente chiuso, siamo partiti dal più bello e famoso romanzo di Leroux per arrivare alla Germania del 1916, non posso far altro che augurarvi una buona continuazione, un grazie per avermi accompagnato in questo viaggio nel passato e un arrivederci alla prossima avventura che ci porterà nell'Argentina degli anni 30 e 60... Ma questa..E' al pari di Nosferatu una storia per un altro giorno.. "Il Sottobosco vive, lunga vita al Sottobosco"

  • Il Pericolo Ha Due Facce (Danger Has Two Faces, 1985) | Oscuro Hitman Movie, Mascherato da Commedia Poliziesca

    Regia: Alex Cheung Soggetto: Alex Cheung Sceneggiatura: Alex Cheung, Yuen Kai-Chi Produttore: Mona Fong Casa di produzione: Shaw Paese di produzione: Hong Kong, Cina Distribuzione: Shaw Fotografia: Lee San-Yip Montaggio: Siu Fung, Ma Chung-Yiu, Chiu Cheuk-Man Musiche: Stephen Shing, So Jan-Hau Trucco: Lau Gai-Sing Costumi: Hoh Yuen-Yi --- Data di rilascio: 31 maggio 1985 Incasso: 4,128,000 dollari (497.229 euro) Finalmente ritorno a parlare di Alex, uno dei registi che più di tutti ha saputo assimilare la New Wave hongkongese a modo suo, qui in uno degli ultimi tentativi targati Shaw per rimanere a galla nella morsa della Golden Harvest e della D&B Films , dopo il declino di popolarità dei classici wuxia . Tra il cast si segnala la presenza di Kirk Wong, qui al suo esordio come attore e anche del cantante sino-americano Kris Phillips all'apice della sua popolarità. L'ex-poliziotto ormai divenuto sicario della malavita Jin Zhi-Jiang (Leung Kar-Yan) porta a compimento un'altra delle sue missioni sanguinolente durante la notte: immediatamente la polizia indaga sull'esecuzione, ma ben presto la squadra del sovrintendente Lau Chek-San ( Paul Chu Kong ) si ritroverà ad affrontare una banda di rapinatori ben fornita d'armi. L'ispettore Bobby Zhou (Kris Phillips), di ritorno dall'Inghilterra, ordinerà alla sua amica Jenny ( Liu Lai-Ling ) di pedinare un collega della polizia, sospettato di essere parte della banda. Una volta eliminato, sul suo orologio digitale ha lasciato un messaggio con il nome del capo della banda... Tralasciando i siparietti "comici", che definire tali è un insulto al genere stesso, la pellicola riesce con successo ad alternare i momenti disastrosamente comici assieme ad altri molto seri, senza intaccare le performances pacate e solide del duo Kris-Leung. Paul vi lascerà senza parole per il colpo di scena finale, capace di spazzare via il personaggio che avete conosciuto sin dall'inizio. Montato e coreografato senza esclusione di piombo e litri di rosso, per tutta la sua durata è un tremendo uragano splatter, qui al massimo dell' exploitation per consegnare allo spettatore l'azione al massimo della sua purezza. Fotografia che sfrutta molto il chiaroscuro e i neon notturni, degni di un noir all'americana, colmi di colori pastello per rendere meno pesante il tutto; numerose le sequenze al rallentatore con momenti d'impatto, completata dalla solita colonna sonora ripresa dal cult della "grondaia" e capace di fornire sequenze molto memorabili. Definitivamente un prodotto onesto ed artigianale, all'altezza del genere con i suoi alti e bassi, abbondante nelle sue movimentate scene d'azione. Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!

  • Il Fazzoletto Rosso (Balgan Mahura, 1964) | L'Antenato Sudcoreano di "Top Gun"

    Regia: Shin Sang-Ok Sceneggiatura: Han Woon-Sa Produttore: Shim Tae-Seon Casa di produzione: Shin Films Paese di produzione: Corea del Sud Fotografia: Kim Jong-Rae Montaggio: Yang Seong-Ran Musiche: Hwang Mun-Pyeong --- Data di rilascio: 27 marzo 1964 Famosissimo cineasta sudcoreano, definito il "Principe del Cinema Sudcoreano" e molto prolifico negli anni '50 e '60, nella sua carriera durata oltre cinque decadi ha diretto un totale di 86 films e prodotto oltre 110 films fino alla sua morte nel 2006, all'età di 79 anni per via di una epatite dovuta a complicazioni. Figlio di un noto dottore di medicina coreana, andò a studiare a Tokyo e tornò in Corea per poi partecipare come assistente scenografo al primo film coreano girato appena dopo l'indipendenza della penisola dal Giappone: " Viva Freedom! " (1946). Fondatore della sua omonima casa di produzione, negli anni '60 produsse un totale di 330 films, fino al suo declino durante le pesanti censure della dittatura di Park Chung-Hee. Rapito dai nordcoreani per ben otto anni sino alla sua fuga al Festival di Vienna nel 1986, continuò a dirigere films negli USA con lo pseudonimo di "Simon Sheen" fino al suo ritorno definitivo al Sud nel 1994. Trattasi di uno dei primi films sudcoreani a essere distribuito anche in Giappone, in parte fu finanziato dalla giunta militare dell'epoca e con il pieno supporto dell'Aeronautica del paese. Storicamente inaccurato (gli F-85 Sabre furono ricevuti al Sud dopo il termine della guerra, nel 1955), fu un successo in Asia: a Taiwan venne distribuito come " Red Scarf Special Operations Unit " ( 紅巾特攻隊 ) ed ebbe un immediato successo, tanto che il fazzoletto rosso dei piloti entrò nel mondo della moda. Il fazzoletto in questione, praticamente il simbolo dell'aviazione militare sudcoreana, può servire in caso di recupero di un pilota disperso. Durante la guerra di Corea, i piloti della 10th Fighter Wing dell'Aeronautica sudcoreana sono alla costante guida di dei caccia Saber, con il compito di colpire obiettivi nordcoreani. Il novello pilota No Do-Seon ( Namkoong Won ) si innamora di Ji-seon ( Choi Eun-Hee ) e viene eliminato nel suolo nemico, a causa di un guasto al caccia per via della contraerea. Il maggiore dello squadrone Na Gwan-Jung ( Shin Young-Kyun ), prova a vendicarne la morte... Melodramma propagandistico che, mettendo a parte la politica, riesce a colpire spesso il punto: l'amor patrio. Oltre ad essere uno spot pubblicitario per i Saber, riesce a veicolare messaggi come l'unità di una squadra che non può niente contro i proiettili dei nemici. Fotografia che immortala il lavoro sospeso per aria dei piloti, laddove le nuvole sono gli spettatori onnipresenti dei caccia che respingono e tutelano lo spazio aereo del Sud; dove nonostante il grigio sporco invernale inquadrano i colori che ancora resistono nella freddezza della stagione (l'arancio delle divise non è da tralasciare). Montato discretamente e ben accompagnato da una colonna sonora che inneggia al patriottismo, oltre ad essere di importanza nelle scene di impatto (soprattutto dopo la morte del pilota). Nell'intero pacchetto, si tratta di un melodramma pre-confezionato, ma che riesce comunque a compiere il suo dovere; senza essere pesante. Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!

  • -Il Sottobosco del Cinema riapre ufficialmente- Il Ritorno del Perduto!

    Il (Nuovo) logo ufficiale- E' passata una vita o quasi da quando scrivevo sul Sottobosco del Cinema( nota: il blog originale), ammetto che non ero sicuro di riprendere questo progetto per via dei tanti impegni giornalieri e lavorativi, ma la passione per la settima arte c'è sempre, oltre che la nostalgia per il "luogo" da cui tutto naque, sembra ieri che il Sottobosco del Cinema faceva i primi timidi passi con articoli sperimentali, ma invece sono ben 5 anni(fra l'altro qualche giorno fa ne abbiamo festeggiato l'anniversario, a modo nostro chiaramente). Chi si segue dagli inizi o quantomeno salturiamente seguiva il Sottobosco originale si ricorderà che parlavamo anche di film perduti e dai più dimenticati, ebbene, sono felice di annunciare che il perduto è tornato! Gli articoli dedicati piano piano ritorneranno, con alcune sorprese(dirò solo questo, per evitare spoiler che rovinerebbero tali sorprese). "Il Sottobosco vive, lunga vita al Sottobosco"

  • La Ballata di un Agente della Narcotici (Mayaku Baishun G-Men, 1972) | Noir d'Azione Sugli Effetti della Droga nella Ex-Roccaforte Americana di Okinawa

    Regia: Shin Takakuwa Sceneggiatura: Takeo Kaneko, Shin Takakuwa Casa di produzione: Toei Paese di produzione: Giappone Distribuzione: Toei Fotografia: Ichiro Hoshijima Montaggio: Fumio Soda Musiche: Toshiaki Tsushima --- Data di rilascio: 6 settembre 1972 Terz'ultima opera di un regista letteralmente sconosciuto anche in patria: da JMDB si viene a sapere che esordisce come assistente alla regia nel 1964 con il yakuza eiga di " Scoundrel ", diretto da Teruo Ishii. Esordisce come regista nel 1970 con " Modern Sorority ", per poi gettarsi a capofitto nel filone della yakuza fino all'improvviso cambio di svolta nel 1971 con due pinku eiga che non posso nominare per ovvi motivi, per poi tornare nel genere con Sonny sia in questa pellicola che nel suo seguito dello stesso anno (" The Horrible Obsessions "), lasciando improvvisamente il mondo del cinema nel 1973 con il roman pinku eiga di " The Pleasures of a Motel ". L'agente della narcotici Kikuchi (Sonny Chiba), a seguito della morte di un informatore e della morte suicida di un suo collega della polizia e di sua figlia che ha scoperto essere una prostituta, decide di fare squadra con la polizia di Okinawa per ripulire l'omonima città dalla droga e dalla prostituzione: si infiltrerà in una potente organizzazione criminale per distruggerla dall'interno. Pesante neo-noir che all'inizio mostra, in pieno stile pubblicità progresso, un manifesto che inneggia alla liberazione del Giappone dai "tre mali" che lo infestano appartenente alla campagna sociale di Tsusai Sugawara (che nel film interpreta sé stesso!): Sonny si ritrova con tre morti da vendicare a causa di una piovra bianca che prende il controllo delle vite fragili di delle persone, deliberatamente tolte di mezzo da dei narcotrafficanti legati a doppio filo con l'esercito statunitense. Fotografia coloratissima anche con i colori della notte, degna di un film pop alla sukeban eiga e con alcuni momenti alla Sergio Leone per gli sguardi roventi tra Sonny e il capo dell'organizzazione; adattata a un montaggio esemplare privo di noia e carico di tensioni, con una colonna sonora jazz-rock che riassume gli effetti collaterali della presenza americana ad Okinawa. Inutile dire che il messaggio di base è rimasto immutato sino ad oggi, oltre a illustrare gli anni '70 come un decennio fuori controllo. Riuscito film di denuncia sociale alla Damiani, che nonostante l'amara fine riesce a veicolare nella maniera più scioccante gli effetti devastanti degli stupefacenti in una società come quella isolana di Okinawa. Ci vediamo in un'altra recensione, cari spettatori del sito!

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